Quando dalla piazza di San Gaetano del centro storico di Napoli, ci si affaccia su via San Gregorio Armeno, la famosa strada degli artigiani di pastori, anticamente detta di San Ligorio o San Liguoro, svoltando sul primo vico sulla destra, vico Maffei, ci si trova di fronte ad uno dei monasteri più antichi e sorprendenti della città partenopea: il Monastero di San Gregorio Armeno. Il chiostro del monastero di San Gregorio Armeno è arricchito da una grande fontana in marmo in stile barocco con statue raffiguranti Cristo e la Samaritana, e da un fitto orto di agrumeti. Dal chiostro si accede, poi, alla cappella dell’Idria, al Coro ed al Corrodoio delle Monache ed, infine, al Salottino della Badessa, tutti splendidi esempi di arte rococò. La chiesa barocca di San Gregorio Armeno rappresenta uno degli scorci più caratteristici del centro storico di Napoli. Anche nota come Santa Patrizia, custodisce le spoglie della santa e di San Liguoro, modificato poi, tramite il dialetto, in Gregorio. Ai primordi, il chiostro era stato concepito con uno spazio verde rettangolare ed adibito parzialmente ad orto e delimitato da undici archi per dodici. Con i dettami del Concilio di Trento, le suore furono costrette a rimaneggiare l'intero complesso monastico. La prima modifica, riguardò la chiesa stessa, cuore del complesso religioso che, sempre secondo le disposizioni tridentine, doveva essere esterna al convento. Il rimaneggiamento più accurato fu quello che riguardò la struttura in oggetto, poichè il chiostro, costituiva l'unico spazio esterno delle suore, il loro giardino personale che avrebbe dovuto essere, secondo il loro gusto, il più accogliente possibile. Sotto richiesta della badessa Lucrezia Caracciolo, le opere vennero affidate a Giovanni Vincenzo Della Monica. Sotto consiglio della nobile, per l'edificio in questione, l'architetto ed ingegnere riprese il disegno del chiostro dei Santi Marcellino e Festo: anch'essa sua pregevole opera. La scelta della badessa, non fu però basata solo su un mero giudizio estetico, ma soprattutto funzionale, poichè il chiostro dei Santi Marcellino e Festo possedeva una rara qualità, ossia quella di rispondere alle esigenze delle suore di dominare, anche solo con lo sguardo, il paesaggio urbano e quello naturale. Cinque belvedere resero meno faticosa la clausura: i due più bassi, ad esempio, sono accanto alla cupola e sull'angolo orientale che fa da sfondo la cupola di San Lorenzo. Il terremoto del 1930, provocò danni ingenti all'intero monastero e i restauri successivi si rivelarono alquanto deludenti. Il fattore che ha sconvolto gli esperti dei beni culturali, è notare che fu demolita la splendida scala settecentesca che fece posto ai bagni dell'orfanotrofio, a cui era stata destinata parte del complesso religioso. Il chiostro è caratterizzato da una splendida fontana di controversia attribuzione realizzata per richiesta della badessa Violante Pignatelli e la stessa è affiancata da due statue raffiguranti il Cristo e la Samaritana, opere scultoree di Matteo Bottiglieri. Inoltre, sono ivi presenti decorazioni originali ed aranci. Il creatore della struttura idrica, rimasto sconosciuto, sempre sotto richiesta della nobildonna, introdusse anche delfini ed altri animali marini, maschere, ecc. tutte figure intrecciate, elemento degno del barocco napoletano, avido di forme e di spazio. Accanto alla fontana, invece, troviamo il pozzo che, assunse tale struttura, solo per coprire il foro dal quale fu estratto il materiale tufaceo per le ricostruzioni. Altra principale caratteristica del chiostro, sono le reti idriche ideate per usufruire delle acque provenienti dal condotto del Carmignano e quelle piovane, dunque in maniera completamente indipendente. I canali che facevano sopraggiungere l'acqua alle cisterne, vennero collocati su due archi rampanti sollevati tra l'orto e il portico adiacente...
Read moreSe potessi darei più di 5 stelle, perché credo che sia uno dei posti più belli di Napoli. Adiacente alla trafficata via dei presepi, il complesso gestito dalle clarisse si visita con un biglietto di appena 4 euro. Il chiostro è di una bellezza abbagliante, di una serenità pacata, che ti fa scordare di essere nella trafficatissima via San Gregorio Armeno. La fontana marmorea con Cristo e la Samaritana di staglia al centro, sullo sfondo campanili e cupole maiolicate. Poco più avanti, la cappella dell'Idra, è l'unica testimonianza della primitiva chiesa, posta 4 metri più in basso rispetto all'attuale piano di calpestio. Molto bella la camera affrescata della badessa Violante Pignatelli, così come il refettorio, ad oggi utilizzato. Da una porticina si accede poi al coro delle monache, con una sontuosa cantoria che si affaccia sulla chiesa sottostante, con uno scorcio di rara bellezza. Da qui le monache di clausura potevano assistere alle funzioni senza essere viste. Il soffitto intagliato e dipinto si può apprezzare da un'altezza insolitamente ravvicinata da qui! Un luogo del genere andrebbe pubblicizzato al meglio, perché attualmente è un gioiello nascosto. Il complesso, purtroppo, è aperto...
Read moreBeautiful monastery, an oasis with quietness in busy city center. Cost 4 euro to enter the monastery, which is not connected with the church (through nearby street that I didn’t go). You can see the main church though and more beautiful garden, crafts at the monastery. The sister/nun at the ticket office is very nice. They...
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