Su un progetto risalente al 1915, l'architetto Gino Coppedè realizzò, tra il 1921 e il 1927, anno della sua morte, un'area “residenziale” (che lo stesso Coppedè definì impropriamente “quartiere” e che poi prese appunto il suo nome) all'interno del quartiere Trieste, che allora si chiamava “quartiere Savoia”. Si trattava di un gruppo di palazzi e palazzine concepiti in uno stile assolutamente originale, che mischiava elementi architettonici medievali, rinascimentali, barocchi e Art Nouveau, con richiami anche al classicismo greco, costruiti intorno ad un nucleo centrale costituito da piazza Mincio. Al centro della piazza non poteva mancare una fontana ornamentale, di fattura molto elaborata, che lo stesso architetto disegnò e realizzò, nel 1924, in stile perfettamente barocco. In una vasca esterna circolare posta su un gradino anch'esso circolare è inserita una piattaforma quadrilobata; su ogni lobo una vasca dalla forma di conchiglia molto decorata è sostenuta sulle spalle da due figure umane poste l'una di schiena all'altra, dalle cui bocche esce l'acqua contenuta nella conchiglia, che viene a sua volta riempita dal doppio getto emesso dalla bocca di una grossa rana; tra le basi delle due figure (le gambe si perdono nella composizione) una seconda vasca, un po' più sporgente e meno elaborata di quella superiore. I gruppi circondano un balaustro corto e tozzo, che sostiene il catino sommitale, sul cui bordo sono accovacciate otto piccole rane, mentre sulla parte inferiore sono posizionati quattro mascheroni. Il catino è alimentato da uno zampillo centrale e dai getti che le otto rane indirizzano verso il centro. L'intera composizione ricorda molto la Fontana delle Tartarughe, di piazza Mattei, a cui sembra voler rendere omaggio, più che costituire un'imitazione. Come anche le conchiglie e la presenza di una grossa ape sul bordo della vasca quadrilobata sono unanimemente riconosciute come un omaggio alle fontane...
Read moreSiamo nel quartiere Coppedè, un complesso di 26 palazzine e 17 villini che sorge tra la Salaria e la Nomentana. Un “arcone” riccamente decorato che congiunge i due palazzi degli ambasciatori, dal quale scende un grande lampadario in ferro battuto, definisce l’ingresso del quartiere progettato e realizzato, tra il 1915 e il 1927, dall’eclettico architetto Gino Coppedè, da cui prende il nome. I lavori furono ultimati dal genero Paolo Emilio Andrè, dopo la morte dello stesso Coppedè. L’insieme dei fabbricati, l’incredibile “pastiche” di linguaggi architettonici, che immergono il visitatore nella atmosfera sfarzosa, e anche un poco fittizia, degli inizi ‘900 si articola intorno a piazza Mincio, dove lo spazio centrale è occupato dalla Fontana delle Rane: un’imponente fontana popolata appunto da 12 rane, anche nota per il bagno che i Beatles vi fecero vestiti dopo un loro concerto tenuto nella vicina discoteca Piper. La piazza è circondata da fabbricati differenti per forma e dimensione; i due edifici più rilevanti, decorati in modo sovrabbondante e fantastico sono: la Palazzina del Ragno di ispirazione assiro-babilonese che si contraddistingue per un grande ragno sulla facciata e il Villino delle Fate caratterizzato da una totale asimmetria, con archi e fregi medievali realizzato con la fusione di diversi materiali, come il marmo, il laterizio, il travertino, la terracotta, il vetro. La dimensione quasi fantastica di questo luogo suggestivo di Roma ha ispirato più di una pellicola: il quartiere Coppedè ha decisamente ammaliato il regista horror Dario Argento che lo ha utilizzato come location di due tra i suoi più famosi lungometraggi: “Inferno” e “L’uccello dalle piume di cristallo”, ma anche scene di altri film sono state girate qui come “Il profumo della signora in nero” di Francesco Barilli, “Ultimo tango a Zagarolo”di Nando Cicero e “Audace colpo dei soliti ignoti” di Nanni Loy con...
Read moreThe Fountain of the Frogs (Fontana delle Rane) is an over-the-top baroque bowl fountain erected in 1924 when the Coppede neighborhood was built. Eight frogs line the top of the bowl, facing inward. Water enters the fountain from the frogs' mouths, and from a central spray, and the overflow from the bowl splashes down over the wealth of detail below and into a round draining pool at ground level. The bowl is supported by a pedestal with four human masks at the top, just...
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