San Michele Maggiore can be considered the prototype of other important medieval churches in Pavia such as San Pietro in Ciel d'Oro and San Teodoro. However, it differentiates from latter in the use of sandstone instead of bricks, and for the Latin cross plan with a nave and two aisles and a much extended transept. San Michele's transept, provided with a true façade, a false apse and a barrel vault different from the rest of the church, constitutes a nearly independent section of the edifice. Also its length (38 m, compared to the 55 m of the whole basilica), contributes to this impression.
At the crossing of nave and transept is the octagonal dome, a 30 m-high asymmetrical structure supported on squinches, in the Lombard-Romanesque style. It is reportedly the earliest example of this form in Lombardy. The façade is decorated by numerous sandstone sculptures, of religious or profane themes; they are however now much deteriorated. The façade has five double and two single mullioned windows and a cross, which are a 19th-century reconstruction of what was thought be the original scheme. Bas reliefs in horizontal bands portray human, animal and fantastic figures. Over the minor portals are portrayed St. Ennodius, bishop of Pavia, and St. Eleucadius, archbishop of Ravenna. In the lunettes are angels which, according to a caption sculpted there, have the role of ambassadors of the faithful's words into heaven.Bronze doors, coloured mosaics, geometric designs, bronze pilasters
The nave has four spans. The aisles have matronaea with statical function. The four chapels in correspondence of the second and four spans of the aisles are a later addition. under the apse, which has a large 16th-century fresco, is the high altar (1383) housing the remains of Sts. Ennodius and Eleucadius. The presbytery has fragments of a notable pavement mosaic with the Labours of the Months and mythological themes.
The crypt, with a nave and two aisles, is located immediately under the altar: it houses beautifully decorated capitals and the monument of the Blessed Martino...
Read moreEpoca di costruzione: 1117
Descrizione
Partendo dalla testata absidale, va segnalata la plastica modulazione dell'abside scandita da possenti contrafforti polistili in tre campi, ulteriormente frazionati da esili semicolonne che salgono fino a contribuire alla scansione ritmica della galleria di coronamento. Va però notata la dissimmetria della scansione, giacché il settore meridionale risulta di un modulo più grande di quello settentrionale. La cosa è certamente voluta e dettata da un sapiente studio dei costruttori romanici sui punti di osservazione del monumento: data la posizione della basilica entro un'insula del reticolo ortogonale romano e l'ubicazione a nord degli ambienti canonicali addossati alla chiesa (ove a tutt'oggi restano molte tracce, ancora non studiate, della fase romanica) l'abside poteva essere vista solo da sud-est, e da qui, grazie al correttivo "ottico" apportato, la sua scansione decorativa appare perfettamente equilibrata. L'osservazione vale anche, come già notato da Peroni, per alcune irregolarità della facciata maggiore che non si prestava in origine a una visione frontale, e soprattutto della testata del braccio sud del transetto, allineata al lato sud dell'insula, e visibile solo in forte scorcio. La facciata, una delle più belle del romanico pavese (si veda a riguardo Peroni 1980), risulta costruita in modo perfettamente simmetrico da un semplice reticolo di linee verticali e orizzontali, ed è stretta da due enormi contrafforti angolari con effetto di suggestivo inquadramento dello splendido portale centrale. Il tiburio è decorato da cinque arcate sui lati maggiori e tre su quelli minori diagonali; sopra la loggetta una teoria continua di fornici funzionali all'appoggio del tetto sull'estradosso della volta. Un sistema di arcatelle su colonne fu pensato e predisposto inizialmente anche per il cleristorio, ma si ritrova solo nella sua porzione più orientale (a sud, mentre a nord se ne vedono le tracce) corrispondente all'antica seconda campata maggiore. Si noti infine che mentre l'interno della chiesa è costruito in mattoni e la pietra è utilizzata per le parti "resistenti" della struttura, il paramento esterno è lapideo, salvo nel tiburio nel cleristorio, nella testata orientale del coro e nelle parti alte del transetto, dove si vede una bella muratura laterizia, con mattoni graffiti, sicuramente coeva al resto della costruzione e da non intendersi quindi come voleva de Dartein, alla fine del XIX sec., come restauro. Negli ultimi anni studi storici e archeologici hanno dimostrato una certa diffusione nel corso dell'XI secolo della tipologia ottoniano-salica a transetto e coro sporgenti modulati sul quadrato dell'incrocio ed il dato più interessante e per certi versi rivoluzionario che ora emerge è la possibilità di datare entro la metà dell'XI secolo anche l'impostazione dello chevet della cattedrale di Parma, a cui poi si collegherebbe, a distanza di pochi anni o decenni, quella di Reggio Emilia. Ecco che precedenti tanto nobili potrebbero iniziare a costituire dei riferimenti "forti" per San Michele Maggiore di Pavia, che va però meglio inquadrato, come giustamente osservato da Peroni, in una più ampia prospettiva europea entro cui riteniamo si possa confermare il ruolo di modello assunto da Spira. Soprattutto, vien quasi il sospetto che in un primo momento si intendesse seguire il modello tedesco più a fondo, anche nell'approntamento delle coperture del transetto, perché gli enormi contrafforti angolari che troviamo nel San Michele, ovviamente inutili in relazione alle volte a botte di tradizione pavese, sembrano proprio pensati per delle crociere. I rapporti, di dare e avere, con il mondo germanico, con l'area renana ma anche con cantieri della prima metà del XII secolo non può che intendersi come frutto della "circolazione di maestranze, variamente riscontrabile per tutto il Medioevo, bene spiegabili all'interno di quanto sopravviveva dell'Impero germanico, in particolare all'epoca di Enrico IV e dei...
Read moreHo visitato più volte questa meraviglia e sono di Pavia :). La basilica di San Michele Maggiore, è un capolavoro di stile romanico lombardo, è una chiesa di Pavia risalente ai secoli XI e XII. Una prima chiesa dedicata a san Michele Arcangelo fu costruita originariamente sul luogo della cappella del Palazzo Reale nel periodo longobardo grazie anche ai monaci di san Colombano di Bobbio (a questo periodo risale la parte inferiore del campanile), ma fu distrutta da un incendio nel 1004. La costruzione attuale iniziò verso la fine dell'XI secolo (a cui risalgono la cripta, il coro e i transetti) e fu completata nel 1155 (con una interruzione dovuta al grande terremoto del 3 gennaio 1117). Le volte della navata centrale, originariamente dotata di due campate a crociera grossolanamente quadrate (o, secondo alcuni storici, con volta cupolata su modello delle basiliche romanico-bizantine come San Marco a Venezia), furono ricostruite nel 1489 da Agostino da Candia, con uno schema di quattro campate rettangolari, tali da garantire una migliore efficienza statica del complesso architettonico. La facciata presenta un lineare profilo a capanna del tipo a "a vento"( cioè più alta del tetto della navata centrale), impreziosito lungo gli spioventi da una loggetta di ventun arcatelle. I contrafforti sono costituiti da pilastri a fascio che scandiscono verticalmente la superficie. La facciata è adornata con un folto repertorio di sculture di arenaria, a tema sacro ma anche profano, di grande bellezza e suggestione, ma oggi vistosamente deteriorate dalla corrosione dovuta agli agenti atmosferici, nonostante i numerosi programmi di restauro conservativo avviati negli ultimi decenni. Fra queste San Michele arcangelo e il drago, Annunciazione, Madonna col Bambino e quelle presenti sul portale. Sulla facciata si aprono cinque piccole bifore, tre monofore e una croce compresa tra due occhi di bue. Tale disposizione è una ricostruzione ottocentesca: fino a quel periodo, era presente infatti un grosso finestrone circolare, certamente non originale, eliminato appunto per riportare la facciata alla configurazione originaria. Vi sono fasce orizzontali scolpite a bassorilievo, raffiguranti intrecci di esseri umani, animali e...
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