Andare a cena in questo locale, per me vuol dire farsi truffare, vi spiego. Andare ad Ariccia, ed in generale ai castelli, è sempre stato sinonimo di andare a farsi una bella mangiata di cucina tipica, casareccia, fatta di tradizioni culinarie e identità culturale. In questo posto la carbonara viene fatta con uovo strapazzato, amatriciana tendente all’acido con guanciale mollo, in generale il resto del cibo non è granché. Paghiamo, usciamo dal locale e vediamo il cuoco fuori al locale a fare la sua meritata pausa sigaretta, e notiamo che non è chiaramente locale, e, probabilmente, come il la maggior parte dei cameriere sia anch’esso Bangalese.
Allora faccio un disclaimer: non è un commento razziale, accendete il cervello.
Mangiare cucina tipica romana, mangiare cucina tipica locale vuol dire che quel tipo di cucina venga fatto da persone che almeno abbiamo mangiato quel tipo di cucina, lo sappiano cucinare e che abbiano un bagaglio culinario e culturale che gli permetta di valutare, in questo caso, se una carbonara sia una buona carbonara.
Un cuoco bangalese, se non guidato, se non affiancato da un cuoco locale o un cuoco che abbia STUDIATO cucina, non potrà mai cucinare un buon piatto di pasta: ⸻
Ingredienti chiave vietati dalla religione • L’islam proibisce il maiale: niente guanciale, pancetta o lardo. • Un cuoco che non può nemmeno assaggiare quei piatti, ha un limite oggettivo nel replicarne il gusto autentico.
👉 Non è una questione di fede personale, ma di barriera tecnica e sensoriale: se non puoi testare, correggere, paragonare… non puoi davvero capire “com’è fatta bene”.
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Bagaglio culturale e gustativo diverso • Il Bangladesh ha una cucina ricchissima, ma completamente diversa: spezie, curry, riso basmati, legumi. • Non ha una tradizione legata alla pasta, ai formaggi stagionati, ai grassi animali occidentali, quindi manca l’istinto culinario per bilanciare i sapori di carbonara o amatriciana come farebbe un italiano (o chi conosce profondamente la cucina italiana).
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Impossibilità di valutare la riuscita Anche se segui la ricetta alla lettera, senza esperienza diretta non puoi sapere se hai centrato il sapore originale.
Questo causa un danno anche alle altre attività, perché farsi 45 minuti di macchina per andare a mangiare ad Ariccia, e mangiare MALE, ti fa passare la voglia di andare un’altra volta ad Ariccia, cambi zona, e questo danneggia anche le altre attività che magari lavorano bene ma sono circondate da attività con cucina locale fake,
Cambiate rotta e tornate...
Read morePovera Carbonara!!! Tavolata di amici, antipasto misto della casa tutto sfizioso ed in quantità, dopodiché la delusione! Abbiamo preso la Carobonara in due ed entrambi concordi l’abbiamo lasciata praticamente tutta nel piatto! Gli strozzapreti erano sciapi e scotti nonostante fossero spessi come una matita, il guanciale molle (non è mai stato tolto dalla padella secondo me), dell’uovo c’era anche una parte di bianco (la chiara per intenderci) ed era stato praticamente cotto, anziché essere cremosa si presentava con i grumi tipici dell’uovo strapazzato, il pecorino era stato messo sopra alla fine e non utilizzato in preparazione (carbocrema inesistente) e del pepe riuscivo a contare i granelli per poco che ce ne stava… tutta sbagliata! Francamente abbiamo pensato (e sperato) che ci fosse un problema in cucina (non so, il cuoco assente…) e che si siano dovuti arrangiare, e comunque con un pessimo risultato! Tant’è che durante la parte iniziale del servizio riscontravamo piacevoli attenzioni dai ragazzi della sala che si informavano anche se andasse tutto bene… cosa strana che quando abbiamo rimandato indietro due piatti pieni di pasta nessuno ha avuto il coraggio di richiedercelo, come se sapessero! Il bello è che attorno a noi c’erano una lunga tavolata con accento del sud ed un tavolo a tre con accento del nord e dispiace pure pensare che torneranno a casa con un pessimo esempio di cucina romana! Insomma spero in una risposta del gestore con le dovute spiegazioni perché quella non è carbonara, ma nemmeno lontanamente! E francamente mi sarei aspettato un interessamento sulla mancata consumazione delle carbonare arrivate al nostro tavolo. Mia moglie ha preso gnocchi al tartufo (che ovviante erano preparati con classica crema tartufata e non tartufi freschi… ma vabbè dal prezzo lo si capisce) anch’essi rimasti all’80% nel piatto, il resto della tavolata ha preso carne senza nessuna disapprovazione. Ovviamente poi, sfiduciati, ci siamo bloccati con le ordinazioni, niente dolci o altro… Bravi e cortesi i ragazzi in sala. Ma accostare il nome di Alessandro Broghese al locale per poi servire quella carbonara è da rivedere! Se quella è la carbonara che servite regolarmente qui ci vuole Cannavacciolo con...
Read moreDeludente - Il ristorante in questione vanta una lunga e rinomata storia, ma purtroppo l'esperienza gastronomica non è stata all'altezza delle aspettative. Sebbene il locale si presenti come un punto di riferimento per chi cerca una cucina tipica, i piatti serviti sono stati tutt'altro che memorabili.
L'antipasto, in particolare, ha deluso per le porzioni decisamente contenute: il tagliere presentava una sola fetta di prosciutto, una fetta di salame, un salamino, una coppietta, un singolo pezzo di formaggio e due fette di porchetta) che non giustificano assolutamente il costo. La varietà era limitata, e la qualità non si è distinta rispetto a tante altre fraschette della zona, che offrono scelte più abbondanti e saporite. Anche i piatti di pasta, che dovrebbero essere il fiore all'occhiello della tradizione, non sono riusciti a risaltare come ci si sarebbe aspettati, apparendo più come una riproduzione standardizzata che non esprimeva realmente la ricchezza della cucina locale.
Il servizio, purtroppo, non ha contribuito a migliorare l'esperienza. Nonostante il personale fosse cortese, l'atteggiamento complessivo sembrava più meccanico che accogliente, senza particolari attenzioni o professionalità che giustificassero l'immagine del ristorante.
Per quanto riguarda il vino, la scelta del Romanella, purtroppo, non ha portato quel tocco di autenticità che ci si aspetterebbe in un luogo con una storia del genere. La bottiglia, confezionata in modo commerciale, ci è stata servita in mano e siamo stati noi a doverla aprire al tavolo, un dettaglio che di certo non fa onore alla reputazione del locale.
Il conto, poi, non è stato certo economico: 31€ a testa per un primo e tre antipasti condivisi tra sei persone, senza contare acqua e vino, sono sembrati eccessivi rispetto alla qualità complessiva dell’esperienza. In conclusione, sebbene il ristorante abbia una grande storia, l'offerta culinaria, il servizio e l'ambiente non sono riusciti a farci sentire il valore di questa tradizione, e i prezzi sembrano non essere giustificati dalla qualità del cibo e del...
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