I Giardini Carducci di Perugia non sono solo uno spazio verde panoramico, ma anche un luogo letterario e dell'anima. Della città, dei suoi abitanti e dei visitatori. Sono un luogo letterario per i versi che il poeta scrisse guardando la verde pianura sottostante – oggi, peraltro, per lunghi tratti densamente urbanizzata - e, all’orizzonte, gli Appennini. Sono un luogo dell’anima per il raccoglimento interiore che tale bellezza ispira, sia seduti sulle panchine che affacciati alla pregiata balconata di contenimento. Ci sono passata anche ieri mattina, per andare al lavoro, con gli occhi bassi, quasi a rifuggirne il fascino. Poi le risa, i colori ancora estivi delle camicie, il rumore di uno scherzo, di una corsa, mi hanno fatto alzare lo sguardo. In un attimo le ragazze e i ragazzi, seduti e in movimento, mi hanno fatto tornare indietro nel tempo a quando, giovane studentessa, conobbi gradualmente la città. Non sarei più andata via. Ho rivissuto l’emozione di trovarmi in un luogo pieno di storia e di poesia, ma anche dei sentimenti, forti, che provavo allora. Stavo facendo una cosa importante, l’Università, e frequentavo molti dei miei compagni e compagne di corso che sarebbero, con il tempo, diventati anche miei amici. Parlavamo del mondo, ma anche delle preoccupazioni per il futuro, di un progetto di vita appena abbozzato, dei primi amori, delle prime delusioni. Non parlavamo, invece - ma c’erano, e fortissime - delle emozioni davanti a tanto splendore, soprattutto al tramonto: uno spettacolo della natura che si ripete ogni giorno ancora oggi. Quel condensato di movimenti interiori era come se lì trovasse un punto di equilibrio, una pace, sia pure momentanea. E tutto diventava in un attimo più chiaro, come sotto il lampo un paesaggio notturno. Durante le grandi manifestazioni, musicali ma anche politiche, non mancavamo mai di arrivare fino alla balconata, la fine ideale delle “vasche” su e giù per il Corso Vannucci. Iniziavano dal lato opposto del “salotto buono” della città, in Piazza IV Novembre, con la Fontana Maggiore, il Duomo e il Palazzo dei Priori. I Giardini Carducci sono un confine naturale del centro storico, un tempo in terra battuta, oggi sostituita da un pavimento più comodo e pulito. Un vantaggio da una parte, una forzatura dall’altra, tanto che mi viene sempre voglia di togliere i piccoli contorni di ferro delle aiuole per creare un prato unico, dove sedere o sdraiarsi sotto i lecci e i larici secolari. Un giorno lo voglio proporre a qualcuno. Sarebbe sempre un prato in più: male non farebbe. L'area dei Giardini comprende anche il Viale Indipendenza sottostante, con i suoi due punti panoramici: uno, sullo sperone della Rocca Paolina che guarda a est, l’altro sull’ultima curva prima di arrivare in Piazza Italia, un balcone affacciato verso il tramonto. Qui, in particolare, nel tardo pomeriggio, mi fermo spesso, a fare foto o anche a fare niente, solo a guardare e a godere delle sfumature sempre diverse del cielo e di quel senso di quiete che la natura ci sa dare. Che fa dimenticare il fastidio per: le auto e lo smog, che corrono tutto intorno ai Giardini; gli stand delle manifestazioni commerciali, che coprono il trompe-l’oeil che si godrebbe dall’ultimo tratto di Corso Vannucci; il parallelepipedo di vetro e cemento posto davanti a uno degli hotel più prestigiosi - elegante ma pur sempre di un certo ingombro; la mancanza di pannelli esplicativi della rilevanza del luogo, ad eccezione dei nomi sui busti degli uomini illustri che hanno onorato la città – tra cui quello di Aldo Capitini - che tengono compagnia a quello del Poeta e alla grande statua del Perugino. Si, un giorno si potranno sicuramente migliorare, ma non aspettate quel giorno. Andateci oggi, ora, adesso. Se siete fortunati non troverete nessun evento, grande o piccolo che sia. Ci saranno solo i Giardini Carducci ad attendervi, e tutta...
Read moreThe garden of Viale Indipendenza occupies the area close to the ancient walls of Via Marzia. Looking up you can glimpse part of the front of the Etruscan gate and the church of Sant'Ercolano. The typically nineteenth-century appearance was given to it by the architect Filippo Lardoni in 1854, with horse chestnut trees and holm oaks, while the fountain with Neptune was transported here from Piazza del Soprammuro in 1885. On one side of the wall, a postern opens which leads into a series of tunnels, used during the Second World War as an...
Read moreYou get one of the most spectacular views of the valley and parts of the town of Perugia from this spot and area at the southern end of the Corso Vannuci. It’s adjacent to the palace of the province - palazzo Della provincia and a quiet garden with benches to sit and plenty of shade that can be quite refreshing after you have had a long walk along the Corso Vanucci. You can relax here and take in the fascinating views of the city. You should walk all way around the garden and park to get all of the...
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