Durante il Pride ho visto un po' di agitazione… Il locale aveva dei tavoli liberi e uno in particolare proprio all'ingresso. ho chiesto se non era un problema se mi sedessi li DA SOLO visto che so bene che per loro occupare un tavolo da solo è togliere clienti. Ho preannunciato che avrei pagato con il bancomat. Il primo cameriere super gentile mi ha fatto accomodare. Ho ordinato una pizza (non la prima scelta visto che era presente nel menù ma non disponibile - un punto in meno). Arrivata immediatamente e lasciata sul tavolo mentre ero in bagno. La Pizza era buona/decente. Un po' troppo gommosa. Sufficiente. Birra disponibile solo da 66 cl. Acqua solo da 1 litro. Ho divorato la pizza per la fame. Appena finito si è avvicinato un altro cameriere o forse il proprietario in evidente trepidanza che me ne andassi. Il fatto è che un gruppetto di ragazze si era avvicinato al mio tavolo e attendeva che lo liberassi. Nel frattempo si è fatta la fila… Il cameriere/proprietario mi ha chiesto di spostarmi con il tavolo per lasciare libero il passaggio. Lo ha preso lui e lo ha spostato. Premetto che il tavolo era li messo da loro in quella posizione!!! Vista l'agitazione ho chiesto un caffè e il conto e mi ha detto che loro non servono caffè. A Napoli non si serve caffè? Ho chiesto il conto e di pagare con il bancomat come premesso al cameriere proprio all'inizio insieme alla dichiarazione del mio stato di solitario occupante un tavolo da 4, proprio per evitar esperienze brutte passate. Purtroppo si è ripetuta. il proprietario/ cameriere o chi che sia il più anziano dei camerieri si è avvicinato al mio tavolo con il pos mi ha fatto pagare con il bancomat girandosi di scatto e allontanandosi con il mio bancomat per poi riavvicinarsi. L'ho seguito perché pensavo che si stava dimenticando di restituirlo. Dopo che lo ha restituito si è letteralmente incollato il tavolo e lo ha spostato per metterlo a disposizione delle clienti, che attendevano e che mi avevano circondato. Le persone vicine a me che hanno assistito alla scena mi hanno chiesto se andava tutto bene pensando ad un episodio di omofobia visto il pride. Le ho rassicurate che non si trattava di omofobia, ma del fatto che evidentemente occupavo un tavolo che poteva servire ad altri. Poi tutto è possibile… Prima di andare via sono rimasto sul posto di come attonito, con la sensazione di essere stato cacciato. Ho guardato lo scontrino ed ho visto che non mi ha fatto pagare il coperto di 2€. La cosa ha avvalorato ancora di più la mia ipotesi che si è trattato di nervosismo perché occupavo baldanzoso un tavolo da 4, di fronte la piazza, a godermi il Pride, mentre si parlava di diritti uguaglianza e tanto altro. Le mie 3 stelle (troppe) sono dovute solo al gesto gentile iniziale del cameriere e al cibo non male. Di certo non ci tornerò più. Sicuramente può arrivare anche a 4 o 5 stelle per altri che ricevono un trattamento meno minimalista. Ma anche io ho voce da far ascoltare ad altri, magari nella mia stessa situazione di mangiare al tavolo in solitaria un giorno di piena il Sabato, e...
Read moreI recently attempted to dine at this restaurant and unfortunately, my experience was far from satisfactory. My food took an unacceptably long time to arrive. While everyone else around me was served promptly including My husband who also placed an order at the same time, I was left waiting for what felt like an eternity.
To make matters worse, there was no communication from the waiter until I questioned about my order.
My husband ate his meal, meanwhile after he finished eating, I was told it would take 5 additional minutes which turned into about a half hour. When my pasta finally arrived, it was extremely hard. Clearly it had been rushed and the quality suffered as a result.
Overall, the lack of timely service and poor customer care as well as terrible food made for a disappointing visit. I hope the management takes note and addresses these issues, but as it stands, I do not...
Read moreUna grande delusione
Frequentavamo il Leon d’Oro da anni, era uno di quei posti dove tornavamo sempre volentieri, certi di trovare piatti ben fatti e un’atmosfera accogliente. Purtroppo, nelle ultime visite – e soprattutto durante l’ultimo pranzo – abbiamo avuto la conferma che qualcosa è cambiato, e non in meglio.
Il ristorante sembra aver scelto di puntare tutto sul turismo, perdendo di vista la qualità e l’attenzione ai dettagli che lo rendevano speciale. Una scelta che, a nostro avviso, gli ha fatto perdere anche la sua anima.
Prendiamo, ad esempio, la parmigiana di melanzane: un piatto che dovrebbe essere un’esplosione di sapori e consistenze perfettamente equilibrate. Invece, quella che ci è stata servita era estremamente liquida e poco compatta. Le melanzane pizzicavano al palato, il che suggerisce che non siano state salate e lasciate riposare per eliminare l’acqua in eccesso, un passaggio fondamentale per la buona riuscita del piatto.
Poi la frittura: un disastro. Già all’olfatto si percepiva chiaramente l’odore dell’olio esausto. E all’assaggio la situazione non è migliorata: il sapore era pesante e sgradevole, tanto che dopo il primo morso ci siamo fermati. Era evidente che qualcosa non andava, e un piatto del genere non dovrebbe mai arrivare in tavola.
Anche la mozzarella, che dovrebbe essere un simbolo di freschezza e qualità, ci ha deluso. Si presentava vecchia e troppo compatta all’interno, segno che non era stata conservata a temperatura adeguata.
Abbiamo notato con dispiacere che non servono più i tranci di pizza ripiena di salsiccia e friarielli che un tempo servivano come antipasto.
Tra le poche cose salvabili ci sono la pasta e patate, ancora abbastanza buona, e il babà di fine pasto. Ma sapere che quest’ultimo non è nemmeno di loro produzione lascia un senso di incompiutezza anche su quelle poche note positive.
Il servizio è stato un altro punto dolente. Capisco che durante i periodi di maggiore affluenza possa esserci stress, ma un sorriso o un minimo di gentilezza fanno la differenza, soprattutto quando il cibo non è all’altezza. Purtroppo, abbiamo trovato un personale freddo e poco attento, che non ha fatto nulla per migliorare la nostra esperienza.
Alla fine, la sensazione è stata quella di aver pranzato in un locale che non tiene più alla qualità, né al cliente abituale. È davvero un peccato vedere come il Leon d’Oro si sia trasformato, rinunciando alla sua identità per inseguire un turismo di massa.
Con grande rammarico, non torneremo più. Auguriamo comunque il meglio alla gestione, ma è chiaro che hanno scelto di abbandonare chi cercava un’esperienza autentica...
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