Farina Kitchen — Restaurant in Rome

We dropped in for a quick dinner at Farina. It was a little chaotic, they seemed to be a little short staffed, but maybe this is part of the vibe. Our food was good and service adequate. We were lured here by the great web presence and wonderful pictures of the food. I would say the the images and reviews that we read and saw increased our expectations beyond what we actually experienced. The wine list was short and expensive so I opted for a german pilsner that was ok too. I was not as fresh as I was hoping for. We ordered 1 and 1sparkling and still water but could not tell the difference. Here is the run down on the dishes. Smoked salmon salad: generous portion and fresh tasty dressing, possibly the best dish we had on our visit. Carbonara: my daughter ordered the carbonara, she has a very trusted pallet, and critiqued the best of the best eggy deliciousness in Rome) described it as good but more cheesy than eggy. She thought it lacked the creaminess that comes from the proper use of eggs in the sauce that tasted more cheese than egg. Pulled Tuna sandwich: I was intrigued by this menu option and gave it a try...I could not really pick out that it was tuna, the texture was fine, bread was good, but a little too much mayo and BBQ sauce versus tuna flavor. Pesto Ristoto: was good and probably the second best dish we ordered, the Stracciatella cheese was fresh and balanced the pesto, there was a scant amount of Guanciale, had there been enough to balance and even out the bites this could have been outstanding. At the end of the day we may not had ordered well here at Farina but we had a...

I stayed near here when I was in town for a conference, and we ended up eating here five times. Everything we tried on the menu was delicious, and the service was friendly and welcoming every time, even when we came on a busy night and were stationed at a makeshift table.

But what kept me coming back, besides the convenience, was their unbelievably delicious meatball sandwich, the “Sughino.” Let me describe it.

First, the bread. Pizza dough, aged for 72 hours for deep flavor, then baked into ciabatta-like sandwich loaves, just barely charred, that are shatteringly crispy on the outside and pillowy on the inside.

Then, the fillings. Meatballs, tender and rich. Generous melted Provolone. Fresh basil. Tangy, bright tomato sauce. Hot and funky 'nduja (a spicy spreadable sausage). And the crowning touch: eggplant, smoked and fried, for a hauntingly smoky, savory punch.

I will be dreaming about this sandwich. Get...

Sono invitato a pranzo però mi trovo occupato per lavoretti in zona Porta Portese. Niente male, il mio amico mi raggiunge e troviamo un ristopizzeria nei paraggi. Non ne avevo un ottimo ricordo ma chissà, a volte una sola visita non è sufficiente per un giudizio sereno e me ne sto zitto. È presto, stanno preparando, a Roma si pranza tardi e sono appena le 12,20. Siamo nordici e anticipare non ci preoccupa, poi il tempo uggioso mette appetito. Ci sediamo nella veranda esterna al lato lungo completamente aperto e rivolto al ristorante, nel mezzo il marciapiede. Avvertiamo che non abbiamo fretta e ci accontenteremo di due birre per far compagnia alle chiacchiere, nel rispetto del loro lavoro di approntamento del locale. Una leggera brezza ci delizia mentre il cameriere arriva per raccogliere l'ordine. Due pizze, niente di che, per me ben cotta. Siamo i soli clienti. Nell'attesa, entrambi fumatori, chiediamo un posacenere. C'è , ma dovremmo uscire dalla pedana perché ai tavoli non si può fumare. Mi permetto di contestare, siamo soli, veranda completamente aperta su un lato, brezza, provo a dire che se arriveranno altri clienti ci adegueremo, invece niente. Rigido lui, cameriere ma anche comproprietario, immagino io. Nessun problema, mi alzo, prendo il posacenere, scendo dalla pedana e dal marciapiede mi accendo una paglia continuando a conversare col mio amico in una posizione praticamente distante mezzo metro dalla mia sedia. Tutto avviene con naturalezza comprensivo del divieto ma anche dei limiti a quella rigidità. Arriva la pizza, non ben cotta, pazienza. Finiamo e ce ne andiamo. A casa, un'ora dopo, guarda un po' , stesso problema della prima volta. Sarà il mio colon irritabile o che...boh. Fatto sta' che è l'ultima volta che frequento quel posto, primo perché i rigidini non li apprezzo, secondo perché quell'impasto è incompatibile col mio metabolismo, terzo perché era pure piccoletta come pizza e... poco cotta. Per concludere ricordo che la prima volta in quel posto fu durante la pandemia dove le pedane esterne erano l'unico modo per consumare una pizza. Allora io e mia moglie che mi accompagnava, riflettemmo sul fatto che la veranda fosse completamente isolata dall'esterno grazie ai pannelli di plastica, che l'aria non circolasse a sufficienza e che il locale fosse quella sera affollato di persone. Dai, gli dissi, evitiamo di essere troppo rigidi. Così, insomma, il fumo fa male, il COVID no, e per quanto riguarda l'eccessiva rigidità... dipende dalla dotazione individuale...