Torno in questo ristorante in quanto già stato in passato riscontrando servizio e cucina nella norma (anche se alcuni conoscenti lamentano dei comportamenti scorretti in relazione al conto finale). Ordino tagliata con pioppini e fagioli su consiglio del titolare. Il piatto si presenta straordinario all’occhio, ma il gusto non incontra le aspettative: la carne è fibrosa ed estremamente resistente al taglio (sia del coltello che dei denti) risultando difficilmente masticabile sin dai primi bocconi. Il gusto generale del piatto è sciapo con un retrogusto fastidiosamente amaro, gustibus est non disputandum, trovo il piatto davvero sgradevole. Deluso dalle aspettative ed infastidito da un piatto così poco all’altezza del locale, abbandono il piatto praticamente integro e mi presento alla cassa rimostrando la mia insoddisfazione e chiedendo di pagare “quanto mi spetta”, scusandomi per il disguido che si è creato. Il titolare si affretta a riportare il piatto in cucina per capire cosa sia successo, io attendo in cassa per capire a quanto ammonti il “quanto mi spetta”. In 43 anni di vita non mi è mai capitato di alzarmi al tavolo di un ristorante lasciando il piatto INTONSO. Il verdetto dello chef è inappellabile, il piatto è buono: “la ciccetta è arrivata dall’Irlanda questa mattina” e con fare altezzoso mi conferisce il ruolo di uno che non sa apprezzare quello che ha nel piatto. Chiedo al titolare di assaggiare lui stesso il piatto per verificare se le mie osservazioni siano o meno motivate, il titolare si rifiuta asserendo che “se per lo chef il piatto è buono, IL PIATTO E’ BUONO, PUNTO”. Quindi il quanto mi spetta è “il conto completo” (nonostante abbia reso un piatto praticamente intonso ed abbia consumato solo due pezzi di crostone di pizza offerti nell’attesa). Per quanto mi riguarda, se uno lamenta una “non conformità” di un piatto a piatto consumato egli è tenuto a pagarlo, in caso egli renda un piatto non consumato il piatto è da considerarsi come “errore” (siamo umani) e non va messo in conto (avrei pagato senza una piega coperto, acqua e vino). Invece no, quindi pago e furente fuggo in un altro ristorantino con meno pretese ma con piatti decisamente...
Read moreIf you want to be treated badly, you can choose this place. We entered the restaurant after seeing that it had received a Michelin star in the past. However, after entering, we understood why it had not received a Michelin star since 2018. The waiters do not speak English. They did not pay attention to us from the moment we entered the restaurant, for reasons we could not understand. This may be because everyone does not order individually. However, no one is obliged to do so. They treated us like this simply because they thought they would get less money from us. As a result, we ate the hardest, dry, and burnt pizzas in the world. I never...
Read moreImmaginatevi una giornata rovente trascorsa a svuotare un appartamento dai mobili: fatica, polvere, caldo, e tanta fretta di finire che "pranzate" con qualche bottiglia d'acqua e una granita. A lavoro finito, decidete di premiarvi con una bella cena. La scelta cade su La clessidra, per motivi sentimentali: un ristorante frequentato con una certa assiduità molti anni prima, quando era in altra sede, amato per l'accoglienza, la cucina curatissima, il garbo del maitre. La clessidra "2.0" ha cambiato sede, è in centro che di più non si può, ha un giardino molto bello, è in un ambiente di carattere, ed è ancora sotto la stessa gestione. Sì, ma come si mangia? A guardare le altre recensioni, si mangia benissimo/malissimo. È chiaro che i gusti sono molto vari e soggettivi, ma i ristoranti veramente buoni, che lavorano sempre bene, hanno in genere recensioni molto concordi. Quando si passa dalle stelle alle stalle, vuol dire che non c'è una costanza nel modo di lavorare, che si scantona. Noi non abbiamo mangiato bene. Abbiamo lasciato un feedback della nostra esperienza, che probabilmente è scivolato come acqua fresca, forti del fatto (che peraltro ci è stato detto) che "i piatti erano vuoti", ossia che avevamo mangiato. Verissimo, ma a volte ci sono delle priorità -nel nostro caso, cenare e andare a dormire- che non necessariamente implicano la soddisfazione del cliente. A volte il cliente mangia lo stesso, paga, mugugna tra sé e tra sé pensa che non siederà più a quei tavoli. Il pensiero rattristante è che a chi gestisce questo ristorante possa non importare, l'impressione è che il target sia il turista straniero, che porta tanti soldini, ma non ha la cultura del cibo, quel bisogno di mangiare bene che abbiamo noi italiani, e che questo porti a una certa pigrizia. Peccato. Pro: la posizione e il giardino Contro: prezzi alti in rapporto alla qualità, pretenzioso,...
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