Molto, molto e ripeto molto carino. Prima di partire, avevo poco tempo e sono entrata ore chiedere informazioni. Prima di tutto il personale mi ha accolto con gentilezza e simpatia e alla fine mi hanno dato anche alcuni preziosi consigli. Grazie! Il museo si sviluppa su tre piani e si possono vedere elementi di vita quotidiana: dagli attrezzi di lavoro nei campi o di falegnameria, agli utensili per la cucina, l'abbigliamento, l'arredamento, i giochi per bambini, gli orologi e gli strumenti musicali. Al terzo piano c'è una mostra sulla scuola. Era presente il curatore, gentilissimo, che mi ha detto di aver donato tutto quanto esposto nella mostra e che ormai è una mostra permanente. Il prezzo del biglietto è accessibile e sono previste anche delle riduzioni. Tempo minimo di visita 1 ora, di più se ci si sofferma ad osservare con attenzione. Se interessa la storia della vita quotidiana è...
Read moreAd accogliere il visitatore una splendida rappresentazione del fogolâr come cuore delle attività familiari: centro non solo funzionale ma anche "sociale" e "spirituale" della quotidianità raccontata. Bello il filo conduttore fra mestieri, arti e quotidianità perdute, presentate con grande cura e associate a piccoli graziosissimi quadretti disseminati. Fateci caso! Nota negativa alla nostra visita il mancato supporto: personale come mero guardiano. Molti oggetti esposti avrebbero avuto bisogno di una spiegazione (proprio per capire cosa sono e perché sono stati scelti) mancando anche una targhetta esplicativa. Peccato perché il racconto avrebbe animato di dettagli la fervida immaginazione dei nostri piccoli...
Read moreQui sono trattati i temi della vita tradizionale friulana,. Il sacro, i tempi, dei segni, gli oggetti della vita quotidiana, l’abbigliamento, le maschere, il gioco, la musica e lo spettacolo con un’ampia esposizione di beni. Le collezioni derivano da doni, depositi e lasciti. Si va dalla cultura ergologica e del mondo contadino alla vita domestica popolare e signorile, dall’artigianato alla scienza, dal costume alla moda, al mestiere di “cramaro”, che era il venditore ambulante che si recava nei paesi di lingua tedesca. Oppure i fornasârs", i fornaciai delle fabbriche di mattoni tedesche. Oggi i fondi “Gaetano Perusini – Lea D’Orlandi” e “Luigi e Andreina Ciceri” costituiscono i nuclei portanti delle collezioni...
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