I dined at I Ruggieri after reading great things, and expecting a dinner well above the average. On the contrary, the food was less than bland and, although displayed pretentiously, a disappointment without subtlety. A true let down. Let me go into details: The opening was a sort of sandwitches/skewers made of gambas and fish (I forgot the fancy name that they had on the menu). They were presented with dots of various red,gree, yellow condiments that should allow varying the taste at will. The fish was allright but bland, without any particular care for the crispiness of the cooking, and nothing remarkable to it. The various colourful dots all had, in different ways, very unsubtle tates, and would have covered any other taste. Together, they were at ods with each other, and begged to remain separate. I was severely uninpressed.
The second course was a complete disaster. I asked for an orata with fruits and gorgonzola. There is a sacred rule in Italian cuisine: don't mix fish and cheese. But!...I'm all in favour or brilliant ways of violating "sacred rules" and I went for it, expecting some subtle interpretation that would make the fortunate customer wonder why such rules were ever created. What I received was a disaster: the orata had been zealously boiled to a sorry state, killing every taste, consistencey and happiness from its meat. These sad remaisn of a fish were then completely covered with fruits and gorgonzola. NO subtle interpretation, no mercy for the poor fish: just the dominant, overbearing taste of hot gorgonzola stuffed directly into your nose and mouth. I could have as well ordered a pizza-gorgonzola, or make a dish of penne with a gorgonzola nut on top. Instead of old experiences at Maison Pic or Il Gambero Rosso, I found myself reminescing of highway stops at bad autogrills.
The dessert was a chocolate heart that, although anonymous, was sadly the best part of that dinner.
As a final note, I measure my eating out experiences also based on the premises, and, in particular, the restrooms. Although the dinign rooms are pleasant, and in line wiht the high aims of this restaurant, the toilets have not seen a renovation in decades, and are in clear need of one, with ancient black smears, streaks and a vague overall smell making the toilet experience completely not in line with the pretentiousness of the premise.
So, in conclusion: this place is rather (not super) expensive and somehow aims at presenting an "international" cuisine, instead of local tastes. Unfortunately, it does it in the completely wrong way, and provides an unsavory mishmash of botched ideas. I have eaten waaaay better, in Messina, in a myriad of places. And for much less. Admittedly, few of them were as pretentious as this one. On a positive note, the staff was kind and caring.
Uncertain between 1 and 2 stars, I give it one star because I cannot take out of my mind the sensation, during that evening, of actually eating...
Read moreOgni volta che torno a Messina, da sola o con la mia famiglia, una tappa ai Ruggeri è ormai un rituale imprescindibile. È lì che ritrovo i sapori autentici dello Stretto, reinterpretati con maestria e visione. Di Alvise mi fido ciecamente: siamo amici da sempre, ci conosciamo dai tempi in cui remavamo insieme al Club Nautico Paradiso. Ed è proprio attraverso lui che ho conosciuto la cucina di Ambra Gigante, oggi chef del ristorante, una scoperta che si è rivelata, piatto dopo piatto, nel corso degli anni.
Ambra ha raccolto e trasformato l’eredità di Franco Ruggeri, padre di Alvise: uno chef di fama internazionale che, dopo aver girato il mondo, ha scelto di tornare nella sua amata Messina. Qui ha dato vita a una cucina d’autore, raffinata, capace di elevare i prodotti locali attraverso tecniche moderne e contaminazioni culturali, in un dialogo costante tra Oriente e Occidente.
Ambra ha raccolto l’eredità del padre trasformandola in un una visione tutta sua, portando avanti la filosofia del padre con uno stile personale, in continua evoluzione. Viaggia, sperimenta, si rinnova. La sua carta è un organismo vivo, mutevole, che si trasforma con le stagioni e con l’ispirazione del momento. I suoi piatti non si replicano mai identici, ma seguono un processo di crescita continua. Ogni creazione è un atto d’amore: un intreccio armonico di sapori, profumi e consistenze che seducono il palato e raccontano una storia. È una cucina che emoziona, che ti fa viaggiare nel tempo, tra le memorie del passato, gli slanci contemporanei e le visioni del futuro.
E poi c’è Alvise, che con la sua profonda conoscenza dei vini sa sempre guidarti verso l’abbinamento perfetto, aggiungendo un ulteriore livello all’esperienza sensoriale.
Cosa vi consiglio, se è la vostra prima volta ai Ruggeri? Affidatevi al menù del giorno. Lasciatevi condurre in un percorso unico, dove ogni piatto è una scoperta e ogni boccone una...
Read moreCena di lavoro. Avuto un feedback dai fruitori locali, ci si approccia al ristorante positivamente. Veniamo accolti gentilmente dal personale fatto accomodare in sala. Piccola stanza con soffitti alti, una parete grigia e le altre tre bianche. Applique in tessuto nero a parete. Ambiente un po’ freddino nell’aspetto. Tavoli piccoli e quindi sedute strette. Da rivedere il sistema di aspirazione in cucina perché la sala era invasa dagli odori del cucinato. Mise in place minimalista con posate poste in stile giapponese su bottone in ceramica. Un tumbler per acqua e un calice in vetro per il vino. Il personale è premuroso e cortese. Ci vengono subito proposti i piatti del giorno fuori menù e ci viene portato il menu con la carta dei vini. Si ordinano varie pietanze. Tagliata di tonno con e senza cipolla rossa caramellata, gambero alla beccafico, parmigiana di pesce, baccalà in humus di fave. Personalmente ho assaggiato gli ultime tre piatti elencati e non sono rimasto soddisfatto. Freddi, asciutti e slegati. Il gambero, confezionato molto tempo prima, era stato riscaldato e quindi si presentava alquanto asciutto. La parmigiana, che naturalmente va preparata prima, anch’essa stiepidita ma che dava sempre l’impressione di un qualcosa di non fresco, da sottolineare in questo caso che la presentazione nel piatto era carina o meglio, geometricamente sobria. Il baccalà era totalmente slegato dall’ humus di fave, e quest’ultimo aveva anche un sentore di acidità che non gradivo. Infine il caffè, no, meglio altro. I prezzi sono nella norma se rispettassero la bontà delle portate. Mi aspettavo freschezza, fantasia e bontà e non li ho trovati. È un mio parere, io non lo sceglierei per una...
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