The church of Santa Maria Maggiore della Pietrasanta is a Roman Catholic religious edifice located on Via Tribunali Tradition holds the church was erected in 533 atop the ruins of a Temple of Diana; construction was instigated by the Bishop Pomponio of Naples, a relative of Pope John II. A church at the site, dedicated to Santa Maria Maggiore, was consecrated in 535.It was soon titled a minor basilica church.
By 1654, the old church was threatening collapse, and reconstruction was pursued under the designs of Cosimo Fanzago, which led to the domed church with a Greek cross layout we see today. Work was soon interrupted due to lack of funds. There is evidence of a paleochristian basilica in the crypt, and the finding of an old stone carved with a cross gave the church part of its name. The bell tower was constructed in the 11th century.
To the left of the entrance and obscuring the left lower facade, is in part, the Renaissance chapel: Capella Pontano, erected in 1492 by Giovanni Pontano, the Secretary to Ferdinand I of Aragon.To the right of the church and some meters distant is the...
Read moreBasilica di S Maria della Pietrasanta
Campanile
Il campanile, in laterizio, è in stile romanico e risale all'XI secolo; si tratta di una delle più antiche torri campanarie d'Italia e conserva numerosi elementi architettonici e iscrizioni di epoca romana, in marmo, rilavorati e riutilizzati come blocchi da costruzione, in particolare alla base della struttura. Tale particolarità è dovuta al fatto che nello stesso luogo sorgeva in epoca Romana un grande tempio romano dedicato alla Dea Diana2]. Sul lato della base che affaccia sul Decumano Maggiore è possibile notare un blocco di marmo intarsiato e un'ara, entrambi di epoca romana.
EsternoModifica
La facciata della chiesa è addossata ad un corpo laterale composto dalla Cappella Pontano e dalla settecentesca Cappella del Salvatore. Il prospetto della chiesa si eleva su due ordini collegati da volute in pietra stuccata: il primo ionico ed il secondo corinzio oggi non più visibile a seguito del crollo del timpano superiore, terminando così le lesene con il collo del capitello. La parte inferiore presenta una rampa d'accesso che conduce al maestoso portale in marmo bianco, incassonato in un arco cieco, realizzato dallo scappellino Pietro Sanbarberio.
I laterali della chiesa sono a vista, infatti si notano le volte estradossate del transetto, mentre ai lati dell'intersezione fra i bracci si sviluppano le cappelle; le finestre sono a nudo e inclinate rispetto all'asse orizzontale.
Interno
L'interno, a pianta combinata che pone particolare attenzione sulla spazialità creata dal gioco delle volte a calotta e cupole, presenta una decorazione in stucco con ordine gigante di lesene corinzie. La pavimentazione in maiolica risale al XVIII secolo e fu realizzata da Giuseppe Massa. In una cappella furono collocate sculture di Matteo Bottiglieri.
Nella cripta vi sono i resti dell'antica basilica paleocristiana e si conservano i frammenti di un antico mosaico di epoca romana. Nel 2011 gli speologi hanno rinvenuto nel sottosuolo della chiesa dei simboli templari.[3] I simboli, ricercati da sempre dagli archeologici e speleologi napoletani, sono stati infissi nell'acquedotto sottostante la struttura in oggetto.
In realtà le suddette incisioni cruciformi ritrovate sulle pareti del Formale di via Tribunali sono ascrivibili a quei segni realizzati nella gran parte dei cunicoli, delle cisterne e delle cave presenti in tutta la città di Napoli. Perlopiù sono rappresentazioni devozionali (da annoverare anche gli altarini tufacei) che cavatori e pozzari nei secoli hanno inciso nella pietra come simboli protettori.[4 La notizia riportata a quel tempo da Il Mattino è priva di qualsiasi fondamento storico-scientifico.
Durante gli ultimi restauri, è stato rinvenuto il feretro del celebre scienziato teanese Stefano Delle Chiaie. Venne qui deposto per volere dell'accademia...
Read moreHo acquistato il biglietto sul sito ufficiale del museo. Il costo del biglietto è di 10€, quindi nemmeno tanto caro, mentre per i bambini vi è un costo inferiore. Il Museo è situato nei pressi di Piazzetta Pietrasanta, nel cuore di Napoli, ed è molto facile riconoscerlo, perché le indicazioni sono chiare. Inoltre con Google Maps si intuisce, senza difficoltà, l'esatta localizzazione del museo.
Fatto il mio ingresso all'interno della struttura, mi sono rivolto al personale che si occupa della prenotazione dei biglietti. A me è bastato dare il mio nominativo, in quanto avevo già prenotato, ma si può comprare il biglietto anche in loco, anche se potrebbero non esserci posti disponibili. A voi il rischio di comprarli direttamente lì.
L'esperienza è stata unica nel suo genere. Grazie alla guida, abbiamo percorso, a 40 metri di profondità, tutte le tappe della storia degli acquedotti campani. Questa, però, è stata solo la prima parte della visita guidata. Andando più avanti, tra i vari cunicoli, illuminati qua e là da qualche luce soffusa, siamo giunti a quella che un tempo era la seconda dimora dei rifugiati di guerra: una fitta rete di strade, stradine, scale e addirittura di bagni pubblici che servivano a tenere al sicuro il popolo napoletano dai continui bombardamenti.
Abbiamo assistito anche ad una piccola scena di teatro (non live, ma riprodotta da un proiettore sistemato al lato della stanza) alla napoletana, tra due attori che, in un scambio simpatico di battute, descrivevano gli orrori della guerra, senza però rendere la narrazione troppo drammatica.
Non ho avuto modo però di vedere uno degli allestimenti più suggestivi del museo, ovvero quello della Luna. Sarebbe sicuramente stato un piacere per gli occhi, ma in ogni caso ci ritornerò così da poterla rivedere, sperando abbiano terminato i lavori di manutenzione.
Unica raccomandazione: per chi ha dei cagnolini, è bene che non li portiate perché non sono ammessi. Se volete portarli, dovrete tenerli in braccio per tutta la durata della visita.
In conclusione, è stata una giornata all'insegna della scoperta, di una Napoli che ancora vive nel sottosuolo grazie alla sua storia, piena di colpi di scena, di drammi, ma anche sempre pronta a reagire di fronte alle avversità.
Consiglio assolutamente di visitare il museo, non solo ai turisti, ma soprattutto a noi napoletani, che crediamo di conoscere Napoli in ogni suo aspetto culturale. Prima di essere turisti del mondo, bisogna essere turisti della propria...
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