Da mesi volevamo provare quest’osteria… a due passi da casa, in una posizione caratteristica, nel cuore del quartiere Filippini. Da mesi però nessuna risposta, nonostante il numero fosse quello riportato su internet. Passiamo ogni tanto passeggiando e troviamo sempre chiuso.Decidiamo, in quattro, di andare venerdì sera e sperare che sia aperto, e che ci sia un tavolo.Ci fanno accomodare e ci avvisano subito che la cucina chiude alle 21:30. Educatamente, e non per polemica, chiediamo come mai non si riesca a contattare l’osteria. Scocciata, la signora che ci serve, riferisce che quello è il suo numero e che risponde esclusivamente ai numeri conosciuti. Sull’ardita domanda del perché il locale fosse stato chiuso risponde, sempre sulla difensiva, che ha avuto il covid e che comunque aprono quando vogliono loro… annamo bene. Decisi a passare comunque una bella serata, non badiamo allo strano modo di interagire della signora, e ordiniamo: tre primi, un secondo senza contorno (non c’è nel menù) e una bottiglia di ripasso. I piatti ad onor del vero, principalmente della tradizione veneta, non sono male. Sul tavolo niente oliera, niente parmigiano. Un commensale azzarda a chiedere il prezioso latticino, e gli viene risposto seccamente “c’è già nel piatto”. Sempre per amore della pace, che ci sta tanto a cuore, sorvoliamo. Evitando di chiedere più di quanto strettamente indispensabile arriviamo ai dolci: sbrisolona, perché le torte nella teca sono vecchie; saltiamo il dolce e proviamo con il caffè. Chiediamo un macchiato e ci riferisce che non c’è il latte. Deve essere una personale crociata della signora contro il lattosio. Arriva il conto, 94 euro… fino qui, respirando profondamente, ero deciso ad evitare qualsiasi recriminazione e a non recensire il locale, limitandomi giurare che non sarei tornato a metterci piede. Forse una brutta giornata della oste, può acccadere. Il conto salato? Va bene, siamo a Verona, in pieno centro. Amen. No, il problema è che, alla timida richiesta di pagare diviso due, evidentemente tediata da questa fiumana di pretese indicibili, a quest’ultima goccia che fa tracimare il vaso, si lascia andare un “Adesso Basta!”. Ecco, il peggio che una persona possa aspettarsi in un’osteria o ristorante: il passare da “ristorato” , che come tale andrebbe trattato, ad elemento indesiderato. Come risponde il/là proprietario/a ad una recensione simile alla mia “lei ha ragione… non ci vada più “, lascia ben intendere l’atmosfera che troverete ad accogliervi: consideratevi fortunati ad aver trovato aperto, nonostante nessuno vi risponda. Non fate domande, non chiedete nulla più di quanto riportato sul menu. Non abbiate pretese, l’importante è che paghiate lo stesso prezzo di un servizio di qualità, che alla dogana vecia,...
Read moreDiciamo subito che se volete mangiare tutto sommato bene, in tranquillità (lontano dalle orde di turisti che invadono il centro), spendendo il giusto, l’Osteria Dogana Vecia fa al caso vostro. Il locale - bottega storica di Verona - è appena defilato rispetto ai luoghi più gettonati della città scaligera, vicino alla chiesa di San Fermo ed a due passi dal lungo Adige. La sala è molto piccola con travi a vista riportanti citazioni in dialetto, l’atmosfera è piacevolmente familiare, dei bei tempi andati, molto intima, i coperti possono arrivare si e no ad una ventina, ma comunque i tavoli non sono poi molto vicini considerando le dimensioni del locale; la presenza di una sola finestrella rende l’ambiente però poco arieggiato. Tutto rose e fiori? No, ci sono alcune cose che a parer mio dovrebbero essere riviste… Incominciamo dalla prenotazione: quando una persona prenota un tavolo, non gli si assegna quello nella posizione più infelice (nel mio caso eravamo praticamente sulla porta di ingresso), soprattutto se si hanno altri tre tavoli liberi… Comunque il tutto si è risolto in un attimo con estremo garbo e gentilezza della Signora che serve in sala, che ci ha fatto scegliere un altro tavolo di gradimento. Veniamo al menù: la scelta è tra tre primi ed altrettanti secondi. Indubbiamente meglio pochi piatti (in genere indice di qualità) piuttosto che menù chilometrici, ma così è un tantino esagerato. La scelta tra tre portate l’avevo al ristorante dell’albergo dove ero in mezza pensione…Un locale che fa solo ristorazione dovrebbe proporre qualcosina di più. E poi - a maggior ragione visto che la cucina ha in menù solo 6 piatti diversi e non è un locale che lavora prettamente con i turisti - non si può proporre il giorno dopo l’identico menù del giorno prima! Infatti la mattina successiva ho chiamato informandomi se ci fosse qualche variazione, ma vista la risposta non ci sono più ritornato… Aggiungo una nota per il cestino del pane, molto misero come aspetto: solo tre panini tipo - mi si passi la similitudine - mensa dell’ospedale! Con tutti i tipi di pane che si trovano in commercio si può e si deve fare decisamente meglio! Chiudo con il caffè: malgrado la presenza di una macchina espresso San Marco (non molto nuova per la verità) la tazzina risulta piuttosto deludente; meglio fermarsi ai dolci per uscire soddisfatti. Ampia scelta di...
Read moreEverything you hoped Italy would be from a first time, non Italian tourist. Close to our airbnb and only 5 minutes off the tourist trail, Dogana vecia was an easy choice for a late dinner, but the tasty dishes made it an absolute winner. Having been in Italy for nearly 10 days, this is the first time we had to use a bit of sneaky Google help to slightly understand the nights menu and then the joy at discovering the reality of what you just ordered actually was. Price was fair and everything we ordered delicious. Now home and having googled the rest of the menu, I'm jealous of the other choices but also completely satisfied with the ones I made. Simple, wholesome...
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