La chiesa che oggi porta il suo nome (insieme a quello di Sant’Andrea) fu fondata nel 575 d.C. dallo stesso Gregorio che trasformò la sua casa di famiglia in un monastero. Gregorio proveniva dalla nobile famiglia degli Anicii e, poco prima della conversione, era stato “Prefectus Urbis”, ricoprendo quindi la più alta carica civile della città. Quando alcuni anni dopo fu eletto papa, a Roma imperversava la peste: durante la grande processione organizzata per implorarne la fine, in cielo sarebbe apparso l’arcangelo Gabriele che, dopo aver rinfoderato la spada, si sarebbe posato alla sommità del mausoleo di Adriano, da allora chiamato Castel Sant’Angelo. Dell’edificio medievale sopravvive solo il pavimento cosmatesco del Duecento: la chiesa fu infatti ricostruita più volte nel corso del Medioevo e del Rinascimento, e nel 1573 fu concessa ai monaci Camaldolesi, che tuttora la officiano. Nel 1600, in occasione del Giubileo, furono ricostruite la stupenda scalinata che possiamo ammirare ancora oggi e la piazza antistante. Nel 1633, il cardinale Scipione Borghese affidò a Giovanni Battista Soria il rifacimento dell’atrio e della facciata, sulla quale spiccano gli emblemi della famiglia Borghese, l’aquila e i draghi. Ricco di sepolcri illustri è il portico che segue l’ingresso e nel quale furono riutilizzati colonne e pilastri del cortile della chiesa del XVI secolo. Tra queste tombe una volta c’era anche quella della famosa cortigiana Imperia, amante del banchiere senese Agostino Chigi. Ancora visibile è il sepolcro di Sir Edward Carne, inviato da Enrico VIII a Roma nel 1561 per provare a risolvere la questione del divorzio del re dalla prima moglie Caterina d’Aragona. L’interno della chiesa, con tre navate scandite da 16 colonne antiche, è in stile barocco per gli interventi effettuati nel 1725 da Francesco Ferrari. Una piccola cappella in fondo alla navata laterale destra, forse la cella del santo, ospita il seggio episcopale in marmo di Gregorio, del I secolo a.C. Nella Cappella Salviati, realizzata da Francesco da Volterra e completata da Carlo Maderno nel 1600, si trova invece l’antichissimo affresco della “Madonna con Bambino” che secondo la leggenda avrebbe parlato al santo. Tre piccole cappelle sono nell’orto adiacente alla chiesa. Al centro, la Cappella di Sant’Andrea conserva al suo interno splendidi affreschi del Domenichino e di Guido Reni, al quale si deve anche la decorazione dell’abside (con il “Concerto degli Angeli”) della Cappella di San Silvia. La Cappella di Santa Barbara contiene invece il “Triclinio”, la tavola di marmo sulla quale san Gregorio serviva personalmente il pranzo a 12 poveri. La leggenda racconta che un angelo un giorno si sedette alla tavola vestito da povero: in memoria di questo fatto, ogni Giovedì Santo, fino al 1870, il papa serviva qui il pranzo a tredici poveri. Antica e venerata, la chiesa è protagonista anche di due modi di dire del dialetto romanesco. “So’ finite le messe a San Gregorio”, derivato forse dall’antico privilegio di celebrare una messa alle 13.00 per i ritardatari, significa che non c’è altro da fare. “Cantà le messe a San Gregorio” vuol dire invece risolvere tutto pagando un sovrapprezzo: celebrate sull’altare della chiesa, le speciali messe di suffragio che potevano liberare le anime dei defunti dal Purgatorio costavano il doppio di...
Read moreWe booked 2 nights here through Monastery Stays. This is a monastery attached to a church. To gain entry, you go through the church gates, then to the doors where you ring the doorbell. There is no elevator and we had to go up several flights of stairs to get to the room. The room is simple with a desk, closet and an attached bathroom. There is a beautiful terrace that you can hang out in. There is no breakfast but there is a daily € allowance for items in the vending machine. Note that payment here is cash only, and only on specific times of the day (8-9am if I recall correctly), so take note when planning your day. There are specific check-in times though you can depart anytime by leaving your keys at the room door. English was a bit of a struggle but the front desk preson was patient and kind. There are nearby bus/tram/metro stations. Circo Massimo, the Roman Forum and the Colosseum are very walkable. Restaurants and shops are not in the immediate vicinity but not too far away. There seems to be ample parking on-site but we...
Read moreNon distante dal Palatino e dal Circo Massimo si erge nel cuore del Celio la maestosa Basilica medievale dedicata al Santo pontefice Gregorio che trascorse, nel tardo VI sec., parte della sua vita proprio in questo luogo incantato; grazie al silenzio che pervade l'intera area il sito si presta facilmente a momenti di raccoglimento senza però far perdere gli innumerevoli spunti storici e artistici di prim'ordine che comunque l'intero sito fornisce. Non a caso è qui che venne sepolta la madre Silvia, alla quale è dedicato l'Oratorio che porta il suo nome; non a caso è qui che il Santo fondo' l'Oratorio dedicato a Sant'Andrea, ove sono presenti le opere del Domenichino, del Pomarancio e del Reni; non a caso è l'Oratorio di Santa Barbara il luogo dove Gregorio ha abitato a lungo, ed è qui che quotidianamente dava ospitalita' a 12 poveri per la mensa grazie ad una lastra di marmo, (triclinium), ancora visibile e diventata famosa per il miracolo dell'Angelo il quale in un'occasione si presento' a mensa come 13mo commensale vestendo i panni di un povero. Di fatto Gregorio decise ugualmente di sfamarlo. Sulla tavola è riportata l'incisione latina del miracolo: "Bissenos hoc Gregorius pascebat egentes - Angelus et decimus tertius accubuit" "Qui San Gregorio nutriva 12 poveri e un Angelo sedette come 13mo". Il sedersi a tavola in numero di 13 non era un buon segno all'epoca - e non solo allora - poiché riportava alla memoria il tradimento di Giuda perpetrato in danno di Gesu' nell'Ultima cena. Cio' nonostante Gregorio con questo gesto - e secondo la visione cristiana - cercò di far comprendere la grandezza dell'amore in grado di perdonare persino il tradimento. Gregorio fu un gran innovatore, e non è un caso se gli è stato conferito l'appellativo "Magno". Al riguardo, è doveroso aprire una piccola parentesi per ricordare che, grazie a lui, venne modificato l'elenco dei vizi capitali, da 8 divennero 7: venne infatti inglobata la tristezza nell'accidia, la vanagloria nella superbia e venne introdotta l'invidia, a dispetto dell'elenco che nel IV sec il monaco Evagrio Pontico aveva stilato e di fatto formalizzato. In sintesi, grazie all'esempio di Gregorio, la Chiesa diede seguito all'atto caritatevole della mensa, tanto che i Papi che si susseguirono adottarono tale usanza nella Settimana Santa - e per l'esattezza di Giovedi - ospitando 12 poveri. Una tradizione che durò fino al 1870 proprio al fine di scongiurare futili e ingannevoli superstizioni.
Infine, i 3 Oratori adiacenti la Basilica fanno parte del complesso officiato dai Camaldolesi. Purtroppo i siti non sono visitabili nei giorni feriali. La stessa Basilica è chiusa ed è possibile solo accedere all'atrio, percorrere la scalinata e visitare il loro cortile d'ingresso.
Da non perdere l'antica salita di via Clivo di scauro posta sul lato est; piena di sorprese, dalla bellezza impareggiabile ed in grado di far percepire la sensazione di trovarsi immersi in tutt'altra epoca. Sito da visitare. Quattro stelle, non fosse altro per gli orari ridottissimi...
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