Ernesto Treccani “Lavorare ogni giorno”
La Fondazione Corrente ha promosso una mostra di Ernesto Treccani dal titolo “Lavorare ogni giorno. I disegni di Ernesto Treccani”. L’esposizione curata da Nicoletta Colombo e Maddalena Muzio Treccani presenta circa 200 carte di piccole, medie e grandi dimensioni, realizzate a matita, china, pastelli e inchiostri colorati, gran parte di esse inedite che ripercorrono la vita dell’artista.
Un viaggio svolto in settant’anni di appassionata e instancabile ricerca. Il disegno per Treccani costituiva un imprescindibile esercizio quotidiano. In mostra la proiezione di un’intervista inedita al pittore: “Non considero il disegno un’approssimazione rispetto al “più finito” o una preparazione al dipinto. Un disegno può sconfinare nella pittura, può essere ripreso con altri materiali che non siano penna, inchiostro, matita, non per questo il suo carattere è minore o incompleto rispetto al dipinto. Ogni disegno è irripetibile e in sé compiuto. (E. Treccani da Lezioni di disegno, 1985)”.. Fin da giovanissimo Ernesto Treccani “respira” nell’ambiente familiare una determinata atmosfera di grande cultura, suo padre fondatore della celeberrima enciclopedia, ancora giovanissimo, mentre era impegnato negli studi universitari di ingegneria, sentì il richiamo prepotente per la pittura avvertendo in questa espressione artistica il modo più confacente per estrinsecare i suoi più intimi sentimenti che si propagavano al campo politico. Logica conseguenza, entra a far parte dei gruppi progressisti del mondo artistico che non temevano di esprimere il loro dissenso nei confronti della “preconfezionata” cultura fascista. Conseguenza logica del suo pensiero che voleva assolutamente esente da condizionamenti di ogni tipo di radicalismo, negazione della fantasia e di una visione reale della natura, prodiga o dolorosamente crudele, mai cedevole ai massimalismi di facciata, ai compiacenti scenari tanto appariscenti quanto fatui ed ingannevoli.
Anna...
Read moreSalite le scale fino al primo piano non si può non rimanere colpiti da questa enorme tela dipinta da Ernesto Treccani tra il 1969 e il 1975. Treccani, sconvolto dall'attentato di piazza fontana, avvenuto il 12 dicembre 1969 a Milano nella banca Nazionale dell'agricoltura, decide di partecipare al funerale delle diciassette vittime. Straziato dall'accaduto, immagina quest'opera, in cui vediamo la folla che assiste attonita ai funerali, ritratta dal punto di vista delle Bare e quindi dei morti. Il dipinto che riporta centinaia di volti stipati e compressi, che con occhi disperati guardano nella direzione dell'osservatore, richiese anni all'artista per essere completato. I suoi appunti conservati in archivio dicono che scelse di ritrarre nel dipinto tutti volti di persone che conosceva di persona: parenti, amici, conoscenti e compagni di partito provenienti da ogni zona d'Italia. Tra la folla è possibile identificare almeno due autoritratti di Treccani, facilmente riconoscibili perché indossa il suo...
Read moreIl centro culturale fondato negli anni settanta da Ernesto Treccani ospita sempre mostre molto interessanti. Per esempio la bella mostra di fotografie in bianco e nero di Gianni Maffi, che raccontano come è cambiata Milano negli ultimi dieci anni. Da visitare poi lo studio di Treccani, di cui quest'anno si celebra il centenario...
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