It was unusual. The atmosphere is not quite correct. The restaurant is beautiful, although I imagine it to be a chic hangout rather than an intimate omakase. The high bar obstructs the view into the chef’s work. Seating started half an hour later than the reservation. There are perfumes present. I prefer a clean air to enjoy the delicate aromas of fish and rice. The drink came several courses late. I simply didn’t enjoy the flavor profiles presented. I could not find the inspiration or tradition and the fish and rice were not to my standard. I think an extra 2 stars goes to something, perhaps the effort of the chef and staff. I do not mean to be so harsh, but I cannot recommend.
Response to chef:
To give you the benefit of the doubt, I gave you 3 stars. But your ego requires me to change this to 1, as you have verified my doubts. You are sensitive to my light criticisms, and take the opportunity to attack me, yet you ask for more details. Let's begin.
Aromatherapy – That would be for the spa. The scent suggests incense, for a funeral at the temple. Most would not consider this environmental “convivial”, in your words. Furthermore, you should know that cloying scents are not welcome pairings with delicate food like raw fresh fish, and in general, in Japan. I suppose you have missed these cultural aspects during training.
Drinks – I arrived a few minutes before the reservation time, and was seated and re-seated (at the request of staff that I change!) half an hour later, after other guests arrived. During this time, no drink was offered. Once seated, water came 10 minutes later, along with the drink menu. No comment was made toward possible sake pairings with the food menu. Surely the staff or chef should know. The sake was served 40 minutes after the reservation. Do you truly consider this appropriate?
Appetizers – Miso soup served first. This is nonsense. Miso soup should come just before dessert. Oysters steamed in sake with caramelized minced onion. Another strong dish served. Then followed by the delicate and too mushy Hokkaido scallop with an unremarkable light soy. How very strange.
Nigiri – The fish is sliced much too thick. The fish should not be crunchy, but not twice dead, as the problem with the questionably-fresh scallop. The rice was flavored correctly, but served too hot. No "wasabi" was used in the nigiri, but two, which was likely colored horseradish, as there was no fresh wasabi rhizome grated during the service to prove authenticity. No ginger is offered in between fish to cleanse the palate. Remarkably average quality ikura, Alaskan salmon, and yellowtail – largely unsuitable to be eaten raw. Only now is ginger offered just before a poor-quality bluefin nigiri is served. The pickled ginger is in dire need of sugar. Do you need a recipe?
I invite you...
Read moreMartedì 29 Aprile 2025 ore 21:00 Prato. Ieri sera per la prima volta in vita mia ho assistito e partecipato ad una esperienza culinaria che non pensavo potesse essere concepita dalla mente umana. Una di quelle esperienze che siamo soliti vedere (o almeno io che amo la nuona cucina) sui social dai cosiddetti food blogger che sperimentano e si mettono nelle mani di chef sia stellati che non è si lasciano guidare in un percorso gastronomico al buio. Lo chef in questione si chiama Alessandro, e gestisce con sapiente maestria un locale con 10 posti soltanto, in cui propone una cucina giapponese mixandola con qualcosa di italiano, partendo da materie prime sceltissime, ricercatissime e freschissime.. Uno chef che impersona un samurai della cucina, dal vestiario che ricorda un po' lo stile nipponico, all'uso dei suoi coltelli, al rigore con il quale tiene pulito e in ordine la postazione di lavoro, la precisione oserei dire chirurgica con il quale a tagliato per noi il pesce. Ci ha condotto in questo percorso spiegandoci come e cosa stava facendo in quel momento, che pesce stava preparando e come ce lo avrebbe proposto sia in versione calda che fredda. Io fino a ieri sera MAI E DICO MAI avrei pensato di arrivare ad assaggiare e apprezzare determinati pesci o molluschi, e mai avrei pensato di arrivare a provare delle sensazioni di gusto come in questo caso, rimanendo senza parole alla fine di ogni assaggio. Il menù proposto si compone di 16 portate (tra cotti e crudi), un menù che varia in base alla stagionalità e alla disponibilità delle materie prime sia ittiche che vegetali. Si conclude con un pre-dessert alcolico e si chiude con un dolce tipico pratese.. La Peschina (dolce che non mi aspettavo) ma che ha chiuso in maniera degna la cena... E non pensate di alzarvi con la fame perché vi assicuro che è una cena che riempie corpo e soprattutto spirito. Ragazzi insomma io non sono un food blogger e chissà come potrà essere questa recensione ma vi dico che io tornerei tutte le sere a mangiare in questo ristorante. Una bellissima esperienza che almeno una volta nella vita va fatta per rendersi conto di cosa c'è veramente dietro a un singolo ingrediente. Importante: i posti sono solo 10 per sera quindi occorre prenotare con largo anticipo se desiderate una data particolare. È un piccolo angolo di paradiso giapponese in Toscana Andateci e non ve...
Read moreAppena si varca la soglia di "Moi Omakase", si entra in un altro mondo. Si resta labilmente collegati alla realtà, quando qualche passante curioso si sofferma troppo a lungo a sbirciarti dall'esterno. Il tempo smette di esistere in senso generale: c'è solo un tempo "puntuale", proprio del locale, scandito dal soffuso chiacchierare dei compagni di viaggio e dalla gestualità precisa e rituale dello chef. Ogni piatto è un racconto, con un inizio, uno svolgimento e un finale, perché ciascun boccone ha un sapore iniziale, un bouquet di gusti mentre mastichi e una peculiare nota finale. Ho assaggiato le ostriche di Hokkaido per la prima volta, tenere e gustose in un modo sorprendente, diversissime se consumate in purezza o con la loro salsa, e ho adorato le varie zuppe, dai gusti incredibili seppure costruite con ingredienti "semplici"... Ma bisogna essere indubbiamente dei maghi per miscelare queste cose semplici andando a ottenere un'esplosione per le papille gustative così complessa! Ho mangiato poi un polpo dalla cottura così perfetta che difficilmente scorderò, e dei nigiri tutti da scoprire, fra cui non posso non menzionare branzino e otoro, di cui sono ghiotta, ma quelli preparati da Francesco, alcuni anche con pesce da lui affumicato, sono davvero incredibili. Si tratta di un'esperienza decisamente da provare. Da bere, oltre all'acqua, non ho pensato a fare chissà quali abbinamenti, ma ho semplicemente scelto un sake che mi rappresentasse tra i numerosi disponibili: quindi un sake con sentore di mela verde e leggermente amaro sul finale, perché mi piacciono bevande tendenti all'amaro e cose come il succo di pompelmo. Il sake era buonissimo e profumava sorprendentemente di mela fresca, non mela cotta, che per il mio gusto è diverso (mi piace quando sembra di mordere una mela appena colta). Divertente scoprire via via un nuovo piatto, il tutto accompagnato dall'interessante spiegazione dello chef e allietato dalle rilassate chiacchiere coi presenti. Anche la ragazza che coadiuvava Francesco è davvero una persona squisita. L'ambiente è spazioso ed estremamente confortevole: gioia per la vista oltre che per il palato, perché l'arredamento è proprio ben azzeccato, nei colori, nei materiali e nell'illuminazione. Ripeto:...
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