Inizierò col dire che sono vegano per motivi medici, e che sono venuto in questo ristorante perché un amico voleva provare piatti tipici. Ci sediamo e la proprietaria ci saluta con un sorriso e ci parla dei suoi piatti e dei fuori menù con molta calorosità ed entusiasmo. Una volta finito avevo intenzione di chiederle, indicando l'antipasto di verdure (unico piatto vegano nel menù, cosa che non mi crea problemi. Non pretendo nessun trattamento di favore), se oltre ad esso ci fosse per caso altro (in altri ristoranti è capitato che magari avessero fatto un semplice piatto di pasta o porzioni di verdure miste, MA ANCORA non pretendevo niente, era semplicemente per sapere.). Neanche il tempo di finire la domanda che, al "di vegano-" vengo interrotto con estrema freddezza ed un "di vegano non c'è niente." per poi darmi le spalle e avviarsi ad andarsene. Io continuo la domanda dicendo "intendevo chiedere se ci fosse "solo" questo", alchè risponde di sì e se ne va.
Ripeto, non pretendo nessun trattamento di favore. Ma trovo ridicolo venire ignorato, interrotto e mi si vengono date le spalle per una ""scelta"" (che, come ho introdotto all'inizio, molta scelta non è.)
Il cibo arriva ma rimango molto amareggiato, e vengo informato dal mio amico che lui attende ancora primo e secondo decido di andarmene un po' prima (ovviamente pago il mio amico prima.).
Questa è la parte più grave e ci tengo ad essere il più preciso possibile affinché manchino eventuali ambiguità che possano essere rigirate dallo gestore. Io prendo con molta serietà le misure anti-covid e l'importanza di vaccino e mascherina. Nel locale si poteva entrare solo con "super green pass", e quindi per me non era un problema l'estrema vicinanza dei tavolini tra loro (meno di un metro di distanza, ovviamente senza mascherina perché si è lì per mangiare). Avevo la porta (per uscire) a due passi contati di distanza, non più di due secondi, e volendo solo uscire il prima possibile mi sono affrettato alla porta (ripeto, non più di due secondi) dicendo nella maniera più carina permessami un "Arrivederci" e cercando di aprire la porta (non riuscendoci, perchè la porta è chiusa a chiave? in caso di incendio o altri incidenti non so granchè cosa sarebbe successo.)
La ristoratrice si accorge della mia presenza sulla porta e mi fa notare l'assenza di mascherina (con un tono estremamente freddo, che lì per lì ho immaginato fosse sempre per la questione del veganesimo, ma che ora può essere anche giustamente attribuita all'assenza di mascherina.). Questo non giustifica ciò che succede adesso: come stavo dicendo, mi fa notare l'assenza di mascherina, alchè rispondo "sì, sto uscendo" (sono d'accordo che se devo girare nel ristorante sia OBBLIGATORIO indossare la mascherina, ma mi trovavo a pochi centrimeti dalla porta richiedendomi due secondi dal posto). La signora esordisce con un "senza parole". Continuo a non riuscire ad aprire la porta (perchè chiusa a chiave?? incredibile.) e allora inizio a chiamarla. "Mi scusi", una, due, tre, quattro volte. E la signora manco fosse una ragazzina di non più di 11 anni mi ignora? finchè non viene un uomo che bruscamente mi dice di spostarmi per poi uscire.
Ho notato la chiave attaccata ad una serratura, ma qui si parla tanto di buona educazione e non vedo come avrei mai dovuto immaginare di dover mettermi a smanettare con la chiave di una porta senza cartello O PERMESSO dal personale del ristorante.
Potrete etichettarmi come "ragazzino viziato vegano e che non indossa la mascherina", ma sappiamo entrambi che non è così. Veramente non riesco a spiegarmi come una ristoratrice possa trattare così un cliente, umiliandolo davanti a svariate persone, creando una sceneggiata inutile e pretendere una educazione che lei in primis non riesce a dare, GIUDICANDO dei clienti??...
Read moreChissà cosa scriverebbero i ristoratori se dovessero mettere un voto ai clienti... Cosa pensano mentre ci prendono l'ordine, mentre ci servono le portate o anche solo mentre ci osservano mangiare nel loro ristorante? Il mondo è fatto di realtà, storie, vissuti, coincidenze, sensibilità... persone che si trovano a condividere uno spazio e a interagire tra loro. E bisogna essere bravi a destreggiarsi ogni giorno con decine di persone diverse facendole sentire a loro agio e dando loro qualcosa da mangiare di così buono da far dimenticare la stanchezza o i piccoli dissapori della vita. Credo sia necessario avere una predisposizione a lavorare con il pubblico. Anche perché può succedere che si diano giudizi affrettati, come sicuramente è successo a noi. Siamo approdate in questo ristorante dopo 12 ore trascorse in piedi al salone del libro di Torino, 12 ore passate a sorridere, alzare libri, fare scontrini, fornire spiegazioni a centinaia di persone che spesso non hanno che 2 minuti da dedicarti, ma l'abbiamo fatto con piacere e passione, perché amiamo il nostro lavoro e soprattutto amiamo la possibilità di condividerlo con le persone che sopportano pioggia, file lunghissime per mangiare, usare la toilette, pagare i libri che hanno acquistato, persone che dopo tante file hanno anche la tempra e la volontà di caricarsi in spalla per tutto il giorno chili e chili del nostro lavoro (perché i libri pesano), persone che hanno pagato il biglietto per poter comprare i nostri libri. Siamo arrivate puntuali, alle ore 21. E abbiamo suonato il campanello come da indicazione sulla porta, solo una volta, e abbiamo atteso. Ma eravamo solo due di tre, la nostra collega è riuscita ad arrivare per le 21.45, in ritardo causa treno. Arrivava da Modena, siamo di Modena, GIOVEDI 18 MAGGIO 2023, facendo il possibile perché il traffico ferroviario era semi bloccato per l'alluvione che ha stravolto l'Emilia Romagna in quei giorni. E' andato tutto bene, fino a quando, dopo essere state avvertite del ritardo dalla collega, abbiamo comunicato al cameriere e alla ristoratrice che potevamo iniziare noi due intanto, perché la collega era in ritardo. Non siamo state sgarbate. Nemmeno quando la ristoratrice ci ha risposto in malo modo senza nemmeno ascoltare quanto le stavamo dicendo, o quando ci ha messo i menù sul tavolo senza darci le spiegazioni che aveva dato a tutti gli altri, nemmeno quando a una domanda ci ha risposto di guardare sul menù per trovare la risposta, quando non ha voluto consigliarci il vino da abbinare, né mandarci il sommelier, proponendoci alla fine in modo sbrigativo il vino più caro e non necessariamente il più adatto, o quando arrivata la nostra collega si è irritata perché una di noi è corsa ad aprirle la porta (sempre chiusa). Non abbiamo volutamente creare un conflitto perché eravamo stanche e la situazione francamente inverosimile. Abbiamo preferito riderci sopra, finire e uscire in fretta per non tornare mai più. E il cibo? Be', non era così speciale da farci pensare che valga la pena di pagare per essere...
Read moreUna settimana fa, a pranzo, io e mia moglie. Ci fanno accomodare nell'unico tavolo libero nella saletta più piccola interna. Dato che l'impianto di aerazione non era acceso e dentro non ci sono finestre, faceva caldo, c'era una forte aria viziata, quindi un odore non proprio piacevole. Ci permettiamo di chiedere con educazione alla signora che crediamo essere la proprietaria: "Ci scusi, se dovesse liberarsi a breve un tavolo nell'altra sala, possiamo spostarci? Altrimenti restiamo qui". La signora ci risponde con una scostumatezza tale, che in un primo momento pensiamo potesse essere ironica, perché davvero surreale. Ci dice con arroganza che tutti i tavoli sono uguali e che in un ristorante si viene per mangiare. Poi si volta e si occupa di un altro tavolo e non ci guarda più in faccia. Per rendere l'idea della situazione, che non è facile da spiegare, era come se lei fosse un aguzzino con i suoi clienti / vittime, costretti a stare lì e non aver possibilità di dialogo. A quel punto ci siamo alzati e, davanti ad altri clienti che avevano assistito all'accaduto, abbiamo ribadito la normalità della nostra richiesta e l'assurdità del suo atteggiamento.. e siamo andati via! Non sappiamo com'era il cibo e non lo sapremo mai. A meno che non cambi gestione! Nel lavoro, come nella vita, educazione, rispetto e civiltà prima di tutto. AGGIUNTA (in risposta al commento della ristoratrice): Ma come si permette di fare tali illazioni?! La nostra intenzione era semplicemente quella di "mangiar bene". Non volevamo fare alcuna foto, non siamo quei tipi di clienti (altrimenti avremmo scelto un posto più panoramico e caratteristico). Non abbiamo chiesto un tavolo "più bello", ma semplicemente se se ne fosse liberato uno nell'altra sala per l'aria "più respirabile". E l'abbiamo chiesto con estrema educazione, senza alcuna pretesa né offendendo nessuno. Bastava rispondere: "Se dovesse liberarsi, non c'è problema". E se non si fosse liberato saremmo comunque rimasti serenamente nella sala piccola. Quello che lei scrive è inventato di sana pianta. Non c'era alcun cliente ridente, anzi.. le assicuro che tutti coloro che hanno assistito erano basiti dalla sua reazione isterica e ingiustificata. Non ci ha fatto una bella figura! Siamo delle persone perbene e rispettose del lavoro altrui e se ce ne siamo andati senza pagare 2 grissini, è per l'incredibile trattamento maleducato ricevuto. Ripeto, forse cucinerete benissimo, ma mi è bastata la sua folle scortesia per sconsigliare fortemente questo locale. E le assicuro che non sono solito scrivere recensioni e, soprattutto, negative. Ma siamo stati gravemente offesi e sta continuando a farlo, tra l'altro con argomentazioni assolutamente...
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