Il Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX, è ospitato all’interno del Villino omonimo, opera del 1901 dell’architetto Giovanni Battista Giovenale, in zona di Porta Pinciana. Il Villino si inserisce tra i possedimenti Boncompagni nell’ampia zona che ospitava la prestigiosa Villa Ludovisia, distrutta alla fine dell’Ottocento per dar luogo alla lottizzazione di una parte importante della Roma barocca. L’edificio realizzato da Giovenale si presenta come una dimora signorile dalle dimensioni contenute, con un piccolo giardino e una dependance annessa sul retro; lo stile liberty baroccheggiante conferisce alla costruzione un aspetto nobile. All’interno gli ambienti riecheggiano gli antichi fasti patrizi della casata, soprattutto al piano terreno e nell’ampio salone decorato con dipinti murali a trompe l’oeil che rappresentano il diramarsi dall’antica Villa Ludovisia dei viali alberati del parco.
Rimaneggiato negli anni Trenta, esso ha mantenuto pressoché intatto l’assetto originario, mentre la cosiddetta “galleria”, sempre nel piano terreno, è stata oggetto di consistenti lavori di abbellimento in quello stesso periodo. Nel 1972 la Pincipessa Blaceflor De Bildt Boncomagni ha donato il Villino allo Stato, affinché divenisse un luogo di promozione della cultura. Dopo i lavori di restauro dell’edificio, eseguiti nel corso degli anni Ottanta, il Villino fu affidato dall’allora Ministero per i Beni Culturali alla Soprintendenza alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Nel 1995 il Museo Boncompagni Ludovisi veniva aperto al pubblico con l’intenzione di promuovervi e svilupparvi i settori delle Arti decorative italiane, del Costume e della Moda, per i quali al riconoscimento della rilevanza artistica e storica a Roma era mancato fino ad allora un luogo per la fruizione. Mobili, arredi, abiti, accessori di moda tracciano il percorso della ricerca di decoro e di agio nella società italiana, in particolare del XX secolo. L’unione di genî creativi e di esecutori d’eccellenza nell’uno e nell’altro caso hanno determinato la crescita e il culto del made in Italy. Dal settembre del 2015 il Museo entra a far parte del circuito del Polo Museale del Lazio
In modo particolare il Museo propone la storia della moda italiana che va dai primi anni del XX secolo, alle sfide alla moda francese degli anni venti, fino all’autonomia creativa della fine degli anni quaranta, per arrivare ai successi degli ultimi decenni. Nella collezione, abiti di Fausto Sarli, Fernanda Gattinoni, Valentino, Roberto Capucci, Raffaella Curiel, Lorenzo Riva, Renato Balestra, Mila Schön, Marella Ferrera, André Laug e Angelo Litrico, cui si è aggiunto l’importante Fondo di abiti appartenuti a Palma Bucarelli (1910-1998), la direttrice della Galleria nazionale d’arte moderna di Roma dal 1941 al 1975, una tra le donne più eleganti d’Italia. Ci sono ancora abiti della Sartoria Paradisi di Roma e i depositi di collezionisti importanti, come quello della giornalista di moda Maria Vittoria Caruso Alfons.
Ma il Museo meriterebbe una visita anche solo per la sala che ospita parte dello stupendo klimtiano Ciclo della Primavera: si tratta di quattro delle diciotto tele che Galileo Chini realizzò per decorare il salone d’onore della Biennale di Venezia del 1914, dedicato allo scultore croato Ivan Metrovi, capolavoro del...
Read moreRealizzato nel 1901 dall'architetto Giovanni Battista Giovenale in stile barocco con contaminazioni Liberty, il villino Boncompagni Ludovisi, ospita il Museo per le Arti Decorative il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX che nasce nel 1995, grazie al generoso lascito della principessa Blanceflor de Bildt Boncompagni che lo donò con i relativi arredi allo Stato Italiano. Destinato ad accogliere oggetti d’arte, arti decorative e ornamentazione architettonica, moda e costume, design, dalla fine del XVIII a tutto il XX secolo, possiede opere che vanno dal liberty al futurismo al Decò e al modernismo romano. Grande rilevanza viene data alla storia del costume e della moda attraverso numerosi abiti di celebri stilisti e di importanti sartorie che illustrano l’evoluzione della moda italiana dalla fine del XIX secolo fino agli ultimi decenni del Novecento. La ricca collezione del museo proviene da numerosi lasciti privati che rievocano il vivace clima culturale dei primi decenni del Novecento, anni in cui il villino era frequentato da personaggi illustri. Il delizioso edificio ospita diverse sale tematiche come la Galleria degli arazzi, le cui pareti sono ornate da preziosi arazzi fiamminghi del XVII secolo, la Sala della culla dei principi Savoia, che prende il nome dalla straordinaria culla in bronzo, argento e rame, realizzata dallo scultore romano Giulio Monteverde nel 1901, il Salone delle vedute, decorato con i ritratti della principessa Alice Blanceflor Boncompagni Ludovisi De Bildt, e di sua madre, Alessandra Keller. In questa sala trovano posto anche gli abiti donati dalle prestigiose maison romane d’alta moda tra cui Sarli, Gattinoni, Valentino, Raffaella Curiel, Marella Ferrara, Lorenzo Riva e Renato Balestra. Un'altra sala ospita il ritratto di Papa Gregorio XIII Boncompagni, oltre a un’elegante scrivania del XVII secolo sulla quale è posizionato un mappamondo del celebre incisore di Strasburgo, Matthäus Greuter (1554-1638). A Duilio Cambellotti, artista eclettico e versatile, è dedicata la sala de Il Modernismo, dove è esposta la grande vetrata I Guerrieri, realizzata dalla Vetreria Picchiarini. Nella sala Tra Futurismo e Déco si trovano dipinti di Giacomo Balla, di Gian Emilio Malerba, di Vinicio Berti e fotografie dell’ungherese Oskar Brázda, oltre a un tappeto di Prampolini. Il palazzo ospita, infine, altre sale tra cui la Sala con la Primavera, la Sala degli affetti, la Sala degli Anni Trenta, la stanza da bagno fatta decorare in marmo giallo e verde dal principe per la sua adorata consorte, il Piccolo Atelier della moda con cappelli e calzature artigianali e la sala La Palma della moda, dedicata all’affascinante Palma Bucarelli, indimenticabile Sovraintendente della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, che nel 1996 donò il suo prestigioso...
Read morea charming museum with beautiful pieces, but there are big problems with some dress, for example on the 2nd floor there is a dress 1845-50 (and not late 19th!) in cotton, she is put on a dress-form from 1903 with an S-shaped silhouette that is not suitable at all, it may distort the dress and this gives visitors a bad vision of fashion from this era, for pity, change this dress-form! even a modern dress-form would be better than the typical S-shaped silhouette of the early 1900s !!! in the next room there is a 1895 dress, she is also on the same type of dress-form, it's a little less embarrassing but it's still not the right form! And the bodice should be in the skirt and not over it, you should use padding to adapt the dress-form to the mensurations of the dress! I hope I have an answer to this message because I find it unfortunate to have such interesting pieces as little highlighted and I would love to...
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