La basilica di San Nicolò sorge nel cuore della città di Lecco, in posizione rialzata nei pressi del lago di Como. La basilica è preceduta da un vasto sagrato al quale si accede tramite una doppia scalinata in pietra grigia. La facciata neoclassica è a capanna, sormontata da un semplice frontone triangolare idealmente sorretto da sei lesene ioniche scanalate. Al centro della facciata si apre il portale, con semplice cornice in marmo, con ai lati, due a destra e due a sinistra, quattro nicche semicircolari. Le porte d'ingresso risalgono al 1975 quando Enrico Manfrini realizza, in sostituzione delle originarie, tre portoni con dei rilievi in bronzo inserendosi senza clamore nell'imponente facciata del Bovara. La maggiore, detta della Misericordia, è affiancata da due più piccole laterali dette dei Papi e dei Santi raffigurando nella parte centrale gli altorilievi del Cristo e la Madonna mentre le formelle narrative a bassorilievo narrano storie della Redenzione attraverso alcuni episodi evangelici i quali sono ritratti nei tondi posti alle base. Le porte laterali raffigurano in una i Papi lombardi Giovanni XXIII e Paolo VI e nell'altra i due santi patroni della città: San Nicolò e Santo Stefano. Alla sinistra della basilica, all'altezza del presbiterio, isolato da altri edifici, si innalza la torre campanaria neogotica, simbolo della città, costruita tra il 1882 e il 1904 alta ben 96 metri, la più elevata dell'Arcidiocesi di Milano. All'interno della cella campanaria, si trova un concerto di 9 campane in Si♭2 la cui campana principale pesa 27 quintali ed è opera del fonditore grosino Giorgio Pruneri (1904). L'interno è a tre navate, una centrale e due navatelli ai lati con cappelle perimetrali; la navata centrale è coperta con volta a botte e termina con un'abside semicircolare cinta da un deambulatorio con matroneo e preceduta dalla cupola affrescata con l'apparizione della Madonna del Rosario a San Pio V per annunciare la vittoria di Lepanto (1571) e l'istituzione della festa del Rosario; la santa Vergine appare in trono tra i Santi Domenico di Guzmán e Caterina da Siena mentre a destra in ginocchio San Pio V contempla l'apparizione. L'intero spazio sacro è arricchito da un vasto ciclo di pitture murarie. I grandi quadri delle pareti della navata centrale raccontano la storia di Gesù dall'incontro con la Samaritana all'ingresso a Gerusalemme mentre le volte sono decorate con affreschi raffiguranti scene evangeliche e con quaranta medaglioni di vescovi santi. Di straordinario valore gli affreschi di scuola giottesca, come l'Annunciazione e la Deposizione oltre ad una splendida serie rappresentante la vita di Sant'Antonio Abate. Più recenti le decorazioni della navata centrale: dieci riquadri con episodi evangelici, opere realizzate a fine Ottocento da Casimiro Radice (1834-1908) con l'aiuto di Giovanni Valtorta (1811-1882); le due vetrate liberty nelle pareti del coro, raffiguranti i santi Ambrogio e Carlo Borromeo;14 pannelli bronzei risalenti al 1969, raffiguranti la Via Crucis, ad opera di Enrico Manfrini, che pochi anni dopo si dedicò alla progettazione dei portoni d'ingresso. Sulle pareti della navata trovano posto anche alcuni dipinti attribuiti a Luigi Taglia ferri. A seguito di restauri eseguiti negli anni sessanta del XX secolo, emersero sulle pareti frammenti pittorici della fine del XIV secolo e dell'inizio del XV. La cappella del battistero è l'unica parte rimasta dell'originaria chiesa duecentesca, mentre il fonte battesimale ivi contenuto risale al 1596. Di epoca medievale è inoltre un'acquasantiera. Accanto al tempio sorge l'Oratorio parrocchiale di San Luigi, dalla storia più che centenaria. Dell'oratorio fa parte anche la splendida cappella dedicata alla Madonna Immacolata e una lapide che elenca i benefattori...
Read moreLa basilica di San Nicolò sorge nel cuore della città di Lecco, in posizione rialzata nei pressi del lago di Como. È orientata sull'asse sud-ovest-nord-est, con la facciata rivolta a sud-ovest, in direzione del lago.
La basilica è preceduta da un vasto sagrato al quale si accede tramite una doppia scalinata in pietra grigia. La facciata neoclassica è a capanna, sormontata da un semplice frontone triangolare idealmente sorretto da sei lesene ioniche scanalate. Al centro della facciata si apre il portale, con semplice cornice in marmo, con ai lati, due a destra e due a sinistra, quattro nicche semicircolari.
Le porte d'ingresso risalgono al 1975 quando Enrico Manfrini realizza, in sostituzione delle originarie, tre portoni con dei rilievi in bronzo inserendosi senza clamore nell'imponente facciata del Bovara. La maggiore, detta della Misericordia, è affiancata da due più piccole laterali dette dei Papi e dei Santi raffigurando nella parte centrale gli altorilievi del Cristo e la Madonna mentre le formelle narrative a bassorilievo narrano storie della Redenzione attraverso alcuni episodi evangelici i quali sono ritratti nei tondi posti alle base. Le porte laterali raffigurano in una i Papi lombardi Giovanni XXIII e Paolo VI e nell'altra i due santi patroni della città: San Nicolò e Santo Stefano.[1]
Alla sinistra della basilica, all'altezza del presbiterio, isolato da altri edifici, si innalza la torre campanaria neogotica, simbolo della città, costruita tra il 1882 e il 1904 alta ben 96 metri, la più elevata dell'Arcidiocesi di Milano. All'interno della cella campanaria, si trova un concerto di 9 campane in Si♭2 la cui campana principale pesa 27 quintali ed è opera del fonditore grosino Giorgio Pruneri (1904).
L'interno è a tre navate, una centrale e due navatelli ai lati con cappelle perimetrali; la navata centrale è coperta con volta a botte e termina con un'abside semicircolare cinta da un deambulatorio con matroneo e preceduta dalla cupola affrescata con l'apparizione della Madonna del Rosario a San Pio V per annunciare la vittoria di Lepanto (1571) e l'istituzione della festa del Rosario; la santa Vergine appare in trono tra i Santi Domenico di Guzmán e Caterina da Siena mentre a destra in ginocchio San Pio V contempla l'apparizione. L'intero spazio sacro è arricchito da un vasto ciclo di pitture murarie. I grandi quadri delle pareti della navata centrale raccontano la storia di Gesù dall'incontro con la Samaritana all'ingresso a Gerusalemme mentre le volte sono decorate con affreschi raffiguranti scene evangeliche e con quaranta medaglioni di vescovi santi. Di straordinario valore gli affreschi di scuola giottesca, come l’Annunciazione e la Deposizione oltre ad una splendida serie rappresentante la vita di Sant'Antonio Abate. Più recenti le decorazioni della navata centrale: dieci riquadri con episodi evangelici di Casimiro Radice realizzati a fine Ottocento e 14 pannelli bronzei risalenti al 1969, raffiguranti la Via Crucis, ad opera di Enrico Manfrini, che pochi anni dopo si dedicò alla progettazione dei portoni d'ingresso. A seguito di restauri eseguiti negli anni sessanta del XX secolo, emersero sulle pareti frammenti pittorici della fine del XIV secolo e dell'inizio del XV. La cappella del battistero è l'unica parte rimasta dell'originaria chiesa duecentesca, mentre il fonte battesimale ivi contenuto risale al 1596.
Accanto al tempio sorge l'Oratorio parrocchiale di San Luigi, dalla storia più che centenaria che ancora oggi è frequentato da numerosi bambini, ragazzi, giovani e famiglie. Dell'oratorio fa parte anche la splendida cappella dedicata alla Madonna Immacolata e una lapide che elenca i benefattori...
Read moreBasilica di San Nicolò a Lecco
Stile neoclassico del Bovara per la Basilica della città di Lecco, con il suo campanile che svetta sulla città.
La Basilica di San Nicolò, patrono della città di Lecco e dei naviganti e barcaioli, sorge in prossimità del lungolago, all’estremità settentrionale del centro storico e alle spalle di piazza Cermenati, dove si trova il monumento dedicato a Mario Cermenati, amico di Antonio Stoppani e fondatore dei Musei Civici di Lecco. La Basilica sorge sui resti della cinta muraria che già nel Duecento contornava il borgo lecchese. Sono ancora visibili le mura strapiombanti, che sorreggono il sagrato e si raccordano al torrione circolare quattrocentesco sulla cui base è stato innalzata (tra il 1902 e 1904) la torre campanaria neogotica, simbolo della città e chiamato “matitone” alto 96 metri. La Basilica è stata oggetto di diversi ritocchi, anche rilevanti a partire dalla fine del XVI secolo fino al Novecento.
Struttura della Basilica
La facciata dallo stile neoclassico, con il frontone sostenuto da sei colonne corinzie, risale al 1774 ad opera di Antonio Maria Fontana. Nell’Ottocento, precisamente dal 1831 al 1862, l’architetto lecchese Giuseppe Bovara è intervenuto con un progetto strutturale, che rappresenta l’attuale Basilica. Struttura a tre navate con cappelle laterali. La navata centrale, coperta con volta a botte, termina con un’abside semicircolare, cinta da un deambulatorio con matroneo e preceduta dalla cupola.
Opere d’arte
Di straordinario valore gli affreschi di scuola giottesca, come l’Annunciazione e la Deposizione e una splendida serie rappresentante la vita di S. Antonio Abate. Più recenti le decorazioni della navata centrale: dieci riquadri con episodi evangelici di Casimiro Radice (fine Ottocento) e 14 pannelli bronzei, datai 1969, raffiguranti la Via Crucis, ad opera di Enrico Manfrini, che ha realizzato anche le porte della Misericordia. L’unica parte rimasta dell’originaria chiesa duecentesca è la cappella del battistero, che racchiude un fonte battesimale risalente al 1596. Sulle pareti si possono intravedere gli affreschi del ‘300, recuperati a seguito dei lavori di restauro del 1967-68.
Ovviamente non manca la statua dedicata al Santo Patrono della città: San Nicolò con le mele e il quadro. Un’altra statua del Santo, che caratterizza la città la troviamo direttamente nel lago nei pressi di Punta Maddalena, il luogo più esposto della costa lecchese, di fronte al monumento ad Antonio Stoppani.
La Basilica ha due organi a canne: dietro l’altare maggiore (1974) l’organo a trasmissione elettrica con mostra ceciliana composta da canne di Principale disposte a palizzata e consolle mobile indipendente sulla destra del presbiterio con doppia tastiera; sulla cantoria in controfacciata, si trova l’organo a canne a trasmissione integralmente meccanica costruito nel 1861 dall’organaro bosino Giuseppe Bernasconi riutilizzando parte del materiale fonico del precedente...
Read more