Premetto che sono sempre stato un estimatore del Circolo Mazzini, che ho frequentato in modo assiduo, insieme alla mia famiglia fino all'inizio dalla pandemia, con grande soddisfazione. Dopo 3 anni di assenza - quelli della pandemia appunto - sono tornato oggi a visitare il Circolo a pranzo e, francamente, mi sono trovato in un luogo sconosciuto. Una delusione agghiacciante. Io non so se abbia cambiato gestione, se abbia cambiato cuoco e cucina (ma mi pare evidente), sta di fatto che ho trovato la qualità di tutto quello che ho provato scaduta miseramente. Da sempre considerato un "tempio della tagliatella", con quei piattoni di belle tagliatelle sode e spesse, rigorosamente fatte in casa, riccamente condite da un vero ragù alla bolognese: compatto, poco unto ma morbido, di quel bel color marroncino che nasce da una lunga cottura con concentrato di pomodoro (e non orrenda passata), dal sapore inteso e appagante. Beh, niente di tutto questo. Ho ordinato due piatti di tagliatelle (a ben 11 euro l'uno, il primo più costoso della casa) e mi sono ritrovato davanti un misero piattino di tagliatelle rosse, affogate in un ragù rosso di pomodoro, liquido e unto, non scolate e scivolose al punto di non poterle arrotolare. Semplicemente deprimenti, e vi giuro su quanto ho di più caro al mondo che non uso questo termine a cuor leggero. Mio padre ha invece optato per la classica "cotoletta alla bolognese", un piatto iconico e generazionale, che a Bologna è ancora più tipico e tradizionale della tagliatella: di solito non puoi sbagliare. E invece.... E' arrivata sul tavolo una roba informe e irriconoscibile: una fettina panata LETTERALMENTE RICOPERTA, FINO ALLA SPARIZIONE, da una crema formaggiosa non meglio definibile che arrivava al bordo del piatto, più o meno come un vitel tonné in cui si sia esagerato oltre modo con la salsa tonnata. La cotoletta era COMPLETAMENTE NASCOSTA da questa specie di crema, che non si sapeva se essere panna o formaggio o non si sa cos'altro. Un abominio che, ovviamente, sapeva solo di formaggio. Ora, un conto è preparare male una ricetta o un singolo piatto, un conto è fare una cosa a caso, buttarci dentro degli ingredienti a caso, lavorarli a caso e poi denominarla "cotoletta alla bolognese" (e farla pagare 13 euro dicendo che è "premiata"... ma da chi? dove?). Davvero, una roba indefinibile per le quale un cuoco medio dovrebbe scusarsi verso la propria clientela e verso tutto ciò che rappresenta una ricetta della vera tradizione. La ricetta della "cotoletta alla bolognese" è stata depositata dall’Accademia Italiana della cucina (ente fondato da Orio Vergani nel 1953) alla Camera di Commercio di Bologna il 14 ottobre 2004. E non prevede l'affogatura nella panna. La panna non c'è proprio!! La guarnizione è con formaggio fuso (nello specifico parmigiano reggiano e burro).
Dunque un pasto del quale sarebbe stato legittimo (e, per certi versi, persino doveroso) chiedere il rimborso. E invece ho pagato sull'unghia e senza battere ciglio - udite udite - la bellezza di 45 euro per 2 primi e 1 secondo di tale fatta. Perché poi - si noti - in questo posto "alla buona" si paga persino il coperto: 2 euro a testa, anche se il coperto è fatto di tovagliette di carte!
Non so come altro commentare. Ribadisco, non so quale accidente gli sia capitato, cosa sia successo in cucina, chi gestisca oggi questo posto. L'unica cosa che mi è chiara è che non ha niente, niente, niente, niente e ancora niente a che spartire con il Circolo Mazzini che mi sono goduto per anni e anni a colpi di tagliatelle e crescentine con amici e familiari. E' come se mi avessero ammazzato un parente. Un luogo che amavo alla follia, trasformato in un esoso mangimificio senza arte né parte. Davvero, la perdita di un punto di...
Read morePurtroppo sono rimasto deluso dal servizio RISTORANTE (recensisco questo, non in generale le attività del circolo Mazzini che non conosco). Intanto andando al bagno ho notato il cuoco (un signore grosso, con i capelli molto corti) che lavorava completamente privo di mascherina: mi sono sentito preso in giro perché noi clienti eravamo invece attenti alle norme, e i camerieri pure. Ciò incide molto sulle due stelle, che sarebbero potute essere 3 (ossia "buono"). Il cibo purtroppo non è stato di gran qualità: la tagliata al sale era ben cotta, la porzione era giusta, ma la carne risultava stopacciosa e secca, non molto saporita. L'olio disponibile al tavolo era anch'esso di scarsa qualità. Inoltre il contorno decorativo era misero (a differenza delle foto che vedo pubblicate), e per il prezzo si sarebbe potuta affiancare almeno una piccola insalata verde, a scelta magari del cliente. Crescentine e tigelle abbastanza buone (le prime però un po' unte e servite su un fazzoletto anziché sulla apposita carta per fritti, non capisco perché): male invece gli affettati, di qualità abbastanza bassa a mio avviso (in particolare il crudo). C'è da dire però che il prezzo delle crescentine è molto popolare (11 euro compreso di affettato e stracchino), e quindi ciò va tenuto in considerazione: non si può pretendere troppo per quel prezzo e la porzione era abbondante. Magari meglio ridurre le quantità e migliorare la qualità. Sono anche rimasto deluso dal servizio: i camerieri erano gentilissimi e preparati, ma non hanno separato (pur trovandoci all'esterno) i tavoli dei fumatori da quelli dei non fumatori. Il risultato è che per tutta la serata ho dovuto respirare il fumo passivo di un altro tavolo (anche all'aperto il fumo si sente, soprattutto se tira aria). Da cliente affezionato (che veniva molto spesso prima del covid) ho trovato un calo della qualità che mi è dispiaciuto molto. I prezzi sono rimasti molto onesti (11 euro i primi, dai 13 ai 17 i secondi). Molto bella la possibilità di entrare anche solo per il servizio BAR, che è tuttora munito di giochi da tavolo e di società, stupendo! Spero in un cambio di passo, e consiglio vivamente di usare carta per fritto quando si servono le crescentine. Non ho preso primi, ma quelli che ho visto passare non erano male nell'aspetto, se dovessi tornare forse punterei su quelli. Non ho preso dolci. Conto: circa 18 a testa, senza vino. C'era posto anche senza prenotare. Fanno d'asporto, o così...
Read morePremetto che non scrivo mai recensioni ma ieri sera si è superato un limite. Ieri sera ci siamo recati al circolo per una cena di compleanno. Al telefono non ci avvisano che sopra le 15 persone vi è l'impossibilità di ordinare separatamente ma solo menù fisso che comprende di antipasto, primo o secondo, caffè e acqua alla modica cifra di 32 euro. Gli antipasti erano tigelle e crescentine con salumi e squacquerone. non solo le crescentine erano così tanto gonfie d'olio che la metà di noi sono state malissimo durante la notte ma non disporre di un antipasto vegetariano nel 2023 è francamente imbarazzante, abbiamo ottenuto due insalate miste dopo svariate richieste. La gramigna era mezza cruda e tutti i primi erano sciapi e non c'era manco la quantità a sopperire così poca qualità. La costata "al sangue" dell'unica persona che non poteva mangiare primi (perchè assente un'opzione senza glutine o carne di maiale) era quasi ben cotta. Fuori menù abbiamo ordinato delle patate al forno, altre caraffe di vino (sul quale non mi soffermo per clemenza) e UN dolce. Il totale alla romana è di TRENTASEI EURO invece di trentadue. Considerando che un caffè sul menù viene 1,8 euro che manco da Eataly (che non nemmeno è un metro di giudizio degno di stima alcuna) e ne abbiamo bevuti 4 su 18 sarebbero circa 30 euro di risparmio per loro, ma il conto diviso per persona rimane di 36 euro. Il personale è impreparato perchè messo in difficoltà dai datori di lavoro ed è spiacevole lamentarsi con chi non ha responsabilità ma fa solo da parafulmine ai disastri altrui.
In poche parole: zero qualità, poca quantità, furto con scasso al limite della truffa. Non a caso è un...
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