Da vedere. Campo Santo, noto anche come Camposanto monumentale o Camposanto vecchio. Si tratta di un cimitero storico monumentale, che chiude il lato nord di piazza del Duomo. Il cimitero fu iniziato nel 1277 da Giovanni di Simone, come ricorda l'iscrizione latina posta al lato del portale destro, anche se alcuni autori fanno il nome di Giovanni di Nicola, come ultimo degli edifici monumentali della piazza. Secondo la tradizione l'occasione fu data dall'arrivo di "terra santa" proveniente dal Golgota, portata dalle navi pisane di ritorno dalla quarta crociata, quella del 1203. La tradizione attribuisce il prezioso carico all'opera dell'arcivescovo Ubaldo Lanfranchi. Tali leggende di fondazione sono comunque diffuse anche per altri edifici simili in tutta Europa. Nella realtà fu più semplicemente creato per raccogliere tutti quei sarcofagi e le varie sepolture che si andavano affollando attorno alla cattedrale. Il Comune pertanto premette moltissimo affinché esse venissero trasferite in un luogo più idoneo: già dal 1260 gli Operai del Duomo giuravano al momento della loro elezione che avrebbero provveduto alla costruzione dell'edificio. Fu soltanto il 19 giugno del 1277 quando l'arcivescovo Federico Visconti cedette alle pressioni e firmò l'atto di donazione del terreno per la costruzione di uno "spazio recintato" ad uso di cimitero. La costruzione duecentesca languì dopo la crisi provocata dalla sconfitta pisana nella battaglia della Meloria nel 1284, e nel Trecento si rimise di nuovo mano all'opera architettonica, ridefinendone completamente la struttura. Nel 1358 le fondamenta del lato settentrionale non erano ancora state scavate. Tuttavia, mentre ancora la struttura architettonica era in corso di completamento, già dal 1360 si iniziò a decorare ad affresco le pareti con soggetti legati al tema della vita e della morte, ai quali lavorarono due tra i più grandi pittori allora viventi, Buonamico Buffalmacco e Francesco Traini, il primo autore del celebre Trionfo della Morte, il secondo di una Crocefissione. Giovanni Scorcialupi realizzò poco dopo gli affreschi con le Storie di Cristo post mortem, mentre intorno alla metà del secolo Stefano da Firenze dipinse un'Assunta sopra la porta orientale. Il ciclo fu proseguito qualche decennio più tardi da Andrea Bonaiuti, Antonio Veneziano (Storie dei santi Efisio e Potito) e Spinello Aretino (Storie dell'Antico Testamento) mentre le Storie di santi pisani, realizzate tra il 1377 ed il 1391occuparono gli spazi intermedi. Taddeo Gaddi (Storie di Giobbe) e Piero di Puccio (Storie dell'Antico Testamento, dal 1389 al 1391) lavorarono invece nella galleria nord. Quest'ultima serie fu completata solo nel XV secolo dal fiorentino Benozzo Gozzoli. Nel 1594 venne aggiunta la Cappella dal Pozzo, all'estremità est, con la caratteristica cupola. Nel Camposanto venivano sepolte le maggiori personalità cittadine, come i rettori e i più prestigiosi docenti dell'Università di Pisa, i governanti e le famiglie più in vista, spesso riutilizzando sarcofagi di epoca romana di grandissimo pregio, e contemporaneamente, dal XVI secolo, iniziando anche un processo di "musealizzazione" con l'apposizione di iscrizioni romane sulle pareti e altre preziose testimonianze della storia cittadina. Nel XX secolo la popolarità del Campo Santo viene appannata dal crescente interesse verso la Torre, ma soprattutto a causa dei terribili danni subiti durante la seconda guerra mondiale. Il 27 luglio 1944, infatti, una bomba proveniente da un raid aereo alleato provocò l'incendio e la fusione del tetto di piombo, provocando il serio danneggiamento degli affreschi (tra cui la distruzione di uno riferito tradizionalmente a Stefano Fiorentino), di molte sculture e sarcofaghi, che andarono in frantumi. Dal 1945 ad oggi sono ancora in corso lavori di restauro, che fra l'altro hanno portato al recupero delle preziosissime sinopie oggi esposte nel Museo delle sinopie, negli edifici del lato sud della piazza. Tra le sepolture illustri si ricordano quelle di Antonio Pacinotti e...
Read moreThe Camposanto Monumentale is one of the most serene and beautiful places in Pisa. Unlike the lively Leaning Tower area just outside its walls, the atmosphere here is calm and contemplative. Walking through its long marble corridors, surrounded by centuries-old tombs and fading frescoes, feels like stepping into another era.
The architecture is magnificent — the white Gothic cloister with its open arches fills the space with soft light, giving the entire complex a sacred and timeless air. The restored frescoes, especially the “Triumph of Death” and “Last Judgment,” are hauntingly powerful, revealing both the artistic mastery and deep spiritual reflection of medieval times.
This monumental cemetery isn’t just a burial ground; it’s a museum of art, faith, and memory. It tells the story of Pisa’s golden age and its devotion to beauty even in the face...
Read moreSono tornato in Piazza dei Miracoli per visitare il Campo Santo Monumentale. Il complesso è una vestigia che viene dal passato (le prime notizie risalgono al 1287 attribuendo la costruzione forse a Giovanni di Simone ... forse a Giovanni di Nicola) da quando, secondo la tradizione, l'Arcivescovo Ubaldo Lanfranchi, di ritorno dalla Terra Santa, portò con se un carico di Terra proveniente dal Monte Calvario ... da lì il nome Campo Santo. Il Camposanto di Piazza dei Miracoli è famoso in tutto il Mondo non solo per essere il Pantheon di Pisa ma per gli affreschi di Buonamico Buffalmacco, con il il "Ciclo dei Novissima" che comprende "La Tebaide", il "Giudizio Finale" e il dantesco "Trionfo della Morte" ... ma anche Francesco Traini con le "Storie di Cristo"; Spinello Aretino, con le "Storie dell'Antico Testamento" e "Storie dei Santi Efisio e Potito"; Andrea Bonaiuto e Antonio Veneziano, con "Storie di San Ranieri"; Benozzo Gozzoli, con le "Storie dell'Antico Testamento"; Piero di Puccio, con le "Storie dell'Antico Testamento"; Taddeo Gaddi, con "Storie di Giobbe". Da ricordare, ahimè, che l'Umanità ha rischiato di perdere ciò che è un bene UNESCO a causa della Guerra ... la "2a Guerra Mondiale. Era il 27 luglio 1944 quando, nel corso di un bombardamento degli alleati su Pisa, che provocò distruzione e migliaia tra morti e feriti, una bomba cadde sul Campo Santo provocando danni ingenti. L'incendio che segui all'esplosione sciolse il tetto, ricoperto in lastre di piombo, che distrusse per sempre statue, sarcofaghi e danneggio seriamente gli affreschi portando alla perdita di quello attribuito a Stefano Fiorentino. Da allora c'è stato un continuo ricorrere a lavori di restauro (molto complessi), che hanno permesso di "scoprire" sotto gli affreschi le sinopie, oggi al Museo delle Sinopie, che si sono protratti fino ai giorni nostri. L’edificio, a forma rettangolare, ricorda un Chiostro, ed è in marmo bianco dalle forme molto semplici all'esterno ma di un raffinato gotico fiorito all'interno. Sul portale d'ingresso un tabernacolo gotico con la Madonna e il Bambino e Santi, della scuola di Giovanni Pisano e Tino di Camaino. Un tempo le tombe dei pisani illustri, utilizzando sarcofaghi romani, erano collocate nel prato centrale ... sepolti in "Terra Santa", mentre altri, non di spicco, erano sepolti nei corridoi del "Chiostro" sotto lastre di marmo. Poi con il tempo anche i sarcofaghi furono posti sotto i colonnati, dove oggi li vediamo. E' un luogo...
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