Il santuario della Consolata, ufficialmente Basilica di Santa Maria della Consolazione, è forse il più antico luogo di culto torinese. Sui resti d'una torre angolare d'epoca romana, il vescovo Massimo edificò nel V secolo una piccola chiesa paleocristiana dedicata a Sant'Andrea, in seguito ampliata intorno all'anno Mille in stile romanico dai monaci Novalicensi. Il legame del santuario con la città nacque da un quadro della Madonna, di cui una copia è conservata nella cripta. La leggenda narra che l'originale andò perduto ma nel 1104 un cieco di Briançon, Giovanni Ravacchio, guidato da visioni, ritrovò l'icona nei sotterranei della chiesa di Sant'Andrea, riacquistando miracolosamente la vista e questo racconto, non documentato ufficialmente sebbene una lapide del 1595 citi l'accaduto, portò al restauro e all'elevazione della chiesa a basilica. Ampliato nel XV secolo, l'edificio fu trasformato nel 1678 da Guarino Guarini che creò un grande corpo ellittico sulla precedente navata centrale e aggiunse a nord un volume esagonale, sormontato da una cupola. Durante l'assedio franco-spagnolo del 1706, nonostante i bombardamenti il santuario rimase in gran parte intatto, come testimonia un proiettile visibile sulla base della cupola. Tra il 1729 e il 1740, Filippo Juvarra apportò ulteriori modifiche, realizzando un nuovo altare maggiore, collocando l'immagine della Madonna in una nicchia più visibile nell'esagono guariniano e aggiungendo una cupola dotata di lanterna per aumentare la luminosità. Durante il periodo napoleonico, il santuario divenne una caserma ma nel 1815 tornò ad essere un luogo sacro e fu affidato agli Oblati di Maria Vergine. L'aspetto attuale della chiesa è dovuto all'ultimo grande intervento, realizzato tra il 1899 e il 1904 su progetto di Carlo Ceppi che ampliò l'abside, aggiunse quattro cappelle e dotò l'ingresso meridionale di un pronao neoclassico. I lavori furono completati dall'ingegner Vandone di Cortemilia, che progettò anche i nuovi altari e il loggiato sulla cripta della Madonna delle Grazie. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il bombardamento del 13 agosto 1943 causò numerosi danni, rovinando soffitti, arredi, parti della cupola, marmi e quadri tuttavia il santuario fu prontamente restaurato e ogni 20 giugno, in ricordo del leggendario evento del cieco di Briançon, si svolge una solenne processione per le vie della città. Il campanile romanico, della fine del X secolo, è l'unica testimonianza della precedente chiesa di Sant'Andrea ed è considerato il monumento più antico di Torino dopo i resti d'epoca romana. Sopraelevato nel XIV e XV secolo, raggiunse i 40 metri d’altezza e fu utilizzato anche come torre di guardia. Una curiosità: nel XIX secolo Secondo Pia, celebre per le foto alla Sindone, ebbe l'incarico di fotografare l'antico ritratto della Madonna per avere un'immagine da diffondere. Durante lo smontaggio della cornice, fu scoperta una scritta alla base del dipinto (S.MARIA.DE.PPLO.DE.URBE) che lo identificava come una copia cinquecentesca di un quadro del pittore Antoniazzo Romano, portata a Torino dal cardinale Della Rovere. Per evitare controversie, il fotografo, probabilmente in accordo con la Curia, cancellò dalle riproduzioni la scritta originale e la sostituì con: "Avvocato Secondo Pia, dilettante, fotografò e donò - proprietà riservata". Nonostante non si tratti dunque dell'antica icona medievale, l'immagine continua tuttavia ad essere oggetto di venerazione, come testimoniano i moltissimi ex-voto donati dai fedeli, visibili nella navata laterale destra...
Read moreThe Santuario della Consolata is a stunning blend of architectural beauty and rich artistic heritage, making it a must-visit spot in Turin. The intricate details of its design and the impressive art inside immediately capture your attention. Beyond the aesthetic charm, the sanctuary offers a unique and heartfelt experience through a section dedicated to hand-drawn paintings. These narrative artworks depict episodes where people’s wishes or requests to the saint were fulfilled. The stories, sometimes repeated, offer a glimpse into the lives of the devotees, with some bringing a smile to your face due to their simplicity and sincerity.
The sanctuary also provides a spiritual haven, with kind and approachable priests available for confessions. Even though I’m not religious, I found the atmosphere welcoming and reflective. If my friend hadn’t been in a hurry, I might have considered giving confession a chance for the first time in my life. Regardless of your faith, the Santuario della Consolata offers a serene and memorable experience, blending art, history, and spirituality in a way that’s truly...
Read moreIl Santuario della Madre di Dio Consolata si trova al centro di Torino, ed è uno dei luoghi sacri più amati dai torinesi. La sua storia è piuttosto articolata, sia per l’avvicendarsi degli ordini ecclesiastici che per le ristrutturazioni della sua struttura. Luogo di formazione per i santi sociali, tra cui Don Bosco, e di raccoglimento per le regine di casa Savoia.
Storia: Il Santuario della Madre di Dio Consolata nasce come chiesa romanica, addossata alle mura della città, ai confini del Quadrilatero romano, dedicata a Sant’Andrea prima del mille. Viene affidata dai Savoia ai monaci Benedettini, fuggiti dall’Abbazia di Novalesa (Nova-Lux) di Susa. I monaci fanno costruire la torre romanica, poi usata come campanile, unica struttura del XIII secolo a Torino rimasta completamente intatta. Prosegue come complesso monastico fino al XVI secolo. I devoti credenti spingono il cambio di nome da chiesa di sant’Andrea a Santuario della Consolata e Consolatrice. Nella seconda metà del XVI secolo il Vescovo chiama i Cistercensi al posto dei pochi rimasti Benedettini, i quali costruiscono il chiostro, il refettorio attuale, il convento che ora è Convitto Ecclesiastico. La Madama reale invia l’architetto di corte, Guarino Guarini, il quale trasforma la chiesa romanica in un ovale accanto ad un esagono. Dopo l’eroica vittoria nell’assedio di Torino del 1706, la Consolata viene proclamata ufficialmente “Singolar Protettrice e Patrona della Città” (1714) e l’architetto Filippo Juvarra costruire l’altare a lei dedicato, così come lo vediamo oggi, per far posto all’immagine portata da Roma dal card. Della Rovere, copia della icona di Santa Maria del Popolo, nei tempi in cui egli costruiva il Duomo di Torino. Le vicende napoleoniche vedono la fine del monachesimo cistercense. Si avvicendano Oblati e altri Ordini, fino alla presa in carico da parte del Clero diocesano. La Consolata diventerà in seguito Convitto Ecclesiastico, con l’impronta di san Giuseppe Cafasso, le cui spoglie riposano in Santuario. Perla del clero italiano, formatori dei santi sociali (tra cui anche di don Bosco), aiuto dei poveri, consigliere della nobiltà e conforto dei condannati a morte, san Cafasso è il prete della misericordia per eccellenza.
Un suo nipote, rettore del Santuario per 40 anni, il beato Giuseppe Allamano, contribuisce agli ultimi lavori del Santuario ad inizio Novecento (4 cappelle laterali intorno all’esagono centrale e la facciata neoclassica attuale), alla fondazione della Rivista del Santuario, alla fondazione dei Missionari e delle Missionarie della Consolata, che porteranno in tutto il mondo il nome della Madre di Dio Consolata. Una Meraviglia nel cuore di Torino... sono stato qui alla Santa Messa e ho visitato questo bellissimo Santuario 😀🙏⛪....
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