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Museum of the Resistance — Attraction in Turin

Name
Museum of the Resistance
Description
Nearby attractions
Il Museo Impossibile
Via Giuseppe Garibaldi, 44, 10122 Torino TO, Italy
Museo della Sindone
Via San Domenico, 28, 10122 Torino TO, Italy
Church of the Carmel
Via del Carmine, 3, 10122 Torino TO, Italy
Palazzo Saluzzo di Paesana
V. della Consolata, 1 bis, 10122 Torino TO, Italy
Palazzo Falletti di Barolo
Via delle Orfane, 7/A, 10122 Torino TO, Italy
Santuario della Consolata
Via Maria Adelaide, 2, 10122 Torino TO, Italy
Museum of Oriental Art
Via San Domenico, 11, 10122 Torino TO, Italy
MUSLI - Museo della Scuola e del Libro per l'Infanzia
Italia, Via delle Orfane, 7/A, 10122 Torino TO, Italy
Chapel of the Merchants
Via Giuseppe Garibaldi, 25, 10122 Torino TO, Italy
Museo Civico Pietro Micca e dell’Assedio di Torino del 1706
Via Gen. Guido Amoretti, 7a (già, V. Francesco Guicciardini, 10121 Torino TO, Italy
Nearby restaurants
Le Fanfaron Bistrot
Via Piave, 5/d, 10122 Torino TO, Italy
Savurè
Via Giuseppe Garibaldi, 38, 10122 Torino TO, Italy
Da Zero
Via San Domenico, 33, 10122 Torino TO, Italy
Raffaleo
Via Piave, 5M, 10122 Torino TO, Italy
Caprizza Torino
Piazza Savoia, 2, 10122 Torino TO, Italy
Pizzeria Rosticceria Da Leo
Via del Carmine, 9, 10122 Torino TO, Italy
Pollastrini dal 1911 Trattoria di Mare
Corso Palestro, 2, 10122 Torino TO, Italy
La Schiacciata Torino
Via Giuseppe Garibaldi, 38G, 10122 Torino TO, Italy
Gari Sushi in Turin
Via Giuseppe Garibaldi, 32/E, 10122 Torino TO, Italy
Ristorante Sushi Leon
Via del Carmine, 22, 10122 Torino TO, Italy
Nearby hotels
Hotel Albergo Antico Distretto
Corso Valdocco, 10, 10122 Torino TO, Italy
Residence Valdocco
Corso Valdocco, 10, 10122 Torino TO, Italy
Ai Savoia B&B - Guest House
Via del Carmine, 1 F, 10122 Torino TO, Italy
UN SOFFICE NIDO NEL CUORE DI TORINO
Via San Domenico, 27, 10122 Torino TO, Italy
Casa Alelì by Apartments To Art
Via dei Quartieri, 10, 10122 Torino TO, Italy
A Casa Armenia B&B
Via Piave, 15, 10122 Torino TO, Italy
Hotel Torino Porta Susa
Corso S. Martino, 5, 10122 Torino TO, Italy
Blunotte Torino - Piazza Arbarello
Via Ottavio Assarotti, 4, 10122 Torino TO, Italy
Magazzini San Domenico
Via San Domenico, 21A, 10122 Torino TO, Italy
Hotel Diplomatic
Via Cernaia, 42, 10122 Torino TO, Italy
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Museum of the Resistance
ItalyPiedmontTurinMuseum of the Resistance

Basic Info

Museum of the Resistance

Corso Valdocco, 4/A, 10122 Torino TO, Italy
4.5(300)
Open 24 hours
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spot

Ratings & Description

Info

Cultural
Accessibility
Family friendly
attractions: Il Museo Impossibile, Museo della Sindone, Church of the Carmel, Palazzo Saluzzo di Paesana, Palazzo Falletti di Barolo, Santuario della Consolata, Museum of Oriental Art, MUSLI - Museo della Scuola e del Libro per l'Infanzia, Chapel of the Merchants, Museo Civico Pietro Micca e dell’Assedio di Torino del 1706, restaurants: Le Fanfaron Bistrot, Savurè, Da Zero, Raffaleo, Caprizza Torino, Pizzeria Rosticceria Da Leo, Pollastrini dal 1911 Trattoria di Mare, La Schiacciata Torino, Gari Sushi in Turin, Ristorante Sushi Leon
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Il Museo Impossibile

Museo della Sindone

Church of the Carmel

Palazzo Saluzzo di Paesana

Palazzo Falletti di Barolo

Santuario della Consolata

Museum of Oriental Art

MUSLI - Museo della Scuola e del Libro per l'Infanzia

Chapel of the Merchants

Museo Civico Pietro Micca e dell’Assedio di Torino del 1706

Il Museo Impossibile

Il Museo Impossibile

3.5

(159)

Open until 7:00 PM
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Museo della Sindone

Museo della Sindone

4.2

(622)

Open until 6:00 PM
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Church of the Carmel

Church of the Carmel

4.6

(147)

Open 24 hours
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Palazzo Saluzzo di Paesana

Palazzo Saluzzo di Paesana

4.4

(449)

Open 24 hours
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Things to do nearby

Real Truffle Hunting and Lunch
Real Truffle Hunting and Lunch
Tue, Dec 9 • 8:30 AM
10155, Turin, Piedmont, Italy
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Make Pasta and Tiramisu in a Turin home
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Sat, Dec 6 • 5:00 PM
10123, Turin, Piedmont, Italy
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Dolce Torino: Tour gastronomico dei dolci e del cioccolato
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Sat, Dec 6 • 10:00 AM
Piazza San Carlo, Torino, 10123
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Le Fanfaron Bistrot

Savurè

Da Zero

Raffaleo

Caprizza Torino

Pizzeria Rosticceria Da Leo

Pollastrini dal 1911 Trattoria di Mare

La Schiacciata Torino

Gari Sushi in Turin

Ristorante Sushi Leon

Le Fanfaron Bistrot

Le Fanfaron Bistrot

4.4

(718)

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Savurè

Savurè

4.3

(878)

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Da Zero

Da Zero

4.4

(1.3K)

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Raffaleo

Raffaleo

4.7

(339)

$$

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Roberto MorettoRoberto Moretto
Il Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà è stato inaugurato il 30 maggio 2003 all'interno del settecentesco Palazzo dei Quartieri Militari, costruito su disegno del grande architetto di corte Filippo Juvarra nella prima metà del Settecento con lo scopo di ospitare le truppe di fanteria di Re Vittorio Amedeo II. In particolare l'esposizione museale si trova nel edificio di San Celso (l'altro è quello di San Daniele) e illustra le vicende di Torino e del suo territorio avvenute fra il 1938 e il 1948 con numerose testimonianze personali. Per accedervi occorre l'uso di cuffie che si attivano automaticamente lungo il percorso espositivo. Sono "rimasto colpito" dall'esposizione di una sedia di legno su cui i condannati a morte venivano fatti sedere di spalle al plotone d'esecuzione in quello che oggi è il Sacrario del Martinetto. Ma soprattutto è interessante la visita del rifugio antiaereo: possono accedere massimo 10 persone accompagnati dal personale museale. Era un rifugio privato, ma le cronache storiche affermano che fu usato anche dagli abitanti della zona, accessibile ai dipendenti del giornale "La Gazzetta del Popolo" che aveva sede nello stesso isolato. È situato a 12 metri di profondità ed è composto da quattro gallerie le cui pareti sono rinforzate con cemento armato. Si possono notare i fori dove erano agganciate le panche di legno ed aveva le latrine, il sistema di illuminazione e di ventilazione. L'ultima sezione visitabile è la stanza Post-it dove i visitatori possono scrivere un "pensiero" ed esporlo alle pareti, che risultano tappezzate di gradevoli messaggi. Infine, nel cortile interno si possono ammirare una bicicletta anni Trenta costruita su modello di quello che usavano i partigiani e le staffette per il trasporto di messaggi e rifornimenti, assieme ad'una mitragliatrice pesante Breda modello 37 in dotazione al Regio Esercito e la "panchina rosa triangolare" dell'artista Corrado Levi realizzata per il concorso indetto dal Comune di Bologna nel 1989 per ricordare le vittime omosessuali dei lager.
Memento VivereMemento Vivere
Nous venions de Lyon, avec en mémoire le musée élaboré sur le même thème d'une grande richesse. Alors, évidemment, la comparaison ne tient pas. La première difficulté est pour les visiteurs ne maîtrisant pas la langue de Dante ni celle de Shakespeare. Ce n'était pas notre cas et les casques audio fournis qui suivent automatiquement le parcours de l'exposition sont une excellente initiative permettant de ne pas avoir à tripoter en permanence un appareil pour trouver la bonne piste. Cependant, ce petit musée est relativement pauvre, à commencer par les objets (armes, affiches, objets du quotidien), pauvre aussi sur l'aspect déportation – et avec un absent totalement incompréhensible, dont le témoignage sur son expérience concentrationnaire a bouleversé la perception de la déportation, mais encore l'univers littéraire, traduit en 60 langues. D'autant plus incompréhensible qu'il était Turinois et aura passé sa vie dans cette ville où rien, à ma connaissance, si ce n'est la petite placette devant la synagogue, ne rappelle la présence. Primo Levi, l'auteur de Si C'est un Homme, a été effacé. Il ne peut s'agir d'un oubli. C'est comme si Prague oubliait Kafka dans un musée sur ses grands artistes. Alors, comment expliquer cela sinon que Primo Levi était juif ? En tous les cas, cela ne peut que questionner et générer un certain malaise.
Paola P.Paola P.
Ho scoperto per caso questo gioiello di museo... (Ho visto delle insegne che lo indicavano) Ho trovato gentilezza e professionalità Il museo è molto interessante... entri con le cuffiette e la radiolina e parte a narrarti i vari eventi che sono accaduti dal 1938 al 1945... I narratori sono ex partigiani o persone che hanno vissuto sulla loro pelle queste esperienze... Davanti alla data del 8/12/43 ho avuto dei brividi... Grazie alle ricerche che feci su mia nonna materna, scoprii che morì in via Giolitti, (che nel 42 non di chiamava così) proprio a causa del bombardamento del 8 dicembre che distrusse via Giolitti... Mia mamma di salvò perché era dai nonni (aveva 4 anni) ma la sua sorellina morì con la sua mamma.... C'è una grande stanza con dei pannelli che basta toccare con il palmo della mano e parte la spiegazione di quella specifica parte della città. Poi mi hanno accompagnato nel bunker antiaereo... Devo dire che mi ha messo immensa tristezza e anche un po' di "ansia"... Sentire scoppiare le bombe sopra le nostre teste fa davvero riflettere.... Ho immaginato i muri nonni paterni scappare bei bunker...loro abitavano quasi a pozzo strada .. mio nonno era un tranviere .. Bello, molto bello. Istruttivo e completo. Grazie❤️
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Il Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà è stato inaugurato il 30 maggio 2003 all'interno del settecentesco Palazzo dei Quartieri Militari, costruito su disegno del grande architetto di corte Filippo Juvarra nella prima metà del Settecento con lo scopo di ospitare le truppe di fanteria di Re Vittorio Amedeo II. In particolare l'esposizione museale si trova nel edificio di San Celso (l'altro è quello di San Daniele) e illustra le vicende di Torino e del suo territorio avvenute fra il 1938 e il 1948 con numerose testimonianze personali. Per accedervi occorre l'uso di cuffie che si attivano automaticamente lungo il percorso espositivo. Sono "rimasto colpito" dall'esposizione di una sedia di legno su cui i condannati a morte venivano fatti sedere di spalle al plotone d'esecuzione in quello che oggi è il Sacrario del Martinetto. Ma soprattutto è interessante la visita del rifugio antiaereo: possono accedere massimo 10 persone accompagnati dal personale museale. Era un rifugio privato, ma le cronache storiche affermano che fu usato anche dagli abitanti della zona, accessibile ai dipendenti del giornale "La Gazzetta del Popolo" che aveva sede nello stesso isolato. È situato a 12 metri di profondità ed è composto da quattro gallerie le cui pareti sono rinforzate con cemento armato. Si possono notare i fori dove erano agganciate le panche di legno ed aveva le latrine, il sistema di illuminazione e di ventilazione. L'ultima sezione visitabile è la stanza Post-it dove i visitatori possono scrivere un "pensiero" ed esporlo alle pareti, che risultano tappezzate di gradevoli messaggi. Infine, nel cortile interno si possono ammirare una bicicletta anni Trenta costruita su modello di quello che usavano i partigiani e le staffette per il trasporto di messaggi e rifornimenti, assieme ad'una mitragliatrice pesante Breda modello 37 in dotazione al Regio Esercito e la "panchina rosa triangolare" dell'artista Corrado Levi realizzata per il concorso indetto dal Comune di Bologna nel 1989 per ricordare le vittime omosessuali dei lager.
Roberto Moretto

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Nous venions de Lyon, avec en mémoire le musée élaboré sur le même thème d'une grande richesse. Alors, évidemment, la comparaison ne tient pas. La première difficulté est pour les visiteurs ne maîtrisant pas la langue de Dante ni celle de Shakespeare. Ce n'était pas notre cas et les casques audio fournis qui suivent automatiquement le parcours de l'exposition sont une excellente initiative permettant de ne pas avoir à tripoter en permanence un appareil pour trouver la bonne piste. Cependant, ce petit musée est relativement pauvre, à commencer par les objets (armes, affiches, objets du quotidien), pauvre aussi sur l'aspect déportation – et avec un absent totalement incompréhensible, dont le témoignage sur son expérience concentrationnaire a bouleversé la perception de la déportation, mais encore l'univers littéraire, traduit en 60 langues. D'autant plus incompréhensible qu'il était Turinois et aura passé sa vie dans cette ville où rien, à ma connaissance, si ce n'est la petite placette devant la synagogue, ne rappelle la présence. Primo Levi, l'auteur de Si C'est un Homme, a été effacé. Il ne peut s'agir d'un oubli. C'est comme si Prague oubliait Kafka dans un musée sur ses grands artistes. Alors, comment expliquer cela sinon que Primo Levi était juif ? En tous les cas, cela ne peut que questionner et générer un certain malaise.
Memento Vivere

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Ho scoperto per caso questo gioiello di museo... (Ho visto delle insegne che lo indicavano) Ho trovato gentilezza e professionalità Il museo è molto interessante... entri con le cuffiette e la radiolina e parte a narrarti i vari eventi che sono accaduti dal 1938 al 1945... I narratori sono ex partigiani o persone che hanno vissuto sulla loro pelle queste esperienze... Davanti alla data del 8/12/43 ho avuto dei brividi... Grazie alle ricerche che feci su mia nonna materna, scoprii che morì in via Giolitti, (che nel 42 non di chiamava così) proprio a causa del bombardamento del 8 dicembre che distrusse via Giolitti... Mia mamma di salvò perché era dai nonni (aveva 4 anni) ma la sua sorellina morì con la sua mamma.... C'è una grande stanza con dei pannelli che basta toccare con il palmo della mano e parte la spiegazione di quella specifica parte della città. Poi mi hanno accompagnato nel bunker antiaereo... Devo dire che mi ha messo immensa tristezza e anche un po' di "ansia"... Sentire scoppiare le bombe sopra le nostre teste fa davvero riflettere.... Ho immaginato i muri nonni paterni scappare bei bunker...loro abitavano quasi a pozzo strada .. mio nonno era un tranviere .. Bello, molto bello. Istruttivo e completo. Grazie❤️
Paola P.

Paola P.

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Reviews of Museum of the Resistance

4.5
(300)
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3.0
25w

The museum is okay, interesting but I was a bit underwhelmed. It is 5 small rooms with just videos - either historical footage or interviews of different people who lived through the war.

The videos are all in Italian only, but there are subtitles in English. What was frustrating however was the audio system - you wear headphones that “connect” when you stand in front of a video playing. But when you stand close enough to see the subtitles, it disconnects or you hear interference from another video. The audio was at times very loud and not adjustable. Also, the English subtitles were very limited and did not capture the detail being given in Italian.

There was also a small shelter underground which was interesting to see. The commentary was via headphones and only in Italian.

Overall it was interesting but I wished it was more interactive, and the difficulty with the headphones was too frustrating...

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4.0
45w

Il Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà di Torino è un luogo di memoria e riflessione situato nel settecentesco Palazzo dei Quartieri Militari, in Corso Valdocco. Inaugurato nel 2003, il museo ha un approccio innovativo, che si distacca dai canoni tradizionali: qui, non si trovano oggetti o reperti, ma storie, immagini e testimonianze che raccontano il periodo della Seconda Guerra Mondiale, con particolare attenzione alla Resistenza e alle sue implicazioni umane, sociali e politiche.

Il percorso espositivo si sviluppa attraverso installazioni multimediali e documenti audiovisivi che immergono i visitatori in un viaggio emotivo. La narrazione si concentra su vicende personali e collettive legate a Torino e al Piemonte, uno dei cuori pulsanti della Resistenza italiana. Grazie a filmati d’epoca, interviste e proiezioni interattive, è possibile entrare in contatto con le vite di chi ha combattuto, sofferto e resistito durante gli anni bui della guerra.

Una delle sezioni più toccanti è dedicata alla deportazione, con storie di uomini, donne e bambini costretti a lasciare le proprie case per i campi di concentramento nazisti. Accanto a questa, un’altra parte del museo esplora i temi della ricostruzione e della nascita dei diritti democratici, mostrando come il passato abbia gettato le basi per i valori di libertà e giustizia della società contemporanea.

Un dettaglio particolare è che il museo fa parte di una rete di luoghi di memoria, da cui deriva il concetto di "museo diffuso". Questo significa che il museo si integra con altri siti significativi della città, come la Caserma Lamarmora, ex luogo di detenzione durante l'occupazione nazifascista, e il rifugio antiaereo di Piazza Risorgimento, visitabile su prenotazione.

Visitare il Museo Diffuso della Resistenza è un’occasione per interrogarsi sul significato della memoria e sull’importanza di preservarla. L’atmosfera raccolta e le storie narrate coinvolgono non solo chi ha un interesse storico, ma chiunque desideri comprendere meglio come il passato abbia plasmato il presente. Non aspettatevi un museo statico: qui, le voci del passato continuano a parlare, e il loro eco è più attuale che mai.

(Se ti è piaciuta la mia recensione clicca su ❤️ o 👍🏻....

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5.0
32w

Il Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà è stato inaugurato il 30 maggio 2003 all'interno del settecentesco Palazzo dei Quartieri Militari, costruito su disegno del grande architetto di corte Filippo Juvarra nella prima metà del Settecento con lo scopo di ospitare le truppe di fanteria di Re Vittorio Amedeo II. In particolare l'esposizione museale si trova nel edificio di San Celso (l'altro è quello di San Daniele) e illustra le vicende di Torino e del suo territorio avvenute fra il 1938 e il 1948 con numerose testimonianze personali. Per accedervi occorre l'uso di cuffie che si attivano automaticamente lungo il percorso espositivo. Sono "rimasto colpito" dall'esposizione di una sedia di legno su cui i condannati a morte venivano fatti sedere di spalle al plotone d'esecuzione in quello che oggi è il Sacrario del Martinetto. Ma soprattutto è interessante la visita del rifugio antiaereo: possono accedere massimo 10 persone accompagnati dal personale museale. Era un rifugio privato, ma le cronache storiche affermano che fu usato anche dagli abitanti della zona, accessibile ai dipendenti del giornale "La Gazzetta del Popolo" che aveva sede nello stesso isolato. È situato a 12 metri di profondità ed è composto da quattro gallerie le cui pareti sono rinforzate con cemento armato. Si possono notare i fori dove erano agganciate le panche di legno ed aveva le latrine, il sistema di illuminazione e di ventilazione. L'ultima sezione visitabile è la stanza Post-it dove i visitatori possono scrivere un "pensiero" ed esporlo alle pareti, che risultano tappezzate di gradevoli messaggi. Infine, nel cortile interno si possono ammirare una bicicletta anni Trenta costruita su modello di quello che usavano i partigiani e le staffette per il trasporto di messaggi e rifornimenti, assieme ad'una mitragliatrice pesante Breda modello 37 in dotazione al Regio Esercito e la "panchina rosa triangolare" dell'artista Corrado Levi realizzata per il concorso indetto dal Comune di Bologna nel 1989 per ricordare le vittime...

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