I ristoranti di pesce a Roma sono tanti, di tutti i tipi. Dalle trattorie di quartiere ai ristoranti di alta fascia, dai posti frequentati da vip alle bettole di periferia, dai posti in aria di mafia ai raffinati ristoranti stellati. Tra tutte le categorie sopra elencate, quella cui appartiene il locale è probabilmente la peggiore: quella dei posti pretenziosi che non hanno nulla da offrire.
La prima pagina del menu, composta interamente da crudi, contiene una serie di proposte che il ristorante non possiede. Tra tutte le offerte di ostriche scritte ci sono in realtà solo le fin claire, le più economiche e scadenti di tutto il mercato ittico, quelle che si trovano anche nei supermercati, e le regal oro, non proprio freschissime, tra l’altro. Nessuna traccia di Belon o delle tante altre varieta proposte. In aggiunta a questo, su richiesta ci viene detto come in realtà, "dato il periodo" (Maggio? quando tutta Roma ha la solita fornitura se non ancora più ricca), non sia disponibile NESSUN altro tipo di frutto di mare. Nonostante il menu paventi ricci, tartufi, cozze pelose, fasolari, ostriche di vario tipo, il crudo è solo un imbarazzante tris di carpacci di tonno, spigola e salmone conditi in vario modo e serviti ora su un cucchiaino ora a carpaccio, come quelli che si mangiano in qualsiasi ristorante di sushi di terzo livello. Imbarazzante che un posto che nel menu scrive parole come “plateau” (38,50 euro), “plateau royale” (120 euro), “trionfo di crudi” (22 euro) non abbia alcuna offerta di frutti di mare, se non qualche gambero rosso di terza taglia (i più economici), scampi da insalata, carpacci surgelati e poco più. (Abbiamo anche visto un simpatico acquario con gli astici, come quelli che si vedevano tanti anni fa nei ristoranti surf&turf). Nulla di ciò che è scritto nel menu è in realtà realmente presente o ordinabile, neanche la più banale capasanta.
L’antipasto di cotti, la “degustazione le vele”, è forse la delusione più cocente. 5 antipasti già pronti (e freddi) degni del peggior matrimonio anni ‘80 festeggiato in un albergo del sud Italia. Un’insalata di mare insapore, un gambero fritto (e freddo) in pasta kataifi, un’imbarazzante guscio di capasanta con dentro una specie di stufato di insalata (di tonno e maionese?)cotta al forno, terribile, una caponatina di verdure e qualcosa che sembrava pesce spada sminuzzaro e un hamburger di tonno. Tutto triste, tutto insapore. Per fortuna (o purtroppo) almeno i camerieri non presentano il piatto quando lo portano, quindi spesso tocca alla fantasia indovinare quel che mangi.
Tra i tanti secondi (classici rombi e filetti vari già pronti da ristorazione), il cameriere (unica nota positiva del locale) ci guida per la scelta di una pezzogna in umido, l’unico pesce pescato ad amo forse rimasto, che rende almeno la cena commestibile. Il resto dei secondi sul menu sono tutti tranci di pesce panati e qualche pesce d’allevamento (vedi “spigola al sale”) da rifilare ai poveri clienti inesperti. La frittura “le vele” è composta per quasi la metà da verdurine, con l’aggiunta di un pezzettino di baccalà e mezzo calamaro, due gamberi (non gli stessi del crudo, purtroppo, che almeno erano rossi di Mazara) e un merluzzino. Dolci molto burrosi, tutti uguali. La carta dei vini non è da meno. Tutti i vini più commerciali sul mercato, dai berlucchi ai vie di romans, in tutte le salse, senza nulla che spicchi per scelta o qualità. 95 euro a testa, amari inclusi e nulla scontato, nonostante le numerose lamentele sul menu truffaldino (5 diverse proposte di crudo tutte uguali e nessun frutto di mare presente tra quelli scritti, con la stessa offerta di carpacci e tartare dai sapori tutti gialli in ogni antipasto) e l’imbarazzante antipasto cotto anni ‘80.
Per concludere, un’ostrica segnata 4,50 euro sul menu viene prezzata a sorpresa a 7. Amari nel conto e nemmeno delle scuse.
Classico posto per una borghesia romana che il pesce lo conosce poco e male, e che probabilmente lo ha scoperto poco lontano dal lago...
Read morePranzo infrasettimanale in tre. Parcheggio non facile da trovare. Posto molto carino, forse un po' freddino. Accoglienza invece molto cordiale del propietario (credo). Mentre consultiamo il menu, la giovane cameriera viene a togliere il sottopiatto di vetro dell'apparecchiatura già presente, costringendo ognuno di noi a spostarsi di lato col menu in mano (proprio non si poteva aspettare?). Siamo pochi e l'ordinazione viene presa con solerzia: 3 antipasti le Vele (misto di pesce ma senza specificare il contenuto), poi due paccheri scorfano pomodorini e pecorino ed uno spaghetto vongole. L'antipasto arriva in un bel piatto rettangolare a scomparti nei tempi giusti, ma la solita cameriera si limita a posarcelo davanti e se ne va: due parole di spiegazione erano davvero d'obbligo! Posso quindi solo dire che si tratta di una conchiglia ripiena di non meglio identificato intruglio di pesce gratinato, senza infamia né lode, una insalata di mare fresca e ben fatta con sopra un gambero rosso (suppongo) freschissimo anche se non privato dell'intestino, uno spiedino con un gambero avvolto in kataifi, scenografico ma sempre con l'intestino, un mini hamburger di tonno (credo) e cipolle caramellate molto buono, un cubo di baccalà fritto su un puré, molto buono. Poi comincia una attesa per i primi davvero troppo lunga, davvero ingiustificata, considerato che ci sono pochi clienti e che a pranzo spesso c'è sempre fretta di tornare al lavoro. E il colmo è che dopo tutta l'attesa, arrivano solo i due paccheri. Lo spaghetto con le vongole arriverà parecchi minuti dopo, e l'educazione ci costringe ad aspettare il terzo commensale, così mangiamo i paccheri freddi. E oltretutto abbastanza insipidi, tanto che chiediamo alla cameriera di avere altro pecorino. Ci arriva una ciotolina minuscola al cui interno ci sono veramente pochi fiocchi di pecorino: siamo in due ed è mezzo cucchiaino per uno, ma è talmente insapore che anche di più non sarebbe servito a nulla. Peccato, perché il pesce era fresco e la pasta molto al dente. Sugli spaghetti alle vongole nulla da dire, buoni, al dente, ben fatti, e porzioni giuste. Ormai è troppo tardi per ordinare altro, dobbiamo andare via. Per 118 euro, con 4 minerali ma senza vino, direi che non ci siamo. Consiglio prima di tutto di migliorare il servizio al tavolo, che deve essere molto di più che mollare lì due piatti. Per questi prezzi, la cucina deve essere più incisiva e l'ospite anche un po' coccolato, cominciando ad esempio col sistemare la sedia alle signore, continuando col non disturbare il cliente mentre sta scegliendo, ed illustrandogli poi cosa sta per mangiare, non iniziando a sparecchiare quando un commensale deve ancora finire (sì, è successo anche questo) e cercando magari di dare i tempi alla cucina con precisione, per far mangiare tutti allo stesso...
Read moreGood food, bad service
We came here because of the fish recommendations. What we didn't know is, that the restaurant is split into the higher end fish part and a more basic bistro. We obviously looked a bit cheap, thus were guided into the bistro. That can happen. What can't happen is, that we didn't get another table even after asking for the fish menu (which we did get and ordered from). And it also can't happen that you have to wait for ages to be served. Also the personnel wasn't in sync on who served us and what was ordered.
So in the end we got descent food in a bistro with a price tag way beyond and service that was way below what you expect. I can only hope this was a one-time mistake. All the other ratings here point into...
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