The Roman arch of triumph. Erected on the ancient Via Postumia road, the arch was probably built in the first half of the first century. The single-span building, topped with a tympanum, was commissioned by the Gavius family of Verona. In the four niches on the sides of the gate, statues of outstanding representatives of this family were placed. The arch was designed by a liberator named Witruvius, as evidenced by an inscription with the content of L[ucius] Vitruvius L[ibertus] Cerdo Architectus. In the Middle Ages, the arch was incorporated into the city fortifications. Its architecture was admired by Renaissance artists, and the altar of the Pindemonte family in the church of Sant'Anastasia in Verona is modelled on it. The original arch was demolished in 1805 by the French in order to make room for military transports. It was reconstructed in 1932 on the basis of sketches made by Andrea Palladio. The new building is located on the square on the banks of the Adige, close to its...
Read moreSebbene la sua forma ricordi quella degli archi di trionfo, esso è in realtà un arco celebrativo che fu realizzato per onorare alcuni componenti della famiglia Gavia, che in virtù di particolari meriti ottennero dalla municipalità il permesso di farlo edificare a proprie spese sul suolo pubblico. Per la sua ubicazione fu scelta una posizione molto prestigiosa, nella quale si concludeva la via Postumia al suo ingresso in città. Si trattava di una importante strada consolare che in epoca romana congiungeva Genova ed il Mar Ligure con il Mare Adriatico, di cui ancor oggi un tratto è visibile alla base dell’arco stesso. L'Arco dei Gavi venne commissionato all'architetto Vitruvio Cerdone e realizzato nella prima metà del I secolo. Perduta nel corso dei secoli la sua funzione celebrativa, in epoca medievale l'Arco dei Gavi divenne una delle principali porte di accesso a Verona, inserita nel prospetto delle mura comunali con il nome di Porta Nuova di San Zeno. In origine l'arco aveva una collocazione diversa da quella attuale. Esso infatti era posto di fronte alla torre dell’orologio di Castelvecchio, lungo l’attuale corso Cavour sul cui selciato sono ancora oggi ben visibili le originarie posizioni dei pilastri. Venne smontato nell'agosto del 1805 dalle truppe di occupazione napoleoniche, che ritenevano potesse ostacolare il transito dei carri militari nel loro ingresso in città. Custodito amorevolmente dai veronesi per oltre un secolo negli arcovoli dell'Arena fu ricomposto nel 1932 nell’attuale ubicazione, una piazzetta circondata da alberi posta sulla destra di Castelvecchio. Presso l'attuale posizione dell'arco, durante gli scavi iniziati nel 2011 per la ristrutturazione, è venuta alla luce la domus di piazza Castelvecchio; il pavimento in mosaico è stato collocato presso il museo di Castelvecchio (che consiglio di visitare). L'Arco è inserito in un giardino con vista...
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Cenni storici
Intorno alla metà del I secolo d.C., l'Arco sorse per onorare alcuni membri della Gens Gavia, illustre famiglia d’origine forse veronese. Il luogo fu scelto con cura, su una strada di gran transito, la Postumia, ai margini della platea su cui poteva svilupparsi la città: il punto preciso dove esso sorgeva è qui contraddistinto da un rettangolo in marmo grigio ben visibile sul piano stradale. In età medievale l’Arco era divenuto porta cittadina e compreso tra la cinta scaligera e la Torre dell'Orologio di Castelvecchio. Tutto il basamento si trovava sotto il livello stradale, tranne uno spigolo visibile nella fossa del castello. L’Arco fu uno dei monumenti romani di Verona più studiati ed ammirati in età rinascimentale. Nel 1805, il Genio Militare francese ne decretò la demolizione, per migliorare la transitabilità sul corso delle salmerie militari. Le pietre dell’Arco giacquero per decenni accatastate dapprima in Piazza Cittadella e quindi negli arcovoli dell’Arena. Infine l'Arco fu ricostruito, con pezzi autentici, nel 1932, di fianco a Castelvecchio e in faccia all’Adige, poco discosto dal luogo della collocazione originaria.
La costruzione è tutta in pietra bianca veronese, che proviene probabilmente dalla Valpolicella. Nonostante le sue traversie, l’Arco è uno dei rari esemplari superstiti, nel nostro territorio, di una tipologia molto significativa nella storia dell'architettura romana. Benché l’arco sia stato spesso citato nella letteratura archeologica e sia stato oggetto di studi specifici, la sua forma architettonica e la datazione hanno continuato ad alimentare vivaci discussioni fra...
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