I have to say, that the church itself is really nice, small and nice. It’s a beautiful gothic style, with lots of ornaments and sculptures. Thou the whole concept was not clear to me: and this is just a personal opinion. The beautiful small chiesa was the place to hold the spike from the Holy Crown of Thorns. Even the spike is not there, it is pretending to be a spiritual and Christian place. So it was really strange to see the advertising of the exhibition of some modern sculptor and a naked man right in front of the entrance of the church. What is mean is I like modern art, and the spirituality is also an important part of my life. But I do not see it mixed that way. This is very personal and I can understand people can have different opinions on that. For me it was not good and therefore I did...
Read morePiccola ma risalta subito agli occhi, per le sue sculture in marmo esterne e per la posizione a ridosso del fiume arno. Il tempio fu eretto nel 1230 dalla famiglia Gualandi, si chiamava in origine Santa Maria di Pontenovo, per via del ponte che collegava via Sant'Antonio a via Santa Maria, crollato nel XV secolo. Il nome Spina deriva dal fatto che conservava una spina che avrebbe fatto parte della corona indossata da Gesù alla sua crocifissione e portata qui nel 1333, ma custodita dal XIX secolo nella chiesa di Santa Chiara. Nel 1322 il Comune deliberò dei lavori di ampliamento iniziati nel 1323 e finiti prima del 1376, probabilmente sotto la direzione di Lupo di Francesco. La chiesa fu soggetta a numerosissimi interventi di restauro. Infine, dopo l'unità d'Italia, il consiglio comunale e una commissione formata da membri dell'Accademia di Belle Arti decisero lo smantellamento e la ricostruzione dove fosse più stabile e sicura. I lavori, guidati dall'architetto Vincenzo Micheli, iniziarono nel 1871 e terminarono nel 1875. Questo intervento spostò l'edificio di alcuni metri verso est e lo innalzò di un metro. Tuttavia nello smontaggio ci furono estese distruzioni di materiali marmorei (molti frammenti sono oggi nei depositi del Museo nazionale di san Matteo) e nella ricostruzione sostanziali modifiche alla primitiva struttura. Fu alzato l'edificio di circa un metro, inseriti alcuni gradini, alcune zone intonacate sostituite con fasce di marmo, le statue restaurate male o sostituite, e la sagrestia edificata a sbalzo sul fiume non fu mai ricostruita. Una particolarità è che la chiesa di Santa Maria della Spina, come tutti gli oratori dedicati ai ponti, è sempre stata amministrata dal Comune, tranne alcune parentesi nel XVII e XVIII-XX secolo in cui l'amministrazione ricadde sotto l'ospedale. La chiesa è uno straordinario esempio di gotico pisano: ha una pianta rettangolare ed è completamente rivestita di marmi policromi. L'esterno è caratterizzato da cuspidi, timpani, tabernacoli, insieme a complesse strutture scultoree come tarsie, rosoni e statue di maestri pisani del XIV secolo fra cui Giovanni Pisano, Lupo di Francesco, Andrea Pisano con i figli Nino e Tommaso, e Giovanni di Balduccio. Tutte le statue a tutto tondo che si vedono sono copie: dal 1996 gli originali sono raccolti in una sala e nei depositi del Museo nazionale...
Read moreIl tempio, eretto nel 1230 dalla famiglia Gualandi, si chiamava in origine Santa Maria di Pontenovo, per via del ponte che collegava via Sant'Antonio a via Santa Maria, crollato poi nel XV secolo. Il nome Spina deriva dal fatto che conservava una spina che avrebbe fatto parte della corona indossata da Gesù alla sua crocifissione e portata qui nel 1333, ma custodita dal XIX secolo nella chiesa di Santa Chiara. Originariamente la chiesa doveva essere costituita da un'unica loggia aperta verso Sud e coperta da un tetto a capanna. Nel 1322 il Comune deliberò dei lavori di ampliamento iniziati nel 1323 e finiti prima del 1376, probabilmente sotto la direzione di Lupo di Francesco che vi lavorò con la sua bottega, alla quale succedette, dal V decennio del secolo, quella di Andrea e Nino Pisano. La chiesa fu soggetta a numerosissimi interventi di restauro dovuti al cedimento del terreno e alla vicinanza del fiume Arno sulle cui sponde era stata edificata. Infine, dopo l'unità d'Italia, il consiglio comunale e una commissione formata da membri dell'Accademia di Belle Arti decisero lo smantellamento e la ricostruzione dove fosse più stabile e sicura. I lavori, guidati dall'architetto Vincenzo Micheli, iniziarono nel 1871 e terminarono nel 1875. Questo intervento spostò l'edificio di alcuni metri verso est e lo innalzò di un metro. Tuttavia nello smontaggio ci furono estese distruzioni di materiali marmorei (molti frammenti sono oggi nei depositi del Museo nazionale di san Matteo) e nella ricostruzione sostanziali modifiche alla primitiva struttura, che peraltro indignarono John Ruskin, di passaggio a Pisa[1]: fu alzato l'edificio di circa un metro, inseriti alcuni gradini, alcune zone intonacate sostituite con fasce di marmo, le statue restaurate male o sostituite, e la sagrestia edificata a sbalzo sul fiume non fu mai ricostruita. Una particolarità è che la chiesa di Santa Maria della Spina, come tutti gli oratori dedicati ai ponti, è sempre stata amministrata dal Comune, tranne alcune parentesi nel XVII e XVIII-XX secolo in cui l'amministrazione ricadde sotto l'ospedale. Attualmente l'ambiente interno della Chiesa viene utilizzato per ospitare mostre di arte...
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