Basilica di Sant'Ambrogio
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SabrinaSabrina
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La basilica di Sant'Ambrogio (basilega de Sant Ambroeus in dialetto milanese), il cui nome completo è basilica romana minore collegiata abbaziale prepositurale di Sant'Ambrogio[1] (nome originario paleocristiano basilica martyrum), è una delle più antiche chiese di Milano e si trova in piazza Sant'Ambrogio. Essa rappresenta ad oggi non solo un monumento dell'epoca paleocristiana e medievale, ma anche un punto fondamentale della storia milanese e della Chiesa ambrosiana. Essa è tradizionalmente considerata la seconda chiesa per importanza della città di Milano. Edificata tra il 379 e il 386 per volere del vescovo di Milano Ambrogio, fu costruita in una zona in cui erano stati sepolti i cristiani martirizzati dalle persecuzioni romane. Per questo venne dedicata ai martiri ed era chiamata Basilica Martyrum: lo stesso Ambrogio voleva riporvi tutte le reliquie dei santi martiri Vittore, Nabore, Felice, Vitale, Valeria, Gervasio e Protasio. Sant'Ambrogio stesso vi venne sepolto (397) e da allora cambiò nome, assumendo quello attuale. La basilica attuale rispetta scrupolosamente la pianta di questa basilica paleocristiana: tre navate absidate, senza transetto, con quadriportico antistante. Nel 784 l'arcivescovo di Milano Pietro fondò un'abbazia benedettina, approvata da Carlo Magno nel 789. A questa fu aggiunta una canonica, che doveva servire le necessità della comunità laica della città. Il vescovo Angilberto II (824-859) fece aggiungere la grande abside, preceduta da un ambiente sovrastato da volta a botte, sotto il quale si svolgevano le funzioni liturgiche. Nello stesso periodo, il catino dell'abside venne decorato da un grande mosaico ancora esistente[2], il Redentore in trono tra i martiri Protasio e Gervasio e con gli arcangeli Michele e Gabriele, corredato da due episodi della vita di Sant'Ambrogio. A questo periodo risale il campanile di destra (quello più basso) ispirato a quello della Basilica di San Pietro a Roma costruito qualche tempo prima. Al ciborio, di epoca ottoniana, vennero aggiunti quattro fastigi con timpano, decorati con stucchi nel X secolo ed ancora eccellentemente conservati. Sotto il ciborio venne collocato l'Altare di Sant'Ambrogio, capolavoro dell'oreficeria carolingia, in oro, argento, dorato, pietre preziose e smalti, quale vistoso segnale della presenza delle reliquie dei santi, collocate al di sotto dell'altare stesso e visibili da una finestrella sul lato posteriore. La basilica ha preso il definitivo aspetto tra il 1088 e il 1099, quando, sulla spinta del vescovo Anselmo III da Rho, venne radicalmente ricostruita secondo schemi dell'architettura romanica. Venne mantenuto l'impianto a tre navate (senza transetto) e tre absidi corrispondenti, oltre al quadriportico, anche se ormai non serviva più a ospitare i catecumeni, ma come luogo di riunione. Tra il 1128 e il 1144 venne innalzato il secondo campanile, quello più alto a sinistra della facciata, detto dei canonici. Il tiburio fu aggiunto verso la fine del XII secolo ma crollò ben presto (6 luglio 1196): venne subito ricostruito, con la particolare conformazione esterna caratterizzata da gallerie con archetti su due registri sovrapposti. Il 4 agosto del 1258, divenne teatro della Pace di Sant'Ambrogio, che pose fine alle lotte intestine del Comune di Milano tra nobili (Commune militum) e popolo (Commune populi). Inizialmente furono i Benedettini ad occuparsi dell'amministrazione della basilica e fu per loro conto che Donato Bramante nel 1492 ottenne l'incarico di progettare la nuova canonica, ricostruendo alcune parti del monastero e risistemando la disposizione delle cappelle nella chiesa. I Benedettini rimasero sino al 1497 quando vennero sostituiti dai Cistercensi dell'abbazia milanese di Chiaravalle che promossero numerose iniziative culturali come ad esempio l'apertura al pubblico della grande biblioteca monastica. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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Ogni città ha il suo santo patrono o protettore, e Milano certo non è da meno: Sant’Ambrogio, vescovo della città dal 374 al 397, è una delle personalità più importanti nella Chiesa del IV secolo. E fu tanto importante per la città che, ancora oggi, in tutta la diocesi di Milano la S. Messa viene celebrata in Rito Ambrosiano, che presenta alcune differenze con il rito Romano celebrato nel resto del mondo. Non può quindi mancare una visita alla chiesa dedicata al santo: la Basilica di Sant’Ambrogio, che è anche una delle più importanti al mondo e paradigma dello stile Romanico. Una grande devozione popolare ruota attorno alla basilica, da sempre meta di pellegrinaggi e di visitatori, così come nelle altre chiese fondate dal santo vescovo: San Simpliciano e San Nazaro Maggiore. Il suo ingresso, il magnifico quadriportico composto da colonne con capitelli lavorati a rilievo, prepara all’atmosfera raccolta, tipica della chiesa. Costruita tra il 379 e il 386 e poi ricostruita in età romanica, era in origine chiamata “Basilica Martyrum” (basilica dei Martiri) per volere di Sant’Ambrogio. Sorta al centro di una vasta area (Hortus Philipphi) riservata a sepolture cristiane e caratterizzata dalla presenza di piccole celle in memoria dei martiri, la basilica, dedicata ai martiri Gervasio e Protasio, ancora oggi custodisce sotto l’altare le spoglie dei due santi e di Sant’Ambrogio stesso. Da non perdere nella visita Il prezioso Altare d’Oro del maestro orafo Vuolvinio (835 d.C.): sul fronte anteriore narra gli episodi della vita di Cristo e, sul retro, la vita di Sant’Ambrogio. Da ammirare anche il vasto mosaico absidale raffigurante il Redentore fra i Santi Gervasio e Protasio e l'imponente sarcofago tardo romano detto “di Stilicone”. Una visita va sicuramente dedicata alla cappella di San Vittore in Ciel d’Oro: il piccolo ambiente a pianta trapezoidale era in origine indipendente dalla basilica, chiuso da un’abside e fornito di cripta. rende il nome dalle tessere dorate della volta e vanta la più antica raffigurazione conosciuta del vescovo Ambrogio, il cui volto è rappresentato con impressionante realismo, nonostante la tecnica del mosaico. Nella parte più alta della cupola è raffigurato con tessere d’oro il busto di San Vittore: sul suo capo la corona gemmata propria dei martiri. CURIOSITA’ Nella navata centrale, in cima ad una colonna in porfido d’Elba, è posizionato un serpente di bronzo dal corpo sinuoso. Secondo la leggenda si tratterebbe del serpente forgiato da Mosè nel deserto per difendere il suo popolo dai morsi di questo rettile. Infatti chiunque fosse stato morso avrebbe avuto salva la vita guardando il serpente di metallo. Come il serpente sia arrivato nella basilica di Sant'Ambrogio è ancora più leggendario. Intorno all'anno 1000, Arnolfo, arcivescovo di Milano, si recò a Costantinopoli per condurre dall'Imperatore Ottone III la sua promessa sposa bizantina. La missione fallì in quanto l’imperatore morì prima di vedere la sua sposa. La principessa fu rimpatriata, ma il serpente di bronzo, che era uno dei doni di nozze, rimase a Milano. Appena collocato nella basilica di Sant'Ambrogio, i milanesi lo considerarono un oggetto magico con proprietà taumaturgiche, capace di guarire le malattie intestinali e i vermi. La leggenda riserva ancora altre sorprese: narra che il giorno del giudizio universale il serpente prenderà vita, scenderà dalla colonna e ritornerà alla Valle di Josafat, dove le mani di Mosè lo forgiarono. Fuori dalla basilica si trova una colonna chiamata “colonna del diavolo”, poiché, secondo la leggenda, i due buchi presenti sul fusto della colonna sarebbero stati creati dalle corna del diavolo, scaraventato contro di essa nella lotta con Sant'Ambrogio avvenuta in questo luogo.
Giuseppe StabileGiuseppe Stabile
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Un capolavoro medievale (unico) a Milano Siamo in presenza dell’opera italiana più importante del periodo carolingio, ossia di quella particolare fase dell’Italia contrassegnata dal Sacro Romano Impero di Carlo Magno (incoronato da papa Leone III nella notte di Natale dell’Ottocento). Questo preziosissimo altare-reliquiario, databile tra l'824 e l'859, è un vero e proprio capolavoro di arte e oreficeria carolingia per l’appunto, quindi barbarica, dimostrazione plateale di quanto sia i longobardi sia i franchi (in questo caso quest’ultimi), fossero validissimi nelle arti applicate, come questo gigantesco scrigno attesta. Infatti la sua funzione è molteplice: - altare, da cui il sacerdote officiante celebra ancora oggi la Santa Messa - reliquiario - un tempo doveva contenere, stando ad alcune fonti, le spoglie di Sant’Ambrogio-Gervasio e Protasio - oggetto storico-artistico, di inestimabile valore per la manifattura e i materiali preziosi quali oro, gemme e pietre, ed esempio eccellente di quel connubio tra barbari e cristiani. Dopo aver attraversato un grande quadriportico a cielo aperto (oggi in restauro, si accede all’interno dai lati), si oltrepassa la facciata a capanna della basilica e ci si trova, dall'inizio della navata centrale, difronte a questo punto di luce che irradia tutto l'edificio in stile romanico. Si tratta di un grande parallelepipedo, costituito da un fronte anteriore con le storie di Gesù rivolto ai fedeli e un fronte posteriore con le storie di Sant’Ambrogio rivolto al clero. Tutte le scene sono inserite in appositi riquadri, rispecchiando così le esigenze didattiche medievali di scandire in maniera netta e perfettamente distinguibile i vari episodi, secondo l'insegnamento di un papa precedente, papa Gregorio Magno, che sosteneva che la pittura, in questo caso il rilievo figurativo, serviva all'analfabeta quanto la scrittura a chi sa leggere. Le parti centrali di entrambi i lati lunghi sono le più caratterizzate: quella anteriore presenta una croce con i simboli dei quattro evangelisti nei bracci e Cristo su un trono dentro una mandorla al centro della stessa croce e gli apostoli, in gruppi da tre, agli angoli; quella posteriore è provvista dei due sportelli apribili con le raffigurazioni di quattro tondi di cui quelli in alto ritraggono gli arcangeli Michele e Gabriele e quelli in basso le incoronazioni, da parte di Sant’Ambrogio, del vescovo Angilberto (colui che ha consacrato la basilica) e dell’artista Vuolvinio (colui a cui è attribuita la realizzazione dell’altare, anche se in verità ha eseguito soltanto la parte meno esposta, ossia il lato posteriore rivolto al clero). A tale proposito bisogna segnalare che la vera parte accessibile è quella destinata al popolo dei fedeli, il lato frontale, riguardante non a caso le storie di Gesù, secondo il principio della Imitatio Christi, ossia l’esempio che i credenti devono avere come riferimento, imitare per quanto possibile Gesù. La parte posteriore, con le storie di Sant’Ambrogio, riservata al clero, non è visibile (almeno, ipotizziamo, non senza una specifica autorizzazione) e , di conseguenza, non abbiamo la possibilità di confrontare, in tempo reale, la differenza stilistica tra lo stile delle maestranze e quello di Vuolvinio. Infatti allo stile dinamico, vivace e drammatico del lato dei fedeli si oppone quello riservato al clero, solenne e monumentale che definisce le figure ben sbalzate e isolate nel loro contesto, con pochi accenni architettonici dello sfondo e in cui riscontriamo anche la firma dello stesso Vuolvinio, il quale dimostra così di avere una forte personalità e di staccarsi deliberatamente dal ruolo di artigiano che il Medioevo riservava agli artisti. Gabriele Guglielmino (docente e storico dell'arte)
Gabriele GuglielminoGabriele Guglielmino
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Sant’Amabrogio, lo stile romanico si impara osservando questa Basilica. Si perché sui libri scolastici se si vuole imparare l’ABC di questo stile, qui bisogna approdare. Anche se di Fatto la basilica è di epoca paleocristiana ed il suo restyling romanico è avvenuto solo nel XIX secolo. Questa insieme a San Lorenzo Maggiore, San Nazaro in Brolo, e San Simpliciano sono le chiese volute per Milano da Ambrogio in persona, anche se da aveva deciso che qui sarebbe stato sepolto. Forse perché il luogo che aveva scelto era sopra un cimitero di martiri cristiani? Bah va a saperlo! Comunque sia Ambrogio è in ossa ossa, tumulato sotto l’altare maggiore da oltre 1700 anni con i suoi compagni di sepolcro Gervasio e Protasio i fratelli martiri milanesi del III secolo che lui stesso, grazie a un “presentimento”, ha “riconosciuto” tra i corpi sepolti in un cimitero li vicino. Curiosità vuole che le scarne bibliografie di questi fratelli parlano di persone alte oltre la media ora, va bene che nell’antichità erano un filo più corti, ma a vederli non sembrano proprio corazzieri, quindi chissà con chi dorme affianco il buon Ambrogio! Ambrogio non è italiano è tedesco, (eh niente il popolo germanico ha sempre avuto un appeal particolare con Milano), ma la cosa curiosa è che in Italia mica ci venne da prelato, tutt’altro! Il suo mandato era di essere il governatore della provincia Aemilia e Liguria ma, quando nel 374 morì il vescovo visto che era molto apprezzato come funzionario, a furor di popolo gli venne chiesto di prendere il suo posto e diventare vescovo..W la vocazione.. piccolo particolare, non era manco battezzato!. Comunque sia ci si è preso mica male a fare il vescovo, perché solo qualche anno più tardi fu grazie a lui che Sant’Agostino si convertì al cristianesimo. Altra curiosità. Ambrogio è spesso raffigurato con barba bianca in tonaca con il legno pastorale, peccato che però vestiva abiti civili ed era molto “latino” nonostante fosse teutonico e diciamo che le armi le impugnava abbastanza bene e si faceva rispettare (vedi l’altolà dato a Teodosio dopo la carneficina fatta a Tessalonica nel 390. Il suc “cipiglio” è stato talmente forte che anche a Roma hanno dovuto soprassedere alle sue “variazioni sul tema” delle celebrazioni eucaristiche, ed accettare il “rito ambrosiano” Tra il sacro e il profano: ma cosa ci fa un serpente nero all’interno di una chiesa? Si narra che questo serpente in bronzo (proprio questo qui non una copia) fu forgiato da Mosè in persona durante l’attraversamento del deserto, per difendersi dai serpenti veri, e che nel giorno del Giudizio si animerà e tornerà al suo luogo di origine. Quale non ci è dato sapere.. il deserto? Gli inferi? Boh Grazie agli storici sappiamo che di sicuro la statua è arrivata da Bisanzio nell’anno 1000 con l’Arcivescovo Arnolfo come dono di nozze a Ottone III e la futura sposta Stefania. A un certo punto il rettile bronzeo, divenne taumaturgico nella cura dei “vermi intestinali” e quindi mamme da ogni dove venivano in basilica a toccare il serpentello. San Carlo nel Cinquecento proibì questa usanza. Altra curiosità è legata alla presenza del Diavolo che tentanto di ferire Ambrogio, nella foga della lotta, sbaglia la mira e si incarta nella colonna fuori la basilica e le corna lasciano 2 buchi nel granito. Tra l’altro non sono mica tanto distanti, era un diavoletto.. Dicono anche che se si è li vicino si senta l’odore dello Stinge, il fiume infernale…ma che odore potrà mai avere lo Stinge.. zolfo o putridume?
barbara maria cantonibarbara maria cantoni
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La basilica di Sant'Ambrogio (basilega de Sant Ambroeus in dialetto milanese), il cui nome completo è basilica romana minore collegiata abbaziale prepositurale di Sant'Ambrogio (nome originario paleocristiano basilica martyrum), è una delle più antiche chiese di Milano. Si trova in piazza Sant'Ambrogio e rappresenta non solo un monumento dell'epoca paleocristiana e romanica, ma anche un punto fondamentale della storia milanese e della Chiesa ambrosiana. È tradizionalmente considerata la seconda chiesa per importanza della città dopo il Duomo di Milano. Insieme alla basilica prophetarum, alla basilica apostolorum ed alla basilica virginum, la basilica martyrum è annoverata tra le quattro basiliche ambrosiane, ovvero quelle fatte costruire da sant'Ambrogio. Edificata tra il 379 e il 386 in epoca romana tardoimperiale per volere del vescovo di Milano Ambrogio, nell'epoca in cui la città romana di Mediolanum (la moderna Milano) fu capitale dell'Impero romano d'Occidente (ruolo che ricoprì dal 286 al 402), venne quasi totalmente ricostruita assumendo l'aspetto definitivo tra il 1088 e il 1099. Della chiesa originale paleocristiana del IV secolo la nuova basilica dell'XI secolo ereditò scrupolosamente la pianta: tre navate absidate senza transetto con quadriportico antistante. Il suo complesso architettonico è composto dal monastero di Sant'Ambrogio, dalla canonica di Sant'Ambrogio, dalla chiesa di San Sigismondo e dalla basilica. È una delle basiliche paleocristiane di Milano. Notevoli, da un punto di vista artistico, sono il portale dell'ingresso principale della basilica, che è caratterizzato da una minuziosa decorazione a rilievo, l'altare di Sant'Ambrogio, realizzato tra l'824 e l'859 da Vuolvino su commissione dell'arcivescovo di Milano Angilberto II e avente un prezioso paliotto aureo in rilievo con pietre incastonate su tutti e quattro i lati, il ciborio di epoca ottoniana, che si poggia su quattro colonne in porfido rosso e che presenta, sulle quattro facce, altorilievi in stucco, nonché il catino absidale, che è decorato da un mosaico che risale all'XI secolo, e il sacello paleocristiano di San Vittore in ciel d'oro, che risale al V secolo e che ha una volta completamente decorata da foglia d'oro. Il sacello di San Vittore in ciel d'oro ha le pareti laterali ricoperte da un mosaico dove sono raffigurati sei santi, tra cui sant'Ambrogio; quest'ultima è la più antica raffigurazione conosciuta del santo milanese. FONTE: Wikipedia.
Juan LainezJuan Lainez
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Basic Info
Address
Piazza Sant'Ambrogio, 15, 20123 Milano MI, Italy
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+39 02 8645 0895
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basilicasantambrogio.it
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4.7
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cultural
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Description
The Basilica of Sant'Ambrogio is an ancient Romanesque-style, Roman Catholic church in the center of Milan, region of Lombardy, Italy.
attractions: Sforzesco Castle, Leonardo da Vinci Museum of Science and Technology, Colonne di San Lorenzo, Colonnes de Saint-Laurent, Santa Maria delle Grazie, The Last Supper Museum, Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, Piazza Mercanti, UNIQLO Piazza Cordusio, Chiesa di Santa Maria presso San Satiro, restaurants: Starbucks Reserve Roastery, Piz, Bar Magenta, Peck, miscusi | pasta fresca - Milano Cadorna, miscusi | pasta fresca - Milano Colonne, Hard Rock Cafe Milan, Pasta d’Autore, Da Zero, La Hora Feliz

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