Siamo stati all’osteria per un pranzo domenicale fra amici. Inizio dagli aspetti positivi, perché non è mia intenzione fare polemiche sterili, ma soprattutto perché credo che ogni critica debba essere quanto più costruttiva possibile. Remigio è sicuramente una persona che ha esperienza nel settore e sa intrattenere i suoi ospiti, risultando anche divertente e scanzonato, ma in generale tengo a precisare come tutto il personale sia stato gentile nei nostri confronti. Inoltre il locale è molto carino, riuscendo a mantenere una nota piacevolmente vintage e soprattutto autentica. Detto ciò, purtroppo, non posso menzionare altri aspetti positivi, con un pizzico di amarezza, dato che sono rimasto spiacevomente deluso dall’esperienza. Il livello dei prodotti è nella media, aspetto che sinceramente mi ha deluso più di tutti, perché mi aspettavo proprio un locale “nemico” delle tante osterie e fraschette dozzinali, dove si punta più sulla quantità che sulla qualità. Faccio una menzione a parte per la porchetta e per la patate, che sono le uniche due pietanze che davvero mi hanno dato molto gusto e che risaltavano sugli altri cibi. Per il resto, come accennato prima, la qualità dei prodotti è molto standard e soprattutto la quantità lascia un po’ a desiderare, almeno quattro ragazzi 25enni come noi, che già pregustavano una bella “magnata de core”. Faccio un’importante precisazione: Remigio, per onestà intellettuale, precisa che il contenuto del fagotto si basa sui suoi gusti personali e soprattutto sulla disponibilità dei prodotti. Mi soffermo particolarmente su quest’ultimo aspetto, perché davanti a questa premessa, esigo dei prodotti freschi, ma soprattutto ricercati, cosa che ahimè non ho visto. Il pane non era fresco. Gli affettati (prosciutto crudo e mortadella) non erano diversi da quelli che si possono trovare in un qualsiasi supermercato medio. La mozzarella e la ricotta avevano un sapore neutro. Sul formaggio non mi esprimo perché non l’ho assaggiato, spero che almeno quello fosse degno di nota, ma non ho percepito particolare euforia dai miei amici. I pomodori conditi con l’olio risultano sicuramente piacevoli, ma non mi sento di osannare un prodotto che è alla base della cucina italiana e che soprattutto, in una nazione tanto soleggiata come la nostra, non può non essere saporito. Per farla breve, non posso entusiasmarmi per un pomodoro che sa di pomodoro! Inoltre, ci tengo a specificare come questi siano stati l’unica verdura presente nel fagotto - che almeno nei video che circolano sui social (quello di “Pratt”, tanto per dirne uno) - dovrebbe contenerne almeno un altro paio. Infine, forse la nota più dolente di tutte, il prezzo. Capisco benissimo le difficoltà date dal caro prezzi e in generale nutro ammirazione e rispetto verso qualsiasi ristoratore o proprietario, che in questi tempi si trovi a dover mandare avanti una qualsiasi attività commerciale, ma al tempo stesso trovo veramente fuori luogo far pagare 70€ per un fagotto...
Read moreDomenica insieme a 4 amici (adulti 6) e 5 bambini siamo andati a pranzo in questa locanda, entrando si ha l'idea di essere dentro qualche scantinato di una vecchia casa molto rustica, anche nelle sedie e nelle posate, scopriamo che non fanno nessun piatto caldo e che l'unico piatto che ci serviranno è un fagotto, riusciamo ad avere 3 porzioni di pasticcio si zucca e taleggio per i bambini. Il proprietario ci spiega come funziona e la storia di questo locale, dove la gente acquistava o si portava da mangiare e qui consumava soltanto il vino, spendendo pochi euri e così lui non guadagnava tanto rispetto a chi stava in piazza che si arricchiva, quindi ha inventato un modo per racimolare di più. Come detto sopra l'unico piatto è un fagotto, una sorta di Tagliere di salumi e formaggi posizionati dentro una specie di scodella di ferro. Per gli amanti del vino, esiste soltanto il vino bianco, niente rosso. Arriva questo fagotto e troviamo all'interno: 100 gr di speck. 100 gr di mortadella 200 gr di capocollo (o qualcosa di simile) 300 gr di porchetta (non di Ariccia) 4 mozzarelline piccole 2 ricottine diametro 7 cm una miniscodella con 5 pezzetti di salsiccia secca e altrettanti pezzi di formaggio. Una piccola scodella, con fagioli presi da un vasetto. Pane e nient'altro. (Le quantità non sono pesate ma all'incirca sono quelle). Abbiamo preso anche 3 porzioni di pasticcio di zucca e taleggio per i bambini. 1 bottiglia di vino 2 acque. Alla fine del pranzo arriva la parte interessante, chiediamo il conto e ci tira fuori 150€. (meno male che si spendeva di più in piazza che da lui). Chiediamo spiegazioni sul come sia possibile spendere così tanto per un tagliere di salumi. 15€ gli adulti (6) 90€ (i bambini non pagano) 10€ per ogni porzione di pasticcio di zucca quindi altri 30€. Poi vino e acqua altri 30 euro. Al nostro disappunto, ricalcola tutto e ci toglie 10€, quindi una bottiglia di vino e acqua 20€. Decisamente c'ha spennati. 🤬🤬 Il tagliere poteva aveva un costo non superiore a 30€, 3 porzioni di pasta da 8€=24€, vino 10€, acqua 5€ 2 bottiglie. Per un totale di 77€ non di più, quindi a conti fatti abbiamo pagato almeno 63€ in più, per non mangiare niente di particolare. Da evitare assolutamente, tante chiacchere e...
Read moreDelusione mascherata da tradizione
Siamo stati a pranzo in questo ristorante ieri io e dei miei amici, attratti dall'atmosfera rustica e accogliente che il posto riesce a creare, sia grazie all'ambientazione che al proprietario Remigio, una persona simpatica e con esperienza, affiancata da uno staff altrettanto cordiale. L'idea del "fagotto" ci ha incuriositi: un antipasto tipico della zona dei Castelli Romani, che potrebbe essere molto interessante. Tuttavia, il risultato è stato piuttosto deludente, soprattutto considerando la grande enfasi posta dal proprietario sulla qualità dei prodotti, scelti da lui personalmente in base al suo gusto.
Alcuni piatti sono risultati piacevoli, come il pomodoro, che però onestamente non differiva dal sapore che si potrebbe trovare in un orto di casa. Le patate e la porchetta, a onor del vero, sono state una sorpresa positiva: la porchetta era morbida e succulenta, per nulla secca come spesso accade. Tuttavia, questi pochi elementi non sono riusciti a compensare il resto del pasto, che non si è rivelato all'altezza delle aspettative create dalle parole del ristoratore.
Un altro aspetto che ha influito negativamente sull'esperienza è stata la mancanza di trasparenza sui prezzi. Il menù vero e proprio non esiste, se non per una piccola lavagna semi nascosta dietro alla porta d'ingresso. Questo rende difficile avere un'idea chiara dei costi, che poi si rivelano sproporzionati rispetto alla quantità e qualità del cibo (il fagotto costa 17 euro a persona). Inoltre, la scelta dei primi e secondi è quasi inesistente e non viene neppure menzionata dal personale, se non su esplicita richiesta.
L'atmosfera del locale, con la sua lunga storia che risale al 1920 e la narrazione commovente del passaggio di generazioni, è piacevole e ben studiata, ma purtroppo non compensa la realtà: si mangia bene, ma non eccellentemente, e le porzioni non giustificano i prezzi elevati. Alla fine, l'esperienza ci ha lasciati perplessi, con la sensazione che la tradizione venga usata più per mascherare le mancanze che per...
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