E' un’opera in bronzo realizzata nel 1981, che si trova lungo la caratteristica Via Milazzo nei pressi del ponte coperto. E’ stata qui posta proprio in ricordo delle tante donne che si recavano lungo le rive del fiume per lavare i panni. Su una delle lastre di marmo del basamento della statua è incisa una poesia in dialetto pavese del poeta Dario Morani. Era un lavoro mal retribuito, duro e faticoso, tanto che d’inverno venivano accesi fuochi per scaldarsi che venivano chiamati “fughon”. Ed è rimasto in voga fino agli Anni Settanta del secolo scorso. Attorno alla figura della lavandaia ruotano diverse curiosità, specie se si pensa che lo scultore stesso, nel realizzare la statua, prese ispirazione da sua madre, nota lavandaia chiamata ‘“Sciura Teresina”, rappresentata con la classica caplina in testa, il tipico cappello leggero di paglia. Molte di queste donne sono passate alla storia per le caratteristiche che le distinguevano dalle altre, come la famosa Angiuleta, la Marieta dai piedi storti o la Gianina dal grande di dietro.
Le lavandaie lavoravano tutto il giorno sulla riva e di notte i panni venivano lasciati ammollo in grandi recipienti di cemento per poi essere portati in riva al fiume e sciacquati. A raccogliere i panni puliti e a consegnarli a tutta la città erano gli uomini e i bambini. Come le mondine nelle risaie, anche le lavandaie passavano il tempo cantando, per lo più arie operistiche come La donna è mobile del...
Read moreLa statua della Lavandaia, un’opera in bronzo dello scultore Giovanni Scapolla realizzata nel 1981, che si trova lungo la caratteristica Via Milazzo. E’ stata qui posta proprio in ricordo delle tante donne che si recavano lungo le rive del fiume per lavare i panni. Su una delle lastre di marmo del basamento della statua è incisa una poesia in dialetto pavese del poeta Dario Morani. Era un lavoro mal retribuito, duro e faticoso, tanto che d’inverno venivano accesi fuochi per scaldarsi che venivano chiamati “fughon”. Ed è rimasto in voga fino agli Anni Settanta del secolo scorso. Attorno alla figura della lavandaia ruotano diverse curiosità, specie se si pensa che lo scultore stesso, nel realizzare la statua, prese ispirazione da sua madre, nota lavandaia chiamata ‘“Sciura Teresina”, rappresentata con la classica caplina in testa, il tipico cappello...
Read moreFu realizzata dallo scultore Giovanni Scapolla nel 1981 ed è uno dei simboli di Pavia , del Borgo Basso per la precisione , in ricordo delle lavandaie che in fila col freddo lavavano i panni sulle rive del Fiume Ticino . Sul Monumento è incisa una poesia in dialetto Pavese di Dario Morani :