I Giardini Reali di Torino completano l'offerta dei Musei Reali sabaudi, spazio verde in pieno centro per una pausa relax o una passeggiata nella storia. Giochi prospettici e geometrici, specchi d'acqua, fontane, statue: ecco come apparivano i Giardini Reali sabaudi all'inizio del XVIII secolo e come l'ultima tranche dei lavori di restauro li restituirà presto ai visitatori. Accessibili da piazza Castello, si trovano subito dietro il Palazzo e l'Armeria Reale, in un'area oggi centralissima, ma originariamente all'estrema periferia della città. Una passeggiata fra gli antichi viali è l'esperienza di un peculiare intreccio fra arte, natura e storia e ci riporta a un tempo in cui la progettazione del verde era un'attività di alto valore estetico e un'importante questione di prestigio. Ai Giardini Reali si accede da piazza Castello attraverso l'ingresso di Palazzo Reale. Ai Giardini Reali si accede da piazza Castello attraverso l'ingresso di Palazzo Reale. Se il primo impianto risale alla seconda metà del Cinquecento, quando Emanuele Filiberto di Savoia decise di fare di Torino il centro del suo ducato, i Giardini Reali raggiunsero il massimo splendore nei due secoli successivi, dopo che il rinomato architetto del paesaggio André Le Nôtre, artefice dei giardini di Versailles, Fontainebleau e Le Tuileries, ne ebbe rinnovato il disegno. Il progetto seguiva i canoni del giardino alla francese, all'epoca sulla cresta dell'onda nelle corti europee. Alle geometrie del giardino rinascimentale si univa l'uso sapiente e teatrale della prospettiva, volto a suscitare la sorpresa e la meraviglia del visitatore, come le fontane e i giochi d'acqua a effetto. Proprio come un edificio, il giardino è diviso in spazi con differenti funzioni, tutte legate al riposo e al loisir, ed è concepito come la scenografia su cui si staglia il palazzo. È il teatro dei riti della nobiltà e delle spettacolari feste di corte, che fra il Seicento e il Settecento animano la vita dell'aristocrazia europea. Sono di questo periodo le aiuole quadrate del Giardino dei Fiori, presso il Bastion Verde, il Giardino delle Arti, dagli eleganti parterre, e la Fontana dei Tritoni, dello scultore Simone Martinez. Nell'Ottocento fu invece impiantato il Boschetto e fu rinnovato il Giardino Ducale, in occasione delle nozze di Amedeo Ferdinando di Savoia con l'esuberante Maria Letizia Napoleone. Grazie a un meticoloso restauro un'area di cinque ettari è già visitabile: dal Giardino Ducale, che rappresenta il nucleo più antico, fino al Boschetto e al Giardino delle Arti, mentre sono stati avviati i lavori per il recupero di numerosi vasi, statue, panchine artistiche e soprattutto della bellissima Fontana dei Tritoni. Una lussureggiante vegetazione di ippocastani, platani, tigli, aceri, querce, gingko biloba e numerose altre essenze fa da corona al patrimonio scultoreo e architettonico. Dopo la visita al Museo Archeologico, alla Pinacoteca della Galleria Sabauda, ai suggestivi ambienti del Palazzo, della Biblioteca e del Museo dell'Armeria Reale, il percorso lungo la storia della città non potrà dunque concludersi che nel verde dei Giardini, dove ogni stormire di foglie riporta indietro l'eco del riso di una dama, un patto tra gentiluomini, un fruscio di...
Read moreI Giardini Reali di Torino sono delle aree verdi situate dietro al Palazzo Reale e il Palazzo della Prefettura-Armeria Reale, nel pieno centro di Torino, tra la Piazza Castello e Corso San Maurizio, dove quest'ultima parte è pubblica. Le aree verdi sono attraversati dai Viali I Maggio e Viale dei Partigiani, alla cui confluenza fu eretto il Monumento nazionale al carabiniere nel 1933, poi dichiarato monumento nazionale italiano. Quando incominciarono a sorgere erano situati all'estrema periferia di quella Torino sabauda che Emanuele Filiberto volle ergere a capitale del suo guerresco ducato. Presero forma per ispirazione alle maggiori regge d'Europa, allora decorate con gli eleganti giardini, specie di idea toscana (basti pensare alle ville medicee). Quanto oggi è visibile, è in gran parte opera dell'architetto André Le Nôtre, già attivo alla corte di Versailles, per committenza dei Borbone, rispecchiava quella che era una caratteristica dei giardini nobiliari europei, i giochi d'acqua e le prospettiva floreali. Già nell'epoca di Carlo Emanuele I e di Vittorio Amedeo I di Savoia il giardino aveva subito notevoli ampliamenti, ma è sostanzialmente dal tardo seicento che si avranno, con il lavoro del De Marne (che attuava i progetti del de Nôtre) i veri e propri splendori. Al centro della parte recintata dei giardini, si può scorgere una vasca in marmo bianco con la centro la Fontana di Nereide e i Tritoni, più semplicemente chiamata "Fontana dei Tritoni". Si tratta di un'opera raffigurante figure mitologiche: una Nereide (ninfa marina) circondata da Tritoni (i figli del dio Poseidone. A sua volta, la vasca è circondata da dodici statuette di esseri metà umani e metà acquatici. L'opera fu concepita dallo scultore di corte Simone Martinez (1689-1768) nel 1765-1768 , attualmente è fortemente in degrado e andrebbe ristrutturata. Triste degrado di tutto il complesso verde si ebbe durante il periodo napoleonico, durante il quale non mancarono le spoliazioni ed i saccheggi, terminati soltanto nel 1805, a seguito della nomina del giardino a Parco Imperiale. Prima del ritorno dei Savoia, a seguito della Restaurazione, quel Giuseppe Battista Piacenza che già aveva lavorato per il secondo piano di Palazzo Reale, ebbe l'incarico di restaurare alcune statue settecentesche raffiguranti le Quattro Stagioni e i grandi vasi celebrativi provenienti dalla Reggia di Venaria Reale, e sostanzialmente questa fu l'ultima grande modifica che subì il giardino; ancora qualche statua venne posta verso fine Ottocento, quando per volontà di Vittorio Emanuele II si posero qui le raffigurazioni marmoree di Amedeo VI di Savoia, Vittorio Amedeo I e Vittorio Amedeo II, ma lo spostamento della capitale a Firenze ridusse drasticamente...
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I Giardini Reali di Torino, un angolo di incanto che riflette la grandiosità del regno sabaudo, si ergono come un monumento vivente alla magnificenza e alla raffinatezza della storia italiana. Passeggiando lungo i viali adornati da secolari alberi e aiuole fiorite, è impossibile non essere catturati dalla bellezza di questo luogo, dove la natura e l'arte si fondono in una sinfonia di colori e forme.
Originariamente concepiti per il riposo e il divertimento della famiglia reale, questi giardini offrono un'atmosfera di pace e serenità, che contrasta con il dinamismo della vita cittadina circostante. Le fontane zampillanti e le sculture classiche raccontano storie di epoche passate, mentre le aiuole perfettamente curate evocano l'impegno e la dedizione che hanno dato vita a questo spazio verde.
Ogni angolo dei Giardini Reali è un invito alla contemplazione, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, permettendo ai visitatori di immergersi nella grandiosità di un'epoca in cui il potere e l'estetica si intrecciavano in modo sublime. La vista del Palazzo Reale, maestoso e imponente, non fa che accrescere il fascino di questo posto, evocando l'immagine di una corte che, tra cerimonie e festeggiamenti, ha lasciato un'impronta indelebile nella storia di Torino.
Tuttavia, in mezzo a tanta bellezza, è opportuno ricordare che la grandezza dei regni spesso è accompagnata da ombre e cicatrici. Le guerre, le sofferenze e i sacrifici necessari per mantenere un impero hanno segnato questi luoghi, ricordandoci che dietro ogni monumento c'è una storia complessa, fatta di vittorie e sconfitte, di gloria e dolore. In questo contrasto risiede la vera essenza di questi giardini: un luogo di riflessione sulla bellezza, ma anche sul costo della grandezza.
In conclusione, i Giardini Reali di Torino sono un must per chiunque desideri immergersi nella storia e nell'estetica di una delle città più affascinanti d'Italia. Con la loro armonia e il loro splendore, meritano indubbiamente un posto d'onore nel cuore di ogni visitatore, conquistando le quattro stelle che esprimono tanto amore quanto rispetto per la storia che...
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