Situato dal 1955 nell'ex convento del XII secolo adiacente alla chiesa di Santa Maria della Verità, questo museo custodisce reperti provenienti da Ferento e da altri siti archeologici del viterbese nonché una interessantissima pinacoteca.
Il percorso espositivo per il visitatore è articolato su tre piani e si propone di offrire un vero e proprio "viaggio attraverso la storia":
il chiostro e le sale attigue (piano terreno): viaggio nel mondo etrusco e romano. La maggior parte dei reperti proviene per donazione post-mortem dalla collezione privata di Luigi Rossi Danielli, archeologo viterbese (1870-1909), al quale il museo è intitolato dal 2011. Al termine di questo percorso espositivo ricco di sarcofagi etruschi, ceramiche e bronzi, corredi funerari e reperti di epoca romana, si trova un'interessante sezione sulle falsificazioni artistiche ed epigrafiche di “Annio da Viterbo”, nome umanistico di Giovanni Nanni (1437-1502), religioso domenicano vissuto all’epoca di papa Alessandro VI Borgia nonché famoso "falsario".
la pinacoteca (primo piano): artisti del calibro di Sebastiano del Piombo, Andrea Della Robbia, Pastura, Salvator Rosa sono soltanto pochi ma significativi nomi di illustri artisti che hanno qui in mostra le loro opere e che rendono quasi unica questa esposizione pittorica che spazia dal XII sino al XVIII secolo;
le arti "minori" e le memorie “storiche” (secondo piano): una collezione numismatica, una estesa raccolta di bozzetti artistici ottocenteschi realizzati a tempera, acquerello e china delle “Macchine di Santa Rosa” (per lo più progetti e disegni preparatori di Angelo Papini), la vetrina dei clichè per fotoriproduzione ed un corredo di ceramiche da farmacia del XVIII secolo proveniente dall’Ospedale Grande degli Infermi;
N.B.: Alla data di questa recensione (ottobre 2019) una parte delle pitture del periodo più tardo, a causa della ristrutturazione in corso di alcune sale del museo al primo piano, è stata spostata in una sala d'esposizione ricavata al secondo piano. Purtroppo la scelta operata, per l'angustia dello spazio espositivo e per un problema di illuminazione non perfettamente risolto, finisce per non rendere il giusto merito alla bellezza delle opere “spostate”.
Cartelli illustrativi redatti con testi perfettamente comprensibili, esaustivi e ricchi di immagini grafiche di corredo ben realizzate sono presenti ovunque nel museo: la scelta di un linguaggio corrente, alla portata di tutti e senza il pesante fardello di termini strettamente "accademici" comprensibili ai soli addetti ai lavori, rende perfettamente godibile, dalla partenza all’arrivo, il "viaggio" che l'allestimento museale si propone di offrire al visitatore.
Museo che non ha nulla da invidiare, dunque, a mostre civiche equivalenti. La visita qui è resa ancor più piacevole dalla professionalità, disponibilità e gentilezza del personale che vi lavora.
Consigliato: da...
Read morePIETA’ di Sebastiano del Piombo
La "Pietà" di Sebastiano del Piombo, conservata al Museo Civico di Viterbo, è una delle opere più significative dell'artista veneziano. Questo dipinto, realizzato tra il 1516 e il 1517, è un esempio magistrale della fusione tra la forza cromatica della scuola veneziana e la monumentalità delle figure tipica dell'influenza di Michelangelo.
La scena raffigura il Cristo morto adagiato ai piedi dalla Madonna, domina la composizione centrale, disteso con un'espressione di calma tragica. La Madonna, visibilmente afflitta, è in atto di supplica con un gesto di estrema dolcezza e pietà.
Sebastiano del Piombo, formatosi a Venezia, era noto per la sua padronanza del colore. In quest'opera, i contrasti di luce creano un'atmosfera drammatica, con un uso sapiente delle ombre che scolpiscono i corpi e danno profondità alla scena.
Influenza di Michelangelo: Sebastiano collaborò con Michelangelo, che sembra aver avuto un'influenza diretta sulla composizione delle figure. Le figure monumentali e la tensione muscolare del Cristo ricordano lo stile scultoreo di Michelangelo, pur mantenendo l'approccio pittorico veneziano al colore.
L'opera trasmette un profondo senso di dolore e compassione. La drammaticità della scena è amplificata dai volti sofferenti e dai gesti delle mani, che sottolineano la tragedia della morte di Cristo.
Il paesaggio sullo sfondo è essenziale, forse simbolico, e non distrae dall'intensità della scena principale. Questo sfondo sobrio permette di concentrare l'attenzione sui personaggi, che emergono con una presenza quasi scultorea dal buio...
Read moreIl museo vanta un’interessantissima collezione di opere: reperti etruschi e Romani ed una ricca pinacoteca di arte sacra. Sono andata perché interessata a vedere le due opere di Sebastiano del Piombo, la Flagellazione e la Pietà. Quando arrivo la persona addetta ai biglietti mi dice che le opere si trovano a Palazzo dei Priori per restauro ma che, acquisendo il biglietto al museo civico, avrei avuto diritto a vedere le due tele, benché in restauro. Peccato che, una volta arrivata a Palazzo dei Priori, scopro non solo che le opere non sono in restauro (sono in prestito per la mostra di Michelangelo e la cappella Sistina) ma che non è possibile vederli se non comprando un ulteriore biglietto. Trovo veramente deludente che un addetto di un museo non sappia per quale ragione le opere più importanti dello stesso non siano presenti e che non sia adeguatamente informato sulle formule...
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