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Vicolo della Neve — Restaurant in Salerno

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Vicolo della Neve
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Cathedral of Santa Maria degli Angeli, San Matteo and San Gregorio VII
Piazza Alfano I, 84125 Salerno SA, Italy
Church of St. George
Via Duomo, 19, 84121 Salerno SA, Italy
Monumental Complex of San Pedro next to Court - Hypogeum and Palatine Chapel
Larghetto S. Pietro a Corte, 8, 84121 Salerno SA, Italy
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Ingordo
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Vicolo della Neve, 21, 84121 Salerno SA, Italy
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Salerno Mare e Luci Deluxe
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B&B Il sorriso
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Un Tetto Di Stelle Deluxe Home
Via Roma, 162, 84121 Salerno SA, Italy
La Casa degli Angeli
via delle botteghelle, Vicolo Adelberga, 4, 84121 Salerno SA, Italy
Il Risveglio b&b
Vicolo della Neve, 10, 84121 Salerno SA, Italy
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Vicolo della Neve things to do, attractions, restaurants, events info and trip planning
Vicolo della Neve
ItalyCampaniaSalernoVicolo della Neve

Basic Info

Vicolo della Neve

Antica Pizzeria, Vicolo della Neve, 24, 84100 Salerno SA, Italy
4.2(391)
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Ratings & Description

Info

attractions: Cathedral of Santa Maria degli Angeli, San Matteo and San Gregorio VII, Church of St. George, Monumental Complex of San Pedro next to Court - Hypogeum and Palatine Chapel, Provincial Art Gallery of Salerno, Diocesan Museum of San Matteo, Virtual Museum of Salerno's Medical School, Giardino della Minerva, Villa Comunale di Salerno, Provincial Archaeological Museum of Salerno, Church of the Crucifix, restaurants: Ingordo, Osteria dei Mercanti, Dolci Ricordi, Osteria dedicato a mio padre, Pizzeria Funiculì, L'Unico Drink & Food Salerno, El Salvador Ristorante Messicano, A'Corte, Osteria dei Sapori, La Smorfia
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Margherita
Pomodoro, fiordilatte, olio evo colline salernitane. Basilico (tomato, fior di latte cheese, evo oil colline salernitane, basil)
Marinara
Pomodoro, pomodorini confit, aglio rosso, origano di montagna, basilico, olio evo colline salernitane (tomato, confit cherry tomatoes, red garlic, mountain oregano, basil, evo oil colline salernitane)
Dop
Pomodoro, mozzarella di bufala, olio evo colline salernitane e basilico (tomato, buffalo mozzarella, evo oil colline salernitane, basil)
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Pomodoro a lunga cottura, cacioricotta cilentana, basilico, olio evo colline salernitane (slow-cooked tomato sauce, cilentano cacioricotta cheese, basil, evo oil colline salernitane)
Diavola
Pomodoro, fiordilatte, salame semi stagionato locale, peperoncino, basilico, olio evo colline salernitane (tomato. Fior di latte cheese, local semi-cured salami, chili pepper, evo oil colline salernitane, basil)

Reviews

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Cathedral of Santa Maria degli Angeli, San Matteo and San Gregorio VII

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Church of St. George

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Monumental Complex of San Pedro next to Court - Hypogeum and Palatine Chapel

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Provincial Art Gallery of Salerno

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Make pasta and tiramisu with an Italian farmer
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Osteria dei Mercanti

Dolci Ricordi

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Osteria dei Sapori

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Ingordo

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Osteria dei Mercanti

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Dolci Ricordi

Dolci Ricordi

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Osteria dedicato a mio padre

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4.1

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Reviews of Vicolo della Neve

4.2
(391)
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2.0
1y

Volevo trascorrere una serata spensierata con gli amici, rigustando i sapori che ricordavo del vecchio Vicolo della Neve. La prima accoglienza sembrava promettere bene, purtroppo però non è stata una giusta impressione. Avevo prenotato (con buon anticipo) per 7 persone e ci siamo ritrovati in un tavolo dove sarebbero state strette anche 6. Il bello è che il ristorante non era pieno e il lungo tavolo dietro di noi è rimasto mezzo vuoto per tutta la serata. Abbiamo voluto provare diversi antipasti (anche per confronto con il pregresso) e mi sono voluto fidare del proprietario (sbagliando) sulle quantità da ordinare. Le portate, decisamente eccessive come antipasto, sono arrivate tutte contemporaneamente. Il primo disappunto è arrivato quando ho chiesto al cameriere di aspettare un attimo con le ultime uscite perché non sapevamo più dove mettere i piatti (visto che il tavolo era piccolissimo). La risposta da vero cafone è stata: “siete voi che avete ordinato tutto insieme”. Non gli ho risposto male come avrebbe meritato, ho solo insistito nell’attendere qualche minuto. Sembrava che ci volessero fare ingozzare come se avessero una gran fretta. Dimenticavo di dire che prima degli antipasti avevo ordinato un Falerno del Massico e la cameriera ha deciso di portarmi invece 2 bottiglie di un vino completamente diverso, dicendo che di Falerno ne era rimasta solo una. Le ho quindi chiesto se potevo decidere io se prendere più di una bottiglia e, nel caso, quale scegliere come seconda. Mi ha guardato male e con fare molto disturbato mi ha portato la bottiglia che avevo chiesto. Quando il proprietario si è avvicinato per chiedere se andava tutto bene ho iniziato a dirgli con molta educazione la questione dello spazio a tavola, ha subito annuito sorridendo e mentre parlavo lui lentamente si allontanava con estrema disinvoltura…. io parlavo e lui pian piano è arrivato nell’altra sala. Insomma non mi ha nemmeno ascoltato. Velo pietoso poi sulla risposta che ha dato alla domanda di una persona del mio tavolo: “il ragù è alla napoletana o alla bolognese?”. Tu, proprietario o gestore, volto del locale che dovrebbe farti guadagnare da vivere, non ti puoi permettere di rispondere: “dire a un salernitano ragù alla napoletana è un’offesa”, innanzi tutto perché è una ricetta che si chiama così anche in America, non vuol dire che lo fanno solo i napoletani, e poi perché non puoi sapere chi sta seduto al mio tavolo. Servizio quindi veramente pessimo, brava e in gamba soltanto la ragazza bionda straniera. Per quanto riguarda le pietanze, anche là è arrivata un bel po’ di delusione. Senza entrare nel merito dei prezzi (secondo me ingiustificatamente alti), i peperoni (8 euro ognuno) erano del tutto senza sapore, la parmigiana (8 euro un quadratino) non era pessima ma piena d’olio e nulla di che, le polpette (9 euro una porzione da 3), troppo speziate. Si salvavano i salumi, pochi ma buoni (12 euro al piatto) e, decisamente la cosa migliore della serata, i fiori di zucca ripieni (7 euro al piatto), davvero buoni. La salsiccia espressamente ordinata al proprietario per l’unico bimbo a tavola era piena di aglio e pinzimonio… poteva anche dircelo prima o fare una modifica al piatto, visto che sapeva che non era per un adulto. Dopo gli antipasti 2 persone hanno preso pasta al ragù, 16 euro ogni piatto, pietanza decente ma veramente un furto. Non abbiamo ordinato nessun altro primo o secondo perchè sazi ma abbiamo voluto comunque provare una pizza da dividere ed anche quella, per fortuna, era buona (motivo per il quale non ho messo il minimo punteggio alla recensione). Dei sette a tavola uno solo ha preso il dolce, io ho preso un amaro e poi 2 caffè. Da bere, oltre a 1 bottiglia di vino abbiamo preso anche 2 birre, acqua, coca e the. Totale 244 euro (35 euro a persona) che non commento ulteriormente. Mi sarei aspettato almeno il caffè in omaggio… ma hanno preso fino all’ultimo centesimo. Ciliegina sulla torta, quando siamo usciti abbiamo più volte salutato senza ricevere alcuna risposta…...

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5.0
1y

Il Vicolo della Neve: un tuffo nel cuore della tradizione salernitana

Il Vicolo della Neve è un viaggio nel tempo attraverso i sapori. Tramandati da Don Peppino Carro a Matteo Bonavita, e ora affidati alle cure di tre giovani imprenditori, questi sapori autentici continuano a evolversi, mantenendo intatta l'anima del luogo.

Questa storica trattoria, custode di tradizioni secolari, ci accoglie in un'atmosfera autentica e suggestiva. Dominando l'ingresso, un maestoso dipinto di Clemente Tafuri, che contrappone la Gioventù e la Vecchiaia, ci ricorda l'eterno fluire del tempo e la continuità della tradizione.

Entrare al Vicolo della Neve è come fare un passo indietro nel tempo. Le mura, impregnate di storia, raccontano di un'epoca in cui il locale, aperto esclusivamente a cena, era un punto di riferimento per gli amanti della buona cucina. E proprio questi sapori, tramandati di generazione in generazione, sono i protagonisti indiscussi di questa cucina. Dalle polpette al sugo, morbide e avvolgenti, alla parmigiana di melanzane, preparata con ingredienti freschissimi e un tocco di nostalgia, ogni piatto è un omaggio alla tradizione salernitana. La frittata di cipolle, la ciambotta e le salsicce,cotte alla perfezione, deliziano il palato con il loro sapore intenso. Ma è la pasta e fagioli che ruba la scena: un piatto povero, ma ricco di sapore, preparato secondo un'antica ricetta di famiglia. Per gli amanti della pizza, il cinquetto è un must: un calzone ripieno di fiordilatte, uova strapazzate con sale e pepe, formaggio e salame semi stagionato. Un connubio di sapori che conquista al primo morso. Ma non finisce qui: per chi preferisce un gusto più delicato, il calzone con la scarola è l'alternativa perfetta.

La storia di questo luogo è affascinante. La cella frigorifera, un tempo utilizzata per scopi diversi, è oggi un'attrazione unica che ci riporta ai tempi in cui il ghiaccio era un bene prezioso. Sebbene non si abbia certezza sulla presenza costante di ghiaccio al suo interno, la sua struttura e la sua posizione all'interno del locale ne testimoniano l'importanza.

Per chi desidera approfondire la storia del Vicolo della Neve, è disponibile un libro dedicato, che racconta le origini del locale e le sue evoluzioni nel tempo. Un'occasione unica per scoprire i segreti di questo luogo leggendario.

In conclusione, il Vicolo della Neve è molto più di un ristorante. È un'esperienza completa, un viaggio nel tempo e nei sapori della tradizione salernitana. Se siete a Salerno, non potete perdervi l'opportunità di assaggiare la pasta e fagioli, di gustare un cinquetto o un calzone con la scarola, e di immergervi nell'atmosfera unica di questo...

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4.0
8y

Local. The house got full, ther were 2 more tourists there.

The dishes are prepared in big pots, they are held in a big glass box where everyone can see them. When you order, they make a portion of whatever you have in the oven- this speeds up pretty much everything, you get your food fast.

Food was very tasty -you have to like it a bit oily- so, a matter of taste. The FISH was great. During our time there several locals came in for at least 4 pizza take away each.

Drinks- rather the common- nothing special but very cheap. Big beer (0,6) 3€.

Personal was outgoing (our waiter at least).

Tables are very close to each other.

I would go again there...

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Enrico RaitiEnrico Raiti
Volevo trascorrere una serata spensierata con gli amici, rigustando i sapori che ricordavo del vecchio Vicolo della Neve. La prima accoglienza sembrava promettere bene, purtroppo però non è stata una giusta impressione. Avevo prenotato (con buon anticipo) per 7 persone e ci siamo ritrovati in un tavolo dove sarebbero state strette anche 6. Il bello è che il ristorante non era pieno e il lungo tavolo dietro di noi è rimasto mezzo vuoto per tutta la serata. Abbiamo voluto provare diversi antipasti (anche per confronto con il pregresso) e mi sono voluto fidare del proprietario (sbagliando) sulle quantità da ordinare. Le portate, decisamente eccessive come antipasto, sono arrivate tutte contemporaneamente. Il primo disappunto è arrivato quando ho chiesto al cameriere di aspettare un attimo con le ultime uscite perché non sapevamo più dove mettere i piatti (visto che il tavolo era piccolissimo). La risposta da vero cafone è stata: “siete voi che avete ordinato tutto insieme”. Non gli ho risposto male come avrebbe meritato, ho solo insistito nell’attendere qualche minuto. Sembrava che ci volessero fare ingozzare come se avessero una gran fretta. Dimenticavo di dire che prima degli antipasti avevo ordinato un Falerno del Massico e la cameriera ha deciso di portarmi invece 2 bottiglie di un vino completamente diverso, dicendo che di Falerno ne era rimasta solo una. Le ho quindi chiesto se potevo decidere io se prendere più di una bottiglia e, nel caso, quale scegliere come seconda. Mi ha guardato male e con fare molto disturbato mi ha portato la bottiglia che avevo chiesto. Quando il proprietario si è avvicinato per chiedere se andava tutto bene ho iniziato a dirgli con molta educazione la questione dello spazio a tavola, ha subito annuito sorridendo e mentre parlavo lui lentamente si allontanava con estrema disinvoltura…. io parlavo e lui pian piano è arrivato nell’altra sala. Insomma non mi ha nemmeno ascoltato. Velo pietoso poi sulla risposta che ha dato alla domanda di una persona del mio tavolo: “il ragù è alla napoletana o alla bolognese?”. Tu, proprietario o gestore, volto del locale che dovrebbe farti guadagnare da vivere, non ti puoi permettere di rispondere: “dire a un salernitano ragù alla napoletana è un’offesa”, innanzi tutto perché è una ricetta che si chiama così anche in America, non vuol dire che lo fanno solo i napoletani, e poi perché non puoi sapere chi sta seduto al mio tavolo. Servizio quindi veramente pessimo, brava e in gamba soltanto la ragazza bionda straniera. Per quanto riguarda le pietanze, anche là è arrivata un bel po’ di delusione. Senza entrare nel merito dei prezzi (secondo me ingiustificatamente alti), i peperoni (8 euro ognuno) erano del tutto senza sapore, la parmigiana (8 euro un quadratino) non era pessima ma piena d’olio e nulla di che, le polpette (9 euro una porzione da 3), troppo speziate. Si salvavano i salumi, pochi ma buoni (12 euro al piatto) e, decisamente la cosa migliore della serata, i fiori di zucca ripieni (7 euro al piatto), davvero buoni. La salsiccia espressamente ordinata al proprietario per l’unico bimbo a tavola era piena di aglio e pinzimonio… poteva anche dircelo prima o fare una modifica al piatto, visto che sapeva che non era per un adulto. Dopo gli antipasti 2 persone hanno preso pasta al ragù, 16 euro ogni piatto, pietanza decente ma veramente un furto. Non abbiamo ordinato nessun altro primo o secondo perchè sazi ma abbiamo voluto comunque provare una pizza da dividere ed anche quella, per fortuna, era buona (motivo per il quale non ho messo il minimo punteggio alla recensione). Dei sette a tavola uno solo ha preso il dolce, io ho preso un amaro e poi 2 caffè. Da bere, oltre a 1 bottiglia di vino abbiamo preso anche 2 birre, acqua, coca e the. Totale 244 euro (35 euro a persona) che non commento ulteriormente. Mi sarei aspettato almeno il caffè in omaggio… ma hanno preso fino all’ultimo centesimo. Ciliegina sulla torta, quando siamo usciti abbiamo più volte salutato senza ricevere alcuna risposta… che tristezza.
davide castellanodavide castellano
Il Vicolo della Neve: un tuffo nel cuore della tradizione salernitana Il Vicolo della Neve è un viaggio nel tempo attraverso i sapori. Tramandati da Don Peppino Carro a Matteo Bonavita, e ora affidati alle cure di tre giovani imprenditori, questi sapori autentici continuano a evolversi, mantenendo intatta l'anima del luogo. Questa storica trattoria, custode di tradizioni secolari, ci accoglie in un'atmosfera autentica e suggestiva. Dominando l'ingresso, un maestoso dipinto di Clemente Tafuri, che contrappone la Gioventù e la Vecchiaia, ci ricorda l'eterno fluire del tempo e la continuità della tradizione. Entrare al Vicolo della Neve è come fare un passo indietro nel tempo. Le mura, impregnate di storia, raccontano di un'epoca in cui il locale, aperto esclusivamente a cena, era un punto di riferimento per gli amanti della buona cucina. E proprio questi sapori, tramandati di generazione in generazione, sono i protagonisti indiscussi di questa cucina. Dalle polpette al sugo, morbide e avvolgenti, alla parmigiana di melanzane, preparata con ingredienti freschissimi e un tocco di nostalgia, ogni piatto è un omaggio alla tradizione salernitana. La frittata di cipolle, la ciambotta e le salsicce,cotte alla perfezione, deliziano il palato con il loro sapore intenso. Ma è la pasta e fagioli che ruba la scena: un piatto povero, ma ricco di sapore, preparato secondo un'antica ricetta di famiglia. Per gli amanti della pizza, il cinquetto è un must: un calzone ripieno di fiordilatte, uova strapazzate con sale e pepe, formaggio e salame semi stagionato. Un connubio di sapori che conquista al primo morso. Ma non finisce qui: per chi preferisce un gusto più delicato, il calzone con la scarola è l'alternativa perfetta. La storia di questo luogo è affascinante. La cella frigorifera, un tempo utilizzata per scopi diversi, è oggi un'attrazione unica che ci riporta ai tempi in cui il ghiaccio era un bene prezioso. Sebbene non si abbia certezza sulla presenza costante di ghiaccio al suo interno, la sua struttura e la sua posizione all'interno del locale ne testimoniano l'importanza. Per chi desidera approfondire la storia del Vicolo della Neve, è disponibile un libro dedicato, che racconta le origini del locale e le sue evoluzioni nel tempo. Un'occasione unica per scoprire i segreti di questo luogo leggendario. In conclusione, il Vicolo della Neve è molto più di un ristorante. È un'esperienza completa, un viaggio nel tempo e nei sapori della tradizione salernitana. Se siete a Salerno, non potete perdervi l'opportunità di assaggiare la pasta e fagioli, di gustare un cinquetto o un calzone con la scarola, e di immergervi nell'atmosfera unica di questo luogo magico.
M. P.M. P.
Partiamo dal presupposto che sono tornato dopo anni — circa vent'anni — da quando il Vicolo della Neve era gestito dal mitico Don Matteo Bonavita: la famosa pasta e fagioli riposata era ’na fine ’ro munno! 😄 Ci sono ritornato ieri sera, spinto da un po’ di nostalgia ma anche dalla curiosità di vedere come fosse cambiato questo locale storico del centro di Salerno. Devo dire: tanto di cappello a chi oggi porta avanti la gestione. La qualità del cibo è davvero ottima, con piatti tipici della tradizione salernitana cucinati con rispetto e attenzione. Ovviamente, la pasta e fagioli rimane buona — ma chell’ e Don Matteo era proprio n’ata cosa 😉 Il locale, situato nel cuore del centro storico, conserva il suo fascino con archi in pietra e atmosfera autentica, ma ha saputo anche rinnovarsi: oggi è più curato, più luminoso, e l’impronta è quella di una ristorazione che guarda avanti senza dimenticare le radici. Un posto che merita assolutamente una visita, sia per chi passa da Salerno sia per chi ci soggiorna. È uno di quei luoghi dove si assapora la vera cucina salernitana — dal peperone mbuttunato alla parmigiana di melanzane, fino alle pizze cotte nel forno a legna. Se proprio devo trovare un piccolo neo, lo direi come incoraggiamento: il servizio. Magari un pizzico di calore in più, di quella cordialità familiare che era la firma di Don Matteo, renderebbe l’esperienza ancora più perfetta. In ogni caso, è bello sapere che Vicolo della Neve continua la sua storia con rispetto e passione. E tornandoci, un po’ di quella magia di un tempo la si ritrova ancora tutta. Chicca finale in salernitano: “Da Don Matteo, ‘o cafè nun te lo fa…” Purtroppo ora la tradizione non si mantiene più, e chi è di vecchia data a Salerno ti saprebbe spiegare bene che così era la vera usanza!
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Volevo trascorrere una serata spensierata con gli amici, rigustando i sapori che ricordavo del vecchio Vicolo della Neve. La prima accoglienza sembrava promettere bene, purtroppo però non è stata una giusta impressione. Avevo prenotato (con buon anticipo) per 7 persone e ci siamo ritrovati in un tavolo dove sarebbero state strette anche 6. Il bello è che il ristorante non era pieno e il lungo tavolo dietro di noi è rimasto mezzo vuoto per tutta la serata. Abbiamo voluto provare diversi antipasti (anche per confronto con il pregresso) e mi sono voluto fidare del proprietario (sbagliando) sulle quantità da ordinare. Le portate, decisamente eccessive come antipasto, sono arrivate tutte contemporaneamente. Il primo disappunto è arrivato quando ho chiesto al cameriere di aspettare un attimo con le ultime uscite perché non sapevamo più dove mettere i piatti (visto che il tavolo era piccolissimo). La risposta da vero cafone è stata: “siete voi che avete ordinato tutto insieme”. Non gli ho risposto male come avrebbe meritato, ho solo insistito nell’attendere qualche minuto. Sembrava che ci volessero fare ingozzare come se avessero una gran fretta. Dimenticavo di dire che prima degli antipasti avevo ordinato un Falerno del Massico e la cameriera ha deciso di portarmi invece 2 bottiglie di un vino completamente diverso, dicendo che di Falerno ne era rimasta solo una. Le ho quindi chiesto se potevo decidere io se prendere più di una bottiglia e, nel caso, quale scegliere come seconda. Mi ha guardato male e con fare molto disturbato mi ha portato la bottiglia che avevo chiesto. Quando il proprietario si è avvicinato per chiedere se andava tutto bene ho iniziato a dirgli con molta educazione la questione dello spazio a tavola, ha subito annuito sorridendo e mentre parlavo lui lentamente si allontanava con estrema disinvoltura…. io parlavo e lui pian piano è arrivato nell’altra sala. Insomma non mi ha nemmeno ascoltato. Velo pietoso poi sulla risposta che ha dato alla domanda di una persona del mio tavolo: “il ragù è alla napoletana o alla bolognese?”. Tu, proprietario o gestore, volto del locale che dovrebbe farti guadagnare da vivere, non ti puoi permettere di rispondere: “dire a un salernitano ragù alla napoletana è un’offesa”, innanzi tutto perché è una ricetta che si chiama così anche in America, non vuol dire che lo fanno solo i napoletani, e poi perché non puoi sapere chi sta seduto al mio tavolo. Servizio quindi veramente pessimo, brava e in gamba soltanto la ragazza bionda straniera. Per quanto riguarda le pietanze, anche là è arrivata un bel po’ di delusione. Senza entrare nel merito dei prezzi (secondo me ingiustificatamente alti), i peperoni (8 euro ognuno) erano del tutto senza sapore, la parmigiana (8 euro un quadratino) non era pessima ma piena d’olio e nulla di che, le polpette (9 euro una porzione da 3), troppo speziate. Si salvavano i salumi, pochi ma buoni (12 euro al piatto) e, decisamente la cosa migliore della serata, i fiori di zucca ripieni (7 euro al piatto), davvero buoni. La salsiccia espressamente ordinata al proprietario per l’unico bimbo a tavola era piena di aglio e pinzimonio… poteva anche dircelo prima o fare una modifica al piatto, visto che sapeva che non era per un adulto. Dopo gli antipasti 2 persone hanno preso pasta al ragù, 16 euro ogni piatto, pietanza decente ma veramente un furto. Non abbiamo ordinato nessun altro primo o secondo perchè sazi ma abbiamo voluto comunque provare una pizza da dividere ed anche quella, per fortuna, era buona (motivo per il quale non ho messo il minimo punteggio alla recensione). Dei sette a tavola uno solo ha preso il dolce, io ho preso un amaro e poi 2 caffè. Da bere, oltre a 1 bottiglia di vino abbiamo preso anche 2 birre, acqua, coca e the. Totale 244 euro (35 euro a persona) che non commento ulteriormente. Mi sarei aspettato almeno il caffè in omaggio… ma hanno preso fino all’ultimo centesimo. Ciliegina sulla torta, quando siamo usciti abbiamo più volte salutato senza ricevere alcuna risposta… che tristezza.
Enrico Raiti

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Il Vicolo della Neve: un tuffo nel cuore della tradizione salernitana Il Vicolo della Neve è un viaggio nel tempo attraverso i sapori. Tramandati da Don Peppino Carro a Matteo Bonavita, e ora affidati alle cure di tre giovani imprenditori, questi sapori autentici continuano a evolversi, mantenendo intatta l'anima del luogo. Questa storica trattoria, custode di tradizioni secolari, ci accoglie in un'atmosfera autentica e suggestiva. Dominando l'ingresso, un maestoso dipinto di Clemente Tafuri, che contrappone la Gioventù e la Vecchiaia, ci ricorda l'eterno fluire del tempo e la continuità della tradizione. Entrare al Vicolo della Neve è come fare un passo indietro nel tempo. Le mura, impregnate di storia, raccontano di un'epoca in cui il locale, aperto esclusivamente a cena, era un punto di riferimento per gli amanti della buona cucina. E proprio questi sapori, tramandati di generazione in generazione, sono i protagonisti indiscussi di questa cucina. Dalle polpette al sugo, morbide e avvolgenti, alla parmigiana di melanzane, preparata con ingredienti freschissimi e un tocco di nostalgia, ogni piatto è un omaggio alla tradizione salernitana. La frittata di cipolle, la ciambotta e le salsicce,cotte alla perfezione, deliziano il palato con il loro sapore intenso. Ma è la pasta e fagioli che ruba la scena: un piatto povero, ma ricco di sapore, preparato secondo un'antica ricetta di famiglia. Per gli amanti della pizza, il cinquetto è un must: un calzone ripieno di fiordilatte, uova strapazzate con sale e pepe, formaggio e salame semi stagionato. Un connubio di sapori che conquista al primo morso. Ma non finisce qui: per chi preferisce un gusto più delicato, il calzone con la scarola è l'alternativa perfetta. La storia di questo luogo è affascinante. La cella frigorifera, un tempo utilizzata per scopi diversi, è oggi un'attrazione unica che ci riporta ai tempi in cui il ghiaccio era un bene prezioso. Sebbene non si abbia certezza sulla presenza costante di ghiaccio al suo interno, la sua struttura e la sua posizione all'interno del locale ne testimoniano l'importanza. Per chi desidera approfondire la storia del Vicolo della Neve, è disponibile un libro dedicato, che racconta le origini del locale e le sue evoluzioni nel tempo. Un'occasione unica per scoprire i segreti di questo luogo leggendario. In conclusione, il Vicolo della Neve è molto più di un ristorante. È un'esperienza completa, un viaggio nel tempo e nei sapori della tradizione salernitana. Se siete a Salerno, non potete perdervi l'opportunità di assaggiare la pasta e fagioli, di gustare un cinquetto o un calzone con la scarola, e di immergervi nell'atmosfera unica di questo luogo magico.
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Partiamo dal presupposto che sono tornato dopo anni — circa vent'anni — da quando il Vicolo della Neve era gestito dal mitico Don Matteo Bonavita: la famosa pasta e fagioli riposata era ’na fine ’ro munno! 😄 Ci sono ritornato ieri sera, spinto da un po’ di nostalgia ma anche dalla curiosità di vedere come fosse cambiato questo locale storico del centro di Salerno. Devo dire: tanto di cappello a chi oggi porta avanti la gestione. La qualità del cibo è davvero ottima, con piatti tipici della tradizione salernitana cucinati con rispetto e attenzione. Ovviamente, la pasta e fagioli rimane buona — ma chell’ e Don Matteo era proprio n’ata cosa 😉 Il locale, situato nel cuore del centro storico, conserva il suo fascino con archi in pietra e atmosfera autentica, ma ha saputo anche rinnovarsi: oggi è più curato, più luminoso, e l’impronta è quella di una ristorazione che guarda avanti senza dimenticare le radici. Un posto che merita assolutamente una visita, sia per chi passa da Salerno sia per chi ci soggiorna. È uno di quei luoghi dove si assapora la vera cucina salernitana — dal peperone mbuttunato alla parmigiana di melanzane, fino alle pizze cotte nel forno a legna. Se proprio devo trovare un piccolo neo, lo direi come incoraggiamento: il servizio. Magari un pizzico di calore in più, di quella cordialità familiare che era la firma di Don Matteo, renderebbe l’esperienza ancora più perfetta. In ogni caso, è bello sapere che Vicolo della Neve continua la sua storia con rispetto e passione. E tornandoci, un po’ di quella magia di un tempo la si ritrova ancora tutta. Chicca finale in salernitano: “Da Don Matteo, ‘o cafè nun te lo fa…” Purtroppo ora la tradizione non si mantiene più, e chi è di vecchia data a Salerno ti saprebbe spiegare bene che così era la vera usanza!
M. P.

M. P.

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