The basilica of Santi Cosma e Damiano is a church in the Roman Forum, parts of which incorporate original Roman buildings. The circular building at the entrance onto the Forum (not used today) was built in the early 4th century as a Roman temple, thought to have been dedicated to Valerius Romulus, deified son of the emperor Maxentius. The main building was perhaps the library of an imperial forum.It became a church in 527 and contains important but much restored early Christian art, especially in its mosaics. Today it is one of the ancient churches called tituli, of which cardinals are patrons as cardinal-deacons: the current Cardinal Deacon of the Titulus Ss. Cosmae et Damiani is Beniamino Stella, created Cardinal on 22 February 2014. The basilica, devoted to the two Arabian Christian brothers, doctors, martyrs and saints Cosmas and Damian, is located in the Forum of Vespasian, also known as the Forum of Peace. And today the Bascilica lies as a best architectural environment for tourist attraction & the review on about the ancient history of the Temple. There is a new entrance to the complex, there are the rooms with the original marble paving of the Forum of Peace, and the wall where the 150 marble slabs of the Forma Urbis Romae were hung. Through the cloister, the entrance to the church opens on the side of the single nave. The plan of the basilica followed the norms of the Counter-Reformation: a single nave, with three chapels per side, and the big apse, which now looks quite oversized because of the reduction in height of the 17th-century restoration, framed by the triumphal arch, also mutilated by that...
Read moreIl Tempio del Divo Romolo si trova nell'area archeologica del Foro Romano, sulla Via Sacra a Roma.
La sua funzione originale era di atrio circolare per il Tempio della Pace 75 d.C., fu poi utilizzato come tempio dedicato al figlio di Massenzio, Valerio Romolo, morto giovane nel 309 e divinizzato, nei secoli successivi, una parte del Tempio venne utilizzato per la creazione della Basilica dei Santi Cosma e Damiano (VI secolo), quindi questo bellissimo edificio circolare diventò l’ingresso della chiesa fino alla fine del XIX secolo.
Il tempio è circolare costruito in mattoni e coperto da un tetto sovrastato da una graziosa cupola e insieme al maestoso Pantheon è l’unico tempio dell’antica Roma rimasto integro, il portone in bronzo (di epoca anteriore al manufatto circa il 200 a.C.), delimitato da una cornice in marmo, tutta decorata, e ai lati due belle colonne in porfido, con capitelli in marmo bianco, che sorreggono una lastra in marmo sempre finemente decorata, sui due lati del portone, sono presenti due nicchie per parte, probabilmente per ospitare delle statue.
Il monumento era tutto ricoperto da marmo, oggi completamente assente, all’interno, sono ancora visibili alcuni affreschi, fra i quali spicca un monumento funerario con un tabernacolo dove vi è un dipinto del XIII con la Madonna in trono con Bambino tra i Santi Medici.
All’interno ho avuto modo di visitare l’interessante mostra temporanea,” Lo sguardo del tempo“ attualmente prorogata fino al 30 giugno 2024, dove mediante varie documentazioni, quali ad esempio quadri, libri, strumenti scientifici, eccetera si ripercorre la storia di questo luogo dal XVI al XX secolo.
NOTA:
La bellissima Porta in bronzo, anche se non ci sono più tutti gli ornamenti che aveva, insieme a quella del Pantheon e quella presente nella Basilica di San Giovanni, sono le uniche porte romane presenti a Roma, comunque per terminare, la sua serratura che è ancora quella originaria è ancora oggi funzionante, dopo 2000 anni.
Una delle tante meraviglie del...
Read moreTe redimito di fior purpurei april te vide su ’l colle emergere da ’l solco di Romolo torva riguardante su i selvaggi piani:
te dopo tanta forza di secoli aprile irraggia, sublime, massima, e il sole e l’Italia saluta te, Flora di nostra gente, o Roma.
Se al Campidoglio non piú la vergine tacita sale dietro il pontefice né piú per Via Sacra il trionfo piega i quattro candidi cavalli,
questa del Fòro tuo solitudine ogni rumore vince, ogni gloria; e tutto che al mondo è civile, grande, augusto, egli è romano ancora.
Salve, dea Roma! Chi disconósceti cerchiato ha il senno di fredda tenebra, e a lui nel reo cuore germoglia torpida la selva di barbarie.
Salve, dea Roma! Chinato a i ruderi del Fòro, io seguo con dolci lacrime e adoro i tuoi sparsi vestigi, patria, diva, santa genitrice.
Son cittadino per te d’Italia, per te poeta, madre de i popoli, che desti il tuo spirito al mondo, che Italia improntasti di tua gloria.
Ecco, a te questa, che tu di libere genti facesti nome uno, Italia, ritorna, e s’abbraccia al tuo petto, affisa ne’ tuoi d’aquila occhi.
E tu dal colle fatal pe ’l tacito Fòro le braccia porgi marmoree, a la figlia liberatrice additando le colonne e gli archi:
gli archi che nuovi trionfi aspettano non piú di regi, non piú di cesari, e non di catene attorcenti braccia umane su gli eburnei carri;
ma il tuo trionfo, popol d’Italia, su l’età nera, su l’età barbara, su i mostri onde tu con serena giustizia farai franche le genti.
O Italia, o Roma! quel giorno, placido tonerà il cielo su ’l Fòro, e cantici di gloria, di gloria, di gloria correran per l’infinito azzurro.
Giosuè Carducci , le...
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