Capolavoro assoluto, purtroppo della villa del 1600 fatta realizzare dal marchese Vincenzo Giustiniani, su progetto di Carlo Lambardi, resta solo l’elegante casino a due piani, con loggia aperta su un vasto giardino, esempio dello stile tardo manierista che è molto diffuso a Roma. Il figlio del marchese fece inserire nelle facciate bassorilievi e sarcofagi di epoca romana, sculture e stucchi, secondo la moda dell’epoca (il casino Pallavicini docet) ma bisogna arrivare al 1800, quando la villa venne ceduta a Carlo Massimo per poter ammirare gli ambienti interni del Casino con l’aspetto visibile oggi: egli infatti fece infatti affrescare le tre sale al pianterreno con scene tratte dai capolavori di Dante, Ariosto e Tasso al gruppo di pittori noti come Nazareni (per via del loro aspetto e del loro stile di vita che li faceva somigliare a Gesù di Nazareth) ispirati dai grandi artisti del passato, come Giotto, Raffaello e Michelangelo. Avevano base nel monastero di S. Isidoro a capo le case ma è qui che lasciarono la loro massima espressione. Nella Stanza dedicata alla Divina Commedia è impressionante la rappresentazione dell’Inferno, con Dante e Virgilio affiancati a Minosse, a diavoli dall’aspetto terrificante e ad alcuni dei più noti dannati, come il Conte Ugolino. Nella stanza dell’Orlando Furioso la scena più toccante è quella della relazione tra Angelica e Medoro scoperta da Orlando, che perderà il senno per ritrovarlo infine sulla luna. Nella stanza della Gerusalemme liberata si può vedere l'amore tormentato di Armida e Rinaldo, Olindo e Sofronia e, soprattutto, Tancredi e Clorinda. Purtroppo la cognata del Marchese - ereditato il Casino - fece ritoccare alcune pitture ritenendole scandalose. Data la vicinanza con la caserma della Gestapo di Via Tasso durante l'occupazione tedesca di Roma, il casino ospitò il comando della polizia. Gli edifici delle due ali laterali, con relativo portico, sono stati realizzati dai frati che vi dimorano dal dopoguerra. La sistemazione del giardino è fedele all'originale anche se esposta al centro dello spazio è una copia della statua dell'imperatore Giustiniano (che la famiglia, come era di moda al tempo, riteneva fosse uno dei suoi antenati diretti dal quale avevano ereditato il nome). Le tre stanze affrescate sono letteralmente mozzafiato e, per quanto di dimensioni ridotte, hanno affreschi talmente estesi e ricchi di dettagli che senza una adeguata preparazione si rischia di rimanere attoniti senza cogliere il senso di quelle raffigurazioni. La visita è limitata alle cd "Stanze dei Nazareni" e non è consentito girare per la proprietà dove sono dimore dei frati: si possono acquistare gli opuscoli e i libri e lasciare un'offerta libera utilizzando i tavoli posti nelle due sale laterali. Una lapide ricorda i fasti passati di questa villa il cui portale monumentale è stato donato alla città e ora costituisce l'ingresso di Villa Celimontana dalla Navicella. Assolutamente da visitare, possibilmente con una guida ben preparata. Utili info? Allora lasciate un like alla recensione e guardate le altre...
Read moreLa Villa Giustiniani Massimo si trova nel centro storico di Roma, Rione XV (Esquilino) in Via Matteo Boiardo, 16.
Questa Villa, uno dei tesori di architettura ed arte della città, venne commissionata dal nobile Vincenzo Giustiniani, conosciuto per essere stato il mecenate di Caravaggio, e realizzata all’inizio del XVII secolo, all’interno venne arredata in modo sfarzoso, con molti manufatti antichi.
All’inizio del XIX secolo venne acquisito dalla famiglia Massimi, è per questo è conosciuta anche come Villa Massimo Lancellotti, i quali fecero eseguire un importante intervento pittorico chiamando il gruppo di pittori chiamati Nazareni (o originari tedeschi, il nome gli deriva dalla vita spirituale che conducevano), i quali eseguirono nelle tre sale attualmente visitabili dei bellissimi affreschi con scene riguardanti le opere di Dante, Tasso e Ariosto interpretandole dal punto di vista cattolico e rifacendosi ai grandi pittori del passato, come ad esempio Raffaello.
Attualmente è visitabile solo il pian terreno della suggestiva palazzina presso l’entrata, nella quale quello che colpisce è la ricca decorazione esterna ricca di bassorilievi, busti e sarcofagi, entrando sono presenti le suddette e meravigliose sale, interamente affrescate.
Quella al centro è dedicata all’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, con le epiche battaglie dei cavalieri contro gli infedeli, in quella a sinistra possono essere ammirate le scene della Divina Commedia di Dante Alighieri, molto bella e complessa la scena sul soffitto e per finire la sala sulla destra con le suggestive scene della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, con le scene che descrivono la città occupata dagli infedeli e poi liberata.
Nel giardino è posta la statua di Giustiniano (imperatore di dell’antica Roma) della prima metà del XVII secolo, alta circa 4 mt, una delle poche opere originarie ancora presenti.
CURIOSITÀ
Il bellissimo portale posto a Villa Celimontana, che si affaccia su Piazza della Navicella, proviene da questa Villa, fu spostato quando per le lottizzazioni della zona dovute all’espansioni della città il Parco venne man mano sparendo e il muro di cinta venne dalla famiglia Lancellotti ceduto allo stato e nel 1931 venne posizionato dove tutt’ora si trova, il tutto è ricordato da una targa marmorea ivi presente.
Per avere maggiori dettagli e poterne ammirare i dettagli si dovrebbe visitare il sito con l’ausilio di una guida.
Se quanto letto è stato gradito e d’aiuto, vi invito alla lettura delle altre...
Read moreDiciamola tutta: trovare il Casino Massimo Lancellotti al Laterano, per chi non è di zona, non è molto semplice, essendo nascosto tra le tante vie dell'Esquilino.
La villa risale ai primi del Seicento, quando fu costruita su un terreno, coltivato a vigna, acquistato nel 1605 dal marchese Vincenzo Giustiniani, principe di Bassano e depositario della Camera Apostolica: tuttora incerto l'architetto della palazzina, anche se taluni ritengono debba trattarsi di Carlo Lambardi. Mecenate e collezionista di opere d'arte, il marchese allestì una collezione di circa 1000 pezzi, considerata una delle più prestigiose dell'epoca: il suo erede, Andrea Giustiniani, volle impreziosire le linee architettoniche del Casino della villa con alcuni pezzi della famosa collezione, impiegandoli sulle facciate dell'edificio, seguendo quella che era la moda dell’epoca. Nel 1800 il Casino divenne proprietà della famiglia Massimo e fu Carlo Massimo ad incaricare i Nazareni della realizzazione del ciclo di affreschi presenti nelle tre sale al piano terreno.
I Nazareni, per chi non li conoscesse, era un gruppo di pittori tedeschi che anticiparono di un paio di generazione gli ideali dei preraffaelliti inglesi: nel Casino Massimo Lancellotti realizzarono il loro capolavoro, trascrivendo in immagini i principali capolavori della letteratura italiana.
Nella stanza di Dante, rappresentarono la Divina Commedia; in quella di Ariosto, l'Orlando Furioso; in quella di Tasso, la Gerusalemme Liberata.
Nel 1848 la villa passò ai Lancellotti, i quali, in seguito al progetto di lottizzazione dell'Esquilino del 1871, cedettero il vasto parco come area fabbricabile e nel 1885 donarono al Comune di Roma il monumentale portale del muro di cinta della villa, un tempo posto all'altezza dell'odierna via Merulana, che dal 1931 costituisce l'ingresso di Villa Celimontana.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, queste stanze furono utilizzate dagli ufficiali e dai sottufficiali delle SS naziste come mensa: il Casino infatti erano molto vicino alla sede del comando di polizia di via Tasso, ora sede del Museo Storico della Liberazione, divenuto proprio in quegli anni una delle carceri più temute di Roma.
nel 1948 il Casino venne acquistato dai padri della Delegazione di Terrasanta i quali aggiunsero intorno all’antico edificio un nuovo fabbricato disposto su tre ali, per poter così offrire ospitalità ai frati che giungevano a Roma per studiare nella vicina Basilica di San Giovanni...
Read more