Gli scavi dell’Acropoli hanno portato alla luce un quartiere dedicato alle attività religiose: a partire dal VI sec. a.C., in questa zona sono sorti edifici di culto ed ambienti di servizio ad essi collegati, come magazzini e alloggi dei religiosi. La fase edilizia più complessa è quella di età ellenistica (III-II sec. a. C.), alla quale risalgono due edifici di culto, denominati convenzionalmente tempio A e tempio B, e altri edifici di servizio tra i quali delle cisterne di raccolta dell’acqua piovana. Presso il margine occidentale dell’area si trova un edificio, databile al II sec. a.C., all’interno del quale è stato scoperto un affresco dai colori ricchissimi: verde, rosso, nero, giallo, bianco, vinaccia, che disposti in sintassi geometrica a decorazione di un vano della costruzione. Una parte di questo ritrovamento, eccezionale per l’intera Etruria, si trova nel Museo Guarnacci. Il tempio A, risalente alla seconda metà del II sec. a.C. e quindi più recente del tempio B, deriva la sua forma dai templi di tipo greco. Comprendeva una cella chiusa, circondata su tre lati da colonne, e una parte frontale, alla quale si accedeva da una scalinata. Si sono conservati blocchi del rivestimento del podio, in pietra arenaria grigia modanata, e alcuni elementi della decorazione architettonica. Un vano incassato nel podio dava accesso ad una cisterna profonda oltre otto metri, contenente l’acqua necessaria per i rituali. Il tempio B, databile alla seconda metà del III sec. a.C., è posto sul margine settentrionale dell’area. Purtroppo la maggior parte delle sue strutture è andata perduta a causa di una cava sottostante. Circondato da un muro detto di temenosio , che – come anche nel tempio A – separava l’area sacra dal resto della zona, si trattava di un edificio di tipo tuscanico, di pura tradizione etrusca. Era composto di due parti, di uguale grandezza: una cella chiusa posteriore, completata sul fronte da un colonnato di tre file, ognuna di quattro colonne. Il tempio si ergeva su un podio, accessibile tramite una scalinata. I materiali di costruzione erano deperibili: legno e argilla, mentre la copertura dell’edificio, in tegole, includeva terrecotte modellate a mano e a stampo, in parte conservate al Museo Guarnacci. La zona santuariale fu costruita in modo da poter raccogliere l’acqua piovana. La mancanza di sorgenti sulla sommità della collina, infatti, costrinse i costruttori a realizzare un perfetto impianto di raccolta per provvedere a tutte le necessità di acqua della zona. L’acqua piovana veniva incanalata dai tetti e dallo spiazzo antistante i templi verso grandi cisterne in pietra, per essere poi utilizzata sia durante le cerimonie religiose che come riserva in...
Read moreVery overgrown ruins that are mostly fenced off now, so you don't really get to see more of6 you pay than just looking through the fence - can't go underground any more, and half the path is fenced off. Luckily we had the Volterra card which covered this, rather than paying 10€. Impressive to look at and think about what was there over 2,000 years ago, but could be much better if...
Read moreSito archeologico non segnalato e piuttosto trascurato, nemmeno una volta davanti al cancello di ingresso si capisce che si tratta di questo sito: l'ingresso va scelto a caso tra uno di quelli presenti all'interno del parco cittadino. Alla biglietteria non avvisano che è possibile visitare solamente i primi 30 metri mentre il resto nonostante la presenza di passerelle nuove, è chiuso al pubblico, senza alcuna spiegazione. Ingresso completamente inutile.
Il sito aderisce al circuito Volterra Pass, quindi vale la pena utilizzare questa possibilità visto il sovrapprezzo solo di 1 euro, da poter attivare in qualsiasi biglietteria del circuito, per visitare anche altri siti di Volterra. Altrimenti si ha l'impressione che siano soldi che non vale proprio la pena spendere per questo sito.
Ringrazio comunque gli addetti alla cassa per la comprensione delle lamentele esposte, che probabilmente sono più copiose...
Read more