Stopped here for lunch on a Sunday whilst en route from Orvieto to Fiumicino airport.
First of all, call ahead to book a table - it was packed and I'm glad we'd reserved a seat on the outdoor terrace.
The food is excellent; we went for an antipasti board with local meat and cheese, a couple of pastas (rabbit and beef) and then a hazelnut cake for dessert.
The antipasti also came with some ragu and tuscan beans on bread which were all delicious.
The pasta dishes were excellent - lovely al dente pasta and excellent, rich ragu. The cake was superb - lots of nuts with just enough cake to hold it together, the sauce (kind of an enriched custard) was delicious.
A nice bottle of Vermentino was about 25 EUR.
All in all, a superb trattoria with excellent food and a great place to stop. The drive between Orvieto and Rome was also lovely and made the trip home much better than stopping on the autostrada and eating some bad food before...
Read moreLa parola perfezione deriva dal latino perfectio, a sua volta dal verbo perficio, “portare a termine”, “compiere”. Dunque “perfetto” è ciò che è compiuto, finito, privo di mancanze.
Ebbene, alla Trattoria Cimino, io mi sentii compiuto. Terminato.
Il mio palato non avrebbe potuto chiedere oltre, né il mio animo cercare difetto alcuno. Né nel servizio, né nella selezione dei vini, né nel rapporto tra qualità e tributo richiesto. È raro trovare luoghi ornati di premi che davvero li meritino: qui, finalmente, la medaglia brilla del suo vero metallo.
E come ogni narrazione di giustizia culinaria, si inizia dall’inizio: gli antipasti. Una zucca, non da me amata, che qui, vellutata e gentile, mi spinse a rivedere convinzioni radicate. Poi i salumi: autentiche opere d’arte d’origine artigianale, ciascuno con voce propria, ciascuno pretendente al trono del gusto. Li assaggiammo tutti, e la contesa si chiuse in parità, ché vincitori non ve ne furono, ma solo onorevoli pari. Al loro fianco, formaggi saldi e intensi, Templari del sapore, devoti e fieri difensori dell’equilibrio. E come dimenticare il pane, fatto in casa con farina un tempo detta “ignobile”, e che qui si riscatta, fragrante e sincero, degno compagno di corte. Prima ancora del primo boccone, un assaggio del loro olio, di un giallo-verde splendente oro di raccolto recente, ci annunciò la cura che tutto avvolge: profumato, superbo, vigoroso come l’abbraccio d’un amico d’altri tempi.
E poi, Sua Maestà: il Picio all’Amatriciana. Bello da vedere, armonioso nel gusto, perfetto nella misura. Nulla più da aggiungere, ché ogni parola rischierebbe d’offenderlo.
I dolci chiusero il pasto in lieta contesa: tanta l’indecisione che affidammo la scelta alla sorte, ma nessuno fu tradito dal proprio destino.
E non era finita: prima ancora di sfiorare il primo piatto, fummo condotti nella loro cantina, dove un esperto, finalmente un sommelier e non un paroliere, ci guidò nella scelta con voce pacata e sguardo sicuro. Ne nacque l’incontro perfetto: il Kyathos Lazio Rosso, vino che possiede tutto ciò che un rosso deve avere, e forse anche qualcosa di più.
Tutto questo avviene in un luogo arredato e pensato con grazia, dove ogni dettaglio parla d’armonia e quiete. La mano, o la mente, che guida la cucina è la stessa che ha formato il servizio: attento ma mai invadente, discreto ma preciso, devoto a garantire un’esperienza davvero, compiutamente, perfetta.
Signori, qui siamo di fronte alla misura del paragone. D’ora innanzi, ogni mio giudizio avrà questa Trattoria per metro e termine: ché qui tutto, dal pane al vino, dal sorriso al conto, non è solo...
Read moreThe food was not the best, tasteless steak, the rabbit looked and tasted like garbage, the boar ragu was ok the only thing that tasted good was the hare pappardelle. The place has a history which is used to make the dishes more interesting and call basic flawors tradition. House wine wasn't good. The service wasn't near good enough, our waiter regularly forgot about us. The whole thing was below our expectation and the hipe of the place.
Aggiornamento dopo la risposta del proprietario.
Gentile Sig. Calistri,
La ringrazio per la sua lunga risposta. Devo dire che mi ha sinceramente sorpresa per i toni, che ho trovato poco rispettosi per un contesto professionale. La mia recensione iniziale è stata scritta con calma e sincerità non voleva offendere né Lei né la sua regione, ma semplicemente descrivere la nostra esperienza personale.
Apprezzo profondamente la cucina italiana e ho viaggiato in molte regioni gustando piatti meravigliosi. All’inizio della visita mio padre ha effettivamente chiesto della pizza, ma il resto della famiglia ha chiarito subito che non la volevamo e abbiamo deciso di restare per provare la vostra cucina. Sappiamo benissimo che la cultura gastronomica italiana va molto oltre la pizza.
Purtroppo, la nostra esperienza a Caprarola è stata deludente. La carne era priva di sapore e il piatto di coniglio poco riuscito non solo nel gusto, ma anche nell’aspetto, mia madre non è riuscita nemmeno a mangiarlo. Non metto in dubbio la qualità delle materie prime, ma anche gli ingredienti migliori richiedono equilibrio e cura nella preparazione. Avrei voluto scattare una foto per rendere più chiaro ciò che intendo.
Quello che mi ha colpita di più, però, è stato leggere che avrebbe “dovuto dirci che era tutto pieno” perché non Le eravamo simpatici. Credo che la vera ospitalità significhi accogliere tutti gli ospiti con la stessa professionalità, indipendentemente dalle simpatie personali.
Parlo cinque lingue e viaggio spesso: per me il dialogo e il rispetto reciproco tra culture sono fondamentali. Mi sarei aspettata lo stesso livello di rispetto e professionalità anche da parte vostra.
Auguro comunque a Lei e al suo ristorante il meglio, con la speranza che questo feedback possa servire per un approccio più costruttivo e rispettoso nei confronti dei futuri ospiti.
Cordiali...
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