La chiesa dei Santi Apostoli fu fondata nel V secolo sulle rovine di un tempio romano forse dedicato a Mercurio. La nuda facciata della chiesa contrasta con le fastose decorazioni barocche interne di ispirazione teatina. La maggior parte della decorazione pittorica è di Giovanni Lanfranco che affresca la volta a botte della navata con scene di Martirii e Gloria dei Santi Tommaso, Bartolomeo, Matteo e Giovanni, e dipinge Profeti, Patriarchi e Apostoli nei triangoli sugli archi delle finestre e Virtù negli archetti. Lanfranco esegue inoltre la scena della Piscina Probatica in collaborazione con Viviano Codazzi nella controfacciata, gli affreschi della crociera e le cinque tele del coro. Sugli archetti delle cappelle vi sono tele di Francesco Solimena mentre l'intera chiesa è decorata da pregevoli stucchi dorati. Tra le opere di maggior rilievo collocate nelle cappelle vanno ricordati: la tela di Francesco De Mura della prima cappella a sinistra raffigurante I Beati Paolo d'Arezzo e Giovanni Marinoni mentre ricevono dalla marchesa Patrizi l'offerta del figlio; i raffinati affreschi con Storie di San Gregorio di Giacomo del Po nella seconda cappella a sinistra; i due busti di Fabrizio e Flaminio Antinori di Giuseppe Finelli terminati da Bartolomeo Mori nel 1657 nella quarta cappella a destra, e il monumento funebre a Vincenzo Ippolito di Giuseppe Sanmartino nella seconda cappella a destra. L'opera di maggior rilievo è l'Altare Filomarino, collocato a sinistra nella crociera, commissionato a Francesco Borromini dal cardinale Ascanio Filomarino, che aveva stretti contatti con la corte papale di Urbano VIII, il monumento, realizzato tra il 1642 e il 1647. Di fronte, nel braccio destro della crociera, è la cappella Pignatelli con l'altare in marmo e pietre dure di Ferdinando Sanfelice, che trasla in linguaggio settecentesco l'altare Filomarino. Nella stessa cappella, oltre agli affreschi del Lanfranco raffiguranti Martirio e gloria dei Santi Andrea e Giacomo, vi sono le tele di Luca Giordano raffiguranti Nascita e Presentazione di Maria. La cupola absidale, nei cui pennacchi ancora il Lanfranco dipinge Evangelisti, è decorata da Giovan Battista Beinaschi con il Paradiso. (dalla locandina esposta) Purtroppo da restaurare. Da...
Read moreThe "Chiesa Dei Santi Apostoli" has a couple of things that are worth seeing:
• Between 1611 and 1626: The church's 'petrified' lizard—a large motionless lizard, which died many years ago and which, due to the dust that settled on its body, has, in fact, become one with the handrail—. Its importance is such that, even after the restoration of the monumental church, it was not removed, as it was considered a true symbol of the same.
• 1647 year: The altar in the Filomarino Family Chapel at the right of the main altar, is Francesco Borromi's only work in the...
Read moreUna sorpresa infinita, un'inimmaginabile bellezza per il viandante che si imbatte nella scarna facciata e si introduce nel luogo giusto per dare uno sguardo frugale. Si resta estasiati nel constatare la differenza tra l'esterno e l'interno della chiesa. Però, chi prima di entrare, ha avuto l'accoglienza col suono maestoso delle campane che rintona fortemente per tutto il quartiere ed oltre, sarà preparato a tanta sorpresa. Una scatola magica, spartana all'esterno, pronta a destare emozioni ad ogni passo compiuto dopo l'ingresso. Del resto chi si aggira per Napoli deve abituarsi a queste sorprese, sia che si tratti della scarna facciata di una chiesa, sia che ci si trovi davanti ad un palazzo fatiscente all'esterno. Napoli purtroppo non ostenta, né pubblicizza le proprie ricchezze. Come ogni nobile decaduto che si rispetti, non ci tiene ad esporre la propria ricchezza ma la custodisce umilmente, diversamente da quanto fanno i "pezzienti risagliuti" che ostentano ricchezza che non ha valore. Napoli! Piccola Cenerentola! Abbi fede nella venuta de Principe Azzurro e vedrai che anche le "zoccole" si trasformeranno in cavalli bianchi, pronti a riportarti sul trono che ti fu usurpato e che è giusto che ti...
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