Anita Monteverde | Bar & Cucina — Restaurant in Rome

When you enter the Bistro you got immersed in warm grape shaped lights dangling from the ceiling, the walls in yellow with posters here and there. The music playing bans the cacophonous traffic outside. In front of you is a huge bar and behind is another working counter island for the battista. More than the average number of tables left and right to the bar. I enjoyed my time and was thinking of Anita in what follows now: The moment I saw the name of this bistro the refrain of this Schlager- Evergreen "Anita", a song by Costa Cordalis, 1976, emerged from my memory. Cordalis passed away 2019. "...Ich fand sie irgendwo, allein in Mexiko Anita (Anita) Schwarz war ihr Haar Die Augen wie zwei Sterne so klar Ich bau' für uns ein Nest, wo sich's leben lässt..." Translation into English by Google musicians Translation by Google I found her somewhere alone in Mexico Anita (Anita) Her hair was black The eyes like two stars so clear I'll build a nest for us where we can live. The Bistro is close to a bicycle shop where I just carried my bicycle to, on my shoulders for the last 3 km after a flat tire on a downhill. I experience a streak of bad luck with my bicycle and now I am waiting for the cycle shop to open... thinking of "dolce vita far niente" it is not here in Italy but...

Wonderful, friendly and inexpensive bar-restaurant that's as comfortable for afternoon coffee or cocktails as it is for burgers or pizza.

The waiter, whose English was excellent, suggested a bottle of Syrah. The wine was sharp and with a strong currant taste that was not something I'd drink on its own but was an excellent pairing with the ham and buffalo mozzarella pizza I ordered. It also went well with the tiramasu dessert, which was light and flavourful.

The rest of my party ordered the margarita pizza and chocolate cake and complimented both.

There was a choice of indoor or outdoor dining.

The service was prompt and attentive and the bill was a...

Buonasera. Sono arrivata per fare aperitivo e mi sono fermata, locale carino accogliente e modesto. Appena arrivata ricevo subito le attenzioni piu che attenzioni da parte di un cameriere tra battute sorrisi. Mi invita a restare per cena ma io esprimo la mia difficoltá dato che fossi celiaca.. Subito lui porta il menu consigliandomi tra il salmone e un tipo di carne giapponese invitandomi dopo essere venuti due turisti a guardare il tipo di carne e colore e dicendomi di affrettarmi senno sarebbe finita. Decido di rimanere e mi viene spiegato che é un tipo di carne ’PROVENIENTE DA UNA VACCA CHE PASCOLA E MANGIA ERBA SANA’ allora decido e sotto consiglio del ragazzo ordino metá bistecca saranno stati 150gr con patate al forno. In tutto cio vorrei ricordare che ci si trova in viale del quattro venti. Finisco chiedo il conto e mi arrivano 95€ di totale per 150 gr di carne e per delle patate al forno. Pago ringrazio ed esco. Mi rivolgo al proprietario chiendendo spiegazioni per il conto, e lui mi spiega che fosse normale il prezzo per la qualitá della carne. Mi chiedo.. Un tipo di carne cosi pregiata viene presentata come una VACCA CHE MANGIA ERBA BUONA? É come se ARMANI vendesse una sua giacca a 4000€ presentandola come un capo fatto non si sa dove e da chi.. da un tizio o fabbrica cosi a caso. Dov’ é esclusività allora? Il lusso? Sarebbe di buona norma innanzitutto spiegare l’origine, L esclusività, e il prezzo di un prodotto dato che ricordo non ci troviamo in piazza di spagna. Ma soprattutto metterlo nelle mani di persone competenti che sanno rappresentarlo e valorizzarlo e che sanno darne il giusto valore, non al primo ragazzino che capita solo per battere cassa e prendere in giro la gente completamente incompetente. Del resto il gusto é intrinseco come la competenza. Per tutto il resto rimane una semplice VACCA CHE...