Una delle chiese più grandi della città, manca di mezze misure nel gusto: o piace o non piace. Fino alla metà del Settecento, al suo posto sorgeva una cappella privata dedicata all'Annunciazione. Dopo la concessione da parte di Antonio Rossetti di rendere l'accesso alla cappella pubblico, essa divenne insufficiente dato il grande afflusso dei credenti. Così fu deciso di innalzare una chiesa più grande, in stile barocco dedicata a Sant'Antonio Nuovo. Attorno al 1771 si completò questa struttura, ma ben presto anche questa divenne troppo piccola. L'attuale chiesa fu costruita in stile neoclassico tra il 1825 e il 1849 su progetto dell'architetto svizzero Pietro Nobile, uno dei massimi esponenti del neoclassicismo triestino. In realtà il progetto era stato già fornito dall'architetto nel 1808, ma la gestazione fu poi travagliata e i lavori rimandati tanto a lungo che l'architetto, divenuto nel frattempo direttore dell'Accademia di Belle Arti di Venezia, dovette seguire i lavori per via epistolare. La facciata della Chiesa di Sant'Antonio Nuovo è caratterizzata da un maestoso pronao con sei colonne ioniche e un ampio fronte; sull'attico sono collocate sei statue scolpite da Francesco Bosa nel 1842 raffiguranti i Santi protettori di Trieste, cioè Giusto, Sergio, Servolo, Mauro, Eufemia e Tecla. Durante la settimana, la messa viene celebrata da Don Vittorio, prete della chiesa di via Mauroner, semplicemente eccezionale. Il vero uomo di Chiesa, della Chiesa come dovrebbe sempre essere:saggio, umile, buono, pastore di anime. Nella chiesa si respira una potente energia sacra (cosa non scontata nelle chiese).