Fino alla costruzione delle mure del "Barbarossa" la chiesa attuale non esisteva, e neanche la piazza se è per quello. Esisteva sì la chiesa di San Pietro della porta.
Così chiamata per il fatto di essere l'ultima chiesa della città. Dopo si usciva da essa... Tale chiesa, del IX secolo, fu distrutta da un incendio nel 1398, che scoppiò per uno scontro tra guelfi e ghibellini.
Una volta al sicuro, protetta dalle nuove mura la nuova Piazza divenne il cuore pulsante della vecchia Genova. Un luogo che ha vissuto le vicende commerciali della città degli ultimi 1000 anni.
Fino dal 1200 vi funzionava un mercato del grano ed in seguito vi "tennero banco" i cambiavalute. Da qui il nome attuale, Piazza Banchi.
Ma nel 1398, come già detto, la vecchia chiesa bruciò. Sulle macerie di essa il Doge Giannotto Lomellini volle far costruire il proprio palazzo nobiliare.
Tuttavia, nel 1572, alla fine di una pestilenza che aveva flagellato la città e per un voto alla Madonna, la famiglia Lomellini fece abbattere il proprio palazzo per far ricostruire una chiesa.
Il progetto fu affidato all’architetto Bernardino Cantone, la piazza, quindi non è stata sempre come la vediamo ora.
L'attuale sistemazione architettonica risale appunto al secolo XVI quando la Repubblica mise mano all'usuale procedura di espropri, demolizioni e ricostruzioni ed ha consegnato ai posteri la piazza nella sua versione definitiva.
Vennero demoliti numerosi edifici, altri ricostruiti creando le due principali vie di transito sia verso il mare (via Ponte Reale) che verso monte (via Orefici).
E per la chiesa? La soluzione, più unica che rara, delle botteghe ospitate nel basamento, è quindi strettamente legata alla storia dell'edificio e della piazza. In un caso unico al mondo, venne stabilito di tassare i commercianti (che in questo modo ottennero la concessione delle botteghe sottostanti) per finanziare i lavori (terminati nel 1585).
In particolare i lavori per la chiesa sono stati seguiti da Andrea Ceresola, detto il Vannone. E da Giovanni Ponzello, il successore del Cantone.
Venne costruita anche una nuova loggia nella piazza, per ospitare la Borsa, dando alla piazza una connotazione commerciale che durò fino ai primi anni del 1900.
San Pietro in Banchi, infatti, è di certo l’unica chiesa al mondo costruita con i proventi delle attività commerciali e per volontà del potere politico, la Repubblica, di cui era proprietà.
La chiesa è quindi un esempio unico di commistione pubblico/privato. Poiché quello che si presenta agli occhi, una volta entrati nella piazza, è uno spettacolo che non si vede altrove.
Una piccola piazza chiusa sul lato opposto da questa costruzione altra e stretta, che non sembra neanche una chiesa, a prima vista.
La chiesa, con 2 piccoli campanili, si trova infatti sopraelevata rispetto al livello della piazza.
Noterete subito il basamento su cui è eretta. Esso ospita, a sua volta, le botteghe di cui prima. Il porticato è sormontato da una facciata affrescata su cui si apre una doppia fila di tre normali finestre, la cupola dell’abside si può solo intravedere guardandola dal basso.
Col tempo (e la scarsa manutenzione) la chiesa divenne inagibile e venne chiusa al culto nel 1914. Ed in seguito gravemente danneggiata nella seconda guerra mondiale.
Fortunatamente restaurata nel corso degli anni ora è visitabile. Pur essendo piccola ha alcune splendide opere d'arte al suo interno.
Ma la cosa più bella è senz'altro la superba decorazione a stucco dell'abside, opera di Giovanni Battista Castello, detto "il...
Read moreLa chiesa di San Pietro in Banchi venne costruita sull'area anticamente occupata dalla chiesetta di San Pietro della Porta, distrutta nel 1398 da un incendio appiccato durante uno scontro fra guelfi e ghibellini, ed é uno dei tre edifici religiosi (gli altri sono il Duomo e San Bernardo) fatti erigere a Genova dal governo della Repubblica. Dedicata dal Senato genovese a Maria Immacolata per adempiere a un voto legato alla fine di un'epidemia, la chiesa fu finanziata, insieme alla vicina Loggia dei Mercanti, posteriore di pochi anni, grazie all'affitto e alla vendita di alcune botteghe collocate sotto di essa. Questo aspetto obbligò Bernardino Cantone a concepire nel 1572 un progetto - a pianta centrale con cupola ottagonale e quattro pinnacoli, di cui solo tre poi realizzati - in cui l'intera costruzione, collocata su una terrazza, rimanesse sopraelevata rispetto al livello della strada, cui la raccorda uno scenografico scalone. La fabbrica fu compiuta entro il 1585 da Giovanni Ponzello e dal Vannone; alla decorazione della facciata, mai completata, si sostituirono motivi architettonici affrescati, insufficienti però a togliere al tempio quell'aria dimessa e "non finita" che ne caratterizza l'esterno. Di segno opposto appare il ricco interno, decorato a paraste corinzie e nobilitato dai bellissimi stucchi del coro (in cattivo stato di conservazione) con le "Storie della Passione di Cristo", realizzati dall'urbinate Marcello Sparzo e da Stefano Storace nel 1603; da segnalare pure le statue di santi - collocate, quattro per parte, in nicchie all'interno delle due cappelle maggiori - scolpite all'inizio del Seicento dai ticinesi Taddeo Carlone e Daniele Casella.
La particolarità più evidente di questa chiesa consiste nel fatto che è costruita sopra alcune botteghe: il perché di questa soluzione più unica che rara, ci rimanda alla storia della costruzione. Sul sito della chiesa che possiamo ammirare oggi, ne esisteva un’altra, antichissima (fu costruita molto prima dell’anno Mille: pare nel 972) che era detta San Pietro della Porta, e il cui ricordo permane oggi in una via che si chiama proprio “via di San Pietro della Porta”. Proprio nella piazza dove oggi sorge la chiesa si trovava infatti una delle antiche porte di accesso alla città, e la chiesa di San Pietro della Porta, data la sua vicinanza al porto, era quella dove si fermavano tutti coloro che giungevano a Genova per mare. Quanto al corredo pittorico, la seconda cappella di sinistra ospita una tela di Andrea Semino con l'"Immacolata" (1588), sovrastata da affreschi, assai deteriorati, di Andrea Ansaldo ("Madonna in trono" e "Presentazione al Tempio", 1630 c.); dirimpetto, "Decollazione del Battista", pala di Benedetto Brandimarte (1590). In condizioni non migliori dei dipinti murali dell'Ansaldo appaiono altri affreschi, che ornano il vestibolo (medaglie con santi e scorci di angeli, opera di G. B. Baiardo, 1650) e i peducci della cupola ("Profeti" di Paolo Gerolamo Piola, fine...
Read moreChiesa piccola ma ricca di marmi pregevoli e di statue. È come un piccolo scrigno. Inoltre è assai rappresentativa della storia della città e delle attitudini dei suoi abitanti. Secondo una tradizione popolare la Chiesa sarebbe nata sui resti di un antico tempio pagano dedicato a Giano, che, sempre per tradizione diede il nome alla città. Più realisticamente, l'attuale edificio sorse,dopo un iniziale destinazione civile, sulle rovine di una più antica, chiamata San Pietro della Porta, in quanto vicina ad un accesso delle antiche mura risalenti al IX secolo d. c . La Chiesa risalente al X secolo, fu distrutta nel corso di lotte tra fazioni cittadine. Da notare che la Chiesa è sopraelevata rispetto al piano terreno adibito fin dai tempi antichi a botteghe, in particolare di cambiavalute, dal che deriva l'attuale denominazione. Dal ricavato di tali attività gli oculati amministratori del tempo trassero gran parte dei mezzi per finanziare la costruzione. L'attuale interno della Chiesa è impreziosito fa marmi assai pregevoli e da pitture e statue ragguardevoli. La Chiesa è ricordata nelle cronache antiche perché sui gradini dello scalone di accesso trovò la morte, nel febbraio del 1682, Alessandro Stradella, per mano di ignoti sicari, armati di pugnali, strumento di una vendetta di una vittima di una delle numerose avventure amorose del...
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