La chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, conosciuta come chiesa degli Eremitani o semplicemente gli Eremitani è un luogo di culto cattolico medievale che si innalza in piazza Eremitani a Padova.Titolata ai santi Filippo e Giacomo il Minore, fu costruita a partire dal 1264 come chiesa dell'Ordine degli eremitani di sant'Agostino che avevano a settentrione della chiesa il loro grande convento oggi occupato dai Musei civici agli Eremitani. L'ordine agostiniano resse la chiesa sino al 1806. Oggi la chiesa gode di titolo parrocchiale ed è retta dal clero secolare della diocesi di Padova. Secondo la tradizione la costruzione fu compiuta sotto la guida di fra' Giovanni degli Eremitani. L'edificio, straordinario esempio dello stile "classicheggiante" che si sviluppò nella Padova di età comunale, conserva insigni opere d'arte, tra cui i primi lavori pittorici di Andrea Mantegna. Al suo interno riposano tra le altre le spoglie del cavalier Zanino da Peraga, Ilario Sanguinacci, Jacopo da Forlì, l'umanista Marco Mantova Benavides, la nobile Vittoria Accoramboni, il medico e biologo Antonio Vallisneri, la cantante e compositrice Barbara Strozzi. La chiesa è stata colpita pesantemente da un bombardamento aereo anglo-americano nel 1944. Dal 2021 è inclusa dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità nel sito dei cicli di affreschi del XIV secolo di Padova.A Padova sono attestate due congregazioni che andranno a costituire la Magna Unio degli agostiniani nel 1256, i guglielmiti stanziati in zona Santa Croce e i giamboniti, in città almeno dal 1242, che si insediarono nel sito dell'Arena fondando la casa di Santa Maria della Carità, nome iniziale del complesso agostiniano patavino. Poco si conosce delle primitive strutture di chiesa e convento. La chiesa attuale venne edificata a spese pubbliche dal 1276, come attesta lo Statuto comunale del 7 giugno 1276 e fu completata attorno al 1306 da fra' Giovanni degli Eremitani con la realizzazione del soffitto ligneo e della facciata, caratterizzata dalla pseudo-loggia con archi di pietra, che corre anche lungo il lato meridionale. La chiesa dopo il bombardamento dell'11 marzo 1944.A partire dal 1509 rettori e deputati della città vi convenivano ogni anno, il 17 luglio, giorno di santa Marina per celebrare la resistenza contro gli "Imperiali" durante la guerra della lega di Cambrai e, a partire dal 1571, anche per festeggiare la vittoria nella battaglia di Lepanto. Qui fu accolto Enrico III di Valois in viaggio verso la Francia per cingervi la corona (1574) e successivamente qui veniva a pregare san Francesco di Sales, quando era studente universitario, dalla vicina via Zabarella dove risiedeva. Nel convento annesso soggiornò Martin Lutero di passaggio a Padova nel suo viaggio verso Roma. I frati furono allontanati dalla loro casa col decreto di Soppressione napoleonica datato 28 giugno 1806. La chiesa venne riaperta al culto nel 1808 e il complesso claustrale convertito in caserma militare (caserma Gattamelata).La chiesa lungo i secoli venne arricchita di decorazioni e oggetti d'arte, che in parte andarono perduti durante il bombardamento anglo americano. L'edificio religioso e l'ex convento furono gravemente danneggiati dall'incursione aerea dell'11 marzo 1944[2]; i danni furono ingentissimi: furono in parte distrutte la facciata, il soffitto e la parte absidale e completamente le cappelle Dotto e Ovetari. Senz'altro la causa delle bombe della guerra è da rintracciare nell'uso militare dell'ex convento, oltre che dalla vicinanza alla stazione ferroviaria: la parte alta della facciata, il soffitto e la parte absidale distrutte, furono ricostruite nel dopoguerra seguendo l'originale utilizzando per lo più il materiale recuperato dalle macerie, rispettando la tecnica dell'anastilosi, nei lavori diretti da...
Read moreL'église des Eremitani conserve ce qui reste des splendides fresques peintes par Mantegna dans la chapelle Ovetari, partiellement détruite par les bombardements alliés de 1944.
La Chiesa degli Eremitani a été construite sous le nom de Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo (Église des Saints Philippe et Jacques) entre 1260 et 1306 pour les frères Eremitani de Sant'Agostino. Au XIVe siècle, elle est devenue l'une des églises les plus importantes de Padoue et a été décorée par de grands artistes travaillant dans la ville, tels qu'Andrea Mantegna et Guariento.
L'église a été fortement endommagée le 11 mars 1944 par un raid aérien, qui a détruit le toit et la façade et provoqué l'effondrement de la chapelle Ovetari, de la chapelle Dotto et d'une partie de la chapelle Maggiore : c'est la perte artistique la plus grave subie par l'Italie pendant la Seconde Guerre mondiale.
L'église a été reconstruite après la guerre, sous la direction de l'architecte véronais Ferdinando Forlati, qui a tenté de réutiliser les matériaux récupérés des décombres. Les fragments des fresques détruites de Mantegna ont été replacés, après un long processus de restauration et de reconstruction achevé en 2004, sur une trace photographique utile pour restituer la conception globale d'un chef-d'œuvre malheureusement perdu à jamais.
L'aspect extérieur de l'église est caractérisé par le ton chaud de la terre cuite apparente qui forme la partie supérieure de la façade, où se trouve une belle rosace centrale. La partie inférieure présente une loggia en pierre à cinq arches : la centrale intègre le grand portail d'entrée.
L'intérieur se compose d'une nef unique, couverte d'un plafond en coque, œuvre à l'origine de Fra Giovanni degli Eremitani.
À l'intérieur, le long des murs, se trouvent les tombes de personnages célèbres, dont celles de Jacopo et Ubertino Da Carrara et le mausolée de l'humaniste Marco Mantova Benavides.
La Cappella Maggiore est décorée d'un cycle de fresques de Guariento, peintes entre 1361 et 1365, qui illustrent les Histoires de San Filippo et Sant'Agostino, et s'inspirent de celles peintes par Giotto dans la Cappella degli Scrovegni voisine.
Chapelle d'Ovetari: Dans le bras droit du transept de l'église des Eremitani se trouve la chapelle Ovetari, célèbre pour le cycle de fresques peintes par Andrea Mantegna entre 1448 et 1457.
La décoration de la chapelle a été voulue par le notaire Andrea Ovetari, et commandée à un groupe hétérogène d'artistes : Antonio Vivarini, Giovanni D'Alemagna, Ansuino da Forlì, Nicolò Pizzolo, et surtout par un jeune Andrea Mantegna, qui a ensuite assumé la rôle principal dans la décoration.
Les peintures racontent les histoires de San Cristoforo et San Giacomo, composées de six épisodes disposés sur trois étages superposés, appelés registre inférieur, moyen et supérieur.
Le mur sud, entièrement peint par Mantegna, est dédié aux Histoires de saint Jacques, tandis que le mur nord illustre les Histoires de saint Christophe.
Parmi ceux-ci, le Martyre de saint Christophe et le Transport du corps décapité de saint Christophe - détachés en 1880 pour une restauration qui les sauva de la destruction - peints comme une seule grande scène, sont universellement considérés parmi les grands chefs-d'œuvre de Mantegna.
Dans les cloîtres de l'ancien couvent attenant à l'église se trouvent les Musées Civiques Eremitani, qui regroupent le Musée Archéologique et le Musée d'Art...
Read moreThe church, begun in its current form in 1276 on previous very ancient structures, is dedicated to Saints Philip and James, but is traditionally known as the Eremitani church as the adjoining convent with guesthouse, which today houses the Civic Museum of the Eremitani, was a destination for the passing pilgrims. On the side of the facade there remain traces of the access door to the convent area, with the signs of the recall bell. The original wooden roof (1306) is attributed to Brother Giovanni degli Eremitani, a monk of the convent known for having created the large roof of the Palazzo della Ragione. The church is a typical example of a building of the Augustinian order: a single large hall (also called a granary) suitable for preaching. The architectural layout is Franciscan, due to its simplicity mainly due to the containment of construction costs, but there is no shortage of...
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