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Chiesa di Sant'Angelo in Pescheria — Attraction in Rome

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Chiesa di Sant'Angelo in Pescheria
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Chiesa di Sant'Angelo in Pescheria
ItalyLazioRomeChiesa di Sant'Angelo in Pescheria

Basic Info

Chiesa di Sant'Angelo in Pescheria

Via di S. Angelo in Pescheria, 6, 00186 Roma RM, Italy
4.7(117)
Open until 11:00 AM
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Ratings & Description

Info

Cultural
Family friendly
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attractions: Portico of Octavia, Teatro di Marcello, Tempio Maggiore, Jewish Museum, Turtle Fountain, Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli, Ponte Fabricio, Largo di Torre Argentina, Capitoline Museums, Piazza del Campidoglio, restaurants: Giggetto, BaGhetto Ristorante Kosher-Portico d'Ottavia, Nonna Betta, Il Giardino Romano, Taverna del Ghetto, Bona | Pizza Roma [ Portico D'Ottavia ], Sora Margherita, BaGhetto Milky, Su Ghetto Kosher Restaurant, Antico caffè del teatro di Marcello
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Tempio Maggiore

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BaGhetto Ristorante Kosher-Portico d'Ottavia

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Gino PitaroGino Pitaro
Non conoscevo Santa Sinforosa, non sapevo nemmeno che qui vi fossero le sue reliquie assieme a quelle del marito, San Getulio, e dei figli (sotto l'altare in foto), quando diversi anni fa trovandomi a pregare in questa chiesa, subito dopo per una serie di circostanze acquistai casa proprio nei luoghi di Sinforosa. Questo mi è capitato numerose volte: snodi fondamentali della mia esistenza si sono spesso intersecati con questa Santa e i Suoi luoghi. Santa di cui non sono mai stato devoto prima. Sinforosa era una donna romana-tiburtina, madre di numerosi figli. L'Imperatore Adriano fatta costruire una villa la inaugurò con rito pagano. Consultato l'oracolo, la risposta sarebbe stata: la vedova Sinforosa e i suoi sette figli ci dilaniano ogni giorno invocando il loro Dio. Perciò, se costei coi suoi figli sacrificherà, noi promettiamo di soddisfarti in tutto quello che domandi. Allora Adriano la fece arrestare insieme ai figli, esortandoli perché acconsentissero a sacrificare agli idoli. Visto che non cedevano, dopo averla torturata, le fece legare al collo un masso e la fece precipitare nel fiume. Il fratello Eugenio, principale della Curia Tiburtina, raccolse il cadavere e lo seppellì nel suburbio della medesima città. Il giorno dopo, l'imperatore Adriano fece piantare sette pali intorno al tempio d'Ercole Vincitore (in Tivoli) e su essi fece stendere i figli di Sinforosa che fece poi trucidare. Il giorno seguente l'imperatore Adriano, recatosi al tempio d'Ercole Vincitore, dispose che i cadaveri fossero rimossi e gettati in una fossa sulla via Tiburtina al nono miglio da Roma. Diverse altre informazioni le trovate sul web. Qui aggiungo che la chiesa ha come parroco Padre Ermete, un grande sacerdote carismatico, e che il mercoledì e il sabato si tengono preghiera comunitaria e messa. E' una delle chiese animate dal gruppo del Rinnovamento dello Spirito 'Comunità Maria'. La chiesa è stata oggetto di restauri, prima del tetto a capriate in legno, poi del presbiterio e il più recente è quello del bel crocifisso del '500 (foto). L'edificio non ha una facciata nel vero senso che si attribuisce a una chiesa: essa infatti è costituita da un muro in mattoncini con al centro il portale in cui sono parte strutturale tre colonne corinzie del Portico d'Ottavia. In tal senso è una delle più suggestive del mondo per sincretismo di elementi pagani e cristiani. All'ingresso frontale sembra un tempio antico. Il nome 'in Pescheria' deriva dal fatto che nelle adiacenze si svolgeva il mercato del pesce, e all'interno c'è lo stemma dell'Università dei Pescivendoli. Pochi lo sanno, ma la chiesa ha un piano inferiore, con un sotterraneo che fu un antico oratorio per la preghiera, la vita comunitaria e le meditazioni. Per chi vuole approfondire determinati temi della fede, soprattutto in relazione alle apparizioni mariane di Medjugorje, di cui si parla spesso qui tra i fedeli, suggerisco i miei libri 'Medjugorje, i Segreti rivelati - Guida ai Tempi Nuovi' e 'Medjugorje, la Via della Redenzione - Guida dentro e fuori di Noi', entrambi in esclusiva su Amazon in ebook e cartaceo.
Stefano ManzoStefano Manzo
La Chiesa di Sant'Angelo in Pescheria si trova nel centro storico di Roma, in Via della Tribuna di Campitelli 6, nel Rione XI (Sant'Angelo) nel Ghetto, risulta nascosta poiché adiacente agli importanti resti del propileo del suggestivo Portico d’Ottavia, antico edificio romano del II secolo d.C. La chiesa venne costruita intorno all’VIII secolo su commissione del papa Stefano II (752 - 757), nel tempo ha subito importanti restauri e ricostruzioni, fra i quali nel XIII secolo i campanile romanico, in seguito crollato. Nel XVI secolo L’Arciconfraternita dei Pescivendoli fece costruire la Cappella di Sant’Andrea, il loro patrono, nelle vicinanze dal medioevo fino al XIX secolo si teneva il mercato del pesce. Superato il suggestivo propileo, ci troviamo davanti alla semplice facciata, mattonata insolita per una chiesa, dove alla destra di tre alte colonne marmoree dell’antico tempio, spicca il portale ligneo a cassettoni incorniciato, entrando dopo un piccolo vestibolo si accede nella chiesa. L’interno si presenta con la pianta rettangolare con tre navate, quella centrale più larga, e suddivise da tre archi a tutto sesto su pilastri con paraste con capitelli. Il presbiterio, è in corrispondenza dell’Arco di Trionfo ed è sopraelevato per evidenziarne la sacralità rispettò al resto della Chiesa), si accede salendo alcuni gradini ed è delimitato sul fondo da un’abside semicircolare Il dipinto nel catino dell’Abside è posto al di sopra di un coro ligneo ed è un grande dipinto che raffigura l’Arcangelo Michele che sconfigge il demonio (XVII secolo). Da segnalare, sulla navata destra, la bellissima cappella di Sant'Andrea, il patrono dei Pescivendoli e fatta erigere dall’omonima confraternita nel XVI secolo. Sull’altare spicca la pala che raffigura Sant’Andrea apostolo mentre porta la sua Croce (XVI secolo) opera attribuita a Giorgio Vasari. Particolare lo stemma della confraternita che la rappresenta con un grande pesce nell'acqua. Il Soffitto è costituito da capriate di legno a vista.
Michele SoldovieriMichele Soldovieri
Per i residenti del ghetto, l'accesso a questa splendida chiesa di rito cattolico, non deve essere una cosa complicata. Abitano il rione, conoscono il sito del Portico d'Ottavia, sanno che l'ingresso principale ora non è aperto al pubblico e senza alcuna remora riescono ugualmente ad infilarsi all'interno dell'edificio sacro per raccogliersi in preghiera ed esprimere la propria spiritualità nel corso delle funzioni sacre che ivi si celebrano. Per il visitatore non residente nel ghetto, che, passeggiando tra le rovine del portico d'Ottavia, si imbatte in una struttura edificata che può sembrare un edificio religioso, è complicato comprendere che tra i propilei è inserita la facciata di una chiesa è quindi si arriverà per scoprire il modo per accedervi. Girarci attorno resta l'unico modo per scoprire l'arcano e quando ne viene a capo, prende coraggio, sposta una tendina che copre la vista di una porticina e fa ingresso in questo luogo di grandissimo fascino mistico direttamente nella navata sinistra. Si resta estasiati ad ammirare l'affresco risalente al XV secolo, attribuito a Benozzo Gozzoli, raffigurante la Vergine in trono tra coppie di angeli. Nella cappella fatta costruire dalla compagnia dei pescivendoli in onore di Sant'Andrea è racchiusa una pregevolissima opera d'arte del XVI secolo, attribuita al manierista Giorgio Vasari e raffigurante il Santo. Un meraviglioso crocifisso ligneo del XVI contornato da rilievi in stucco impreziosisce l'interno di questo magnifico edificio religioso.
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Non conoscevo Santa Sinforosa, non sapevo nemmeno che qui vi fossero le sue reliquie assieme a quelle del marito, San Getulio, e dei figli (sotto l'altare in foto), quando diversi anni fa trovandomi a pregare in questa chiesa, subito dopo per una serie di circostanze acquistai casa proprio nei luoghi di Sinforosa. Questo mi è capitato numerose volte: snodi fondamentali della mia esistenza si sono spesso intersecati con questa Santa e i Suoi luoghi. Santa di cui non sono mai stato devoto prima. Sinforosa era una donna romana-tiburtina, madre di numerosi figli. L'Imperatore Adriano fatta costruire una villa la inaugurò con rito pagano. Consultato l'oracolo, la risposta sarebbe stata: la vedova Sinforosa e i suoi sette figli ci dilaniano ogni giorno invocando il loro Dio. Perciò, se costei coi suoi figli sacrificherà, noi promettiamo di soddisfarti in tutto quello che domandi. Allora Adriano la fece arrestare insieme ai figli, esortandoli perché acconsentissero a sacrificare agli idoli. Visto che non cedevano, dopo averla torturata, le fece legare al collo un masso e la fece precipitare nel fiume. Il fratello Eugenio, principale della Curia Tiburtina, raccolse il cadavere e lo seppellì nel suburbio della medesima città. Il giorno dopo, l'imperatore Adriano fece piantare sette pali intorno al tempio d'Ercole Vincitore (in Tivoli) e su essi fece stendere i figli di Sinforosa che fece poi trucidare. Il giorno seguente l'imperatore Adriano, recatosi al tempio d'Ercole Vincitore, dispose che i cadaveri fossero rimossi e gettati in una fossa sulla via Tiburtina al nono miglio da Roma. Diverse altre informazioni le trovate sul web. Qui aggiungo che la chiesa ha come parroco Padre Ermete, un grande sacerdote carismatico, e che il mercoledì e il sabato si tengono preghiera comunitaria e messa. E' una delle chiese animate dal gruppo del Rinnovamento dello Spirito 'Comunità Maria'. La chiesa è stata oggetto di restauri, prima del tetto a capriate in legno, poi del presbiterio e il più recente è quello del bel crocifisso del '500 (foto). L'edificio non ha una facciata nel vero senso che si attribuisce a una chiesa: essa infatti è costituita da un muro in mattoncini con al centro il portale in cui sono parte strutturale tre colonne corinzie del Portico d'Ottavia. In tal senso è una delle più suggestive del mondo per sincretismo di elementi pagani e cristiani. All'ingresso frontale sembra un tempio antico. Il nome 'in Pescheria' deriva dal fatto che nelle adiacenze si svolgeva il mercato del pesce, e all'interno c'è lo stemma dell'Università dei Pescivendoli. Pochi lo sanno, ma la chiesa ha un piano inferiore, con un sotterraneo che fu un antico oratorio per la preghiera, la vita comunitaria e le meditazioni. Per chi vuole approfondire determinati temi della fede, soprattutto in relazione alle apparizioni mariane di Medjugorje, di cui si parla spesso qui tra i fedeli, suggerisco i miei libri 'Medjugorje, i Segreti rivelati - Guida ai Tempi Nuovi' e 'Medjugorje, la Via della Redenzione - Guida dentro e fuori di Noi', entrambi in esclusiva su Amazon in ebook e cartaceo.
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La Chiesa di Sant'Angelo in Pescheria si trova nel centro storico di Roma, in Via della Tribuna di Campitelli 6, nel Rione XI (Sant'Angelo) nel Ghetto, risulta nascosta poiché adiacente agli importanti resti del propileo del suggestivo Portico d’Ottavia, antico edificio romano del II secolo d.C. La chiesa venne costruita intorno all’VIII secolo su commissione del papa Stefano II (752 - 757), nel tempo ha subito importanti restauri e ricostruzioni, fra i quali nel XIII secolo i campanile romanico, in seguito crollato. Nel XVI secolo L’Arciconfraternita dei Pescivendoli fece costruire la Cappella di Sant’Andrea, il loro patrono, nelle vicinanze dal medioevo fino al XIX secolo si teneva il mercato del pesce. Superato il suggestivo propileo, ci troviamo davanti alla semplice facciata, mattonata insolita per una chiesa, dove alla destra di tre alte colonne marmoree dell’antico tempio, spicca il portale ligneo a cassettoni incorniciato, entrando dopo un piccolo vestibolo si accede nella chiesa. L’interno si presenta con la pianta rettangolare con tre navate, quella centrale più larga, e suddivise da tre archi a tutto sesto su pilastri con paraste con capitelli. Il presbiterio, è in corrispondenza dell’Arco di Trionfo ed è sopraelevato per evidenziarne la sacralità rispettò al resto della Chiesa), si accede salendo alcuni gradini ed è delimitato sul fondo da un’abside semicircolare Il dipinto nel catino dell’Abside è posto al di sopra di un coro ligneo ed è un grande dipinto che raffigura l’Arcangelo Michele che sconfigge il demonio (XVII secolo). Da segnalare, sulla navata destra, la bellissima cappella di Sant'Andrea, il patrono dei Pescivendoli e fatta erigere dall’omonima confraternita nel XVI secolo. Sull’altare spicca la pala che raffigura Sant’Andrea apostolo mentre porta la sua Croce (XVI secolo) opera attribuita a Giorgio Vasari. Particolare lo stemma della confraternita che la rappresenta con un grande pesce nell'acqua. Il Soffitto è costituito da capriate di legno a vista.
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Per i residenti del ghetto, l'accesso a questa splendida chiesa di rito cattolico, non deve essere una cosa complicata. Abitano il rione, conoscono il sito del Portico d'Ottavia, sanno che l'ingresso principale ora non è aperto al pubblico e senza alcuna remora riescono ugualmente ad infilarsi all'interno dell'edificio sacro per raccogliersi in preghiera ed esprimere la propria spiritualità nel corso delle funzioni sacre che ivi si celebrano. Per il visitatore non residente nel ghetto, che, passeggiando tra le rovine del portico d'Ottavia, si imbatte in una struttura edificata che può sembrare un edificio religioso, è complicato comprendere che tra i propilei è inserita la facciata di una chiesa è quindi si arriverà per scoprire il modo per accedervi. Girarci attorno resta l'unico modo per scoprire l'arcano e quando ne viene a capo, prende coraggio, sposta una tendina che copre la vista di una porticina e fa ingresso in questo luogo di grandissimo fascino mistico direttamente nella navata sinistra. Si resta estasiati ad ammirare l'affresco risalente al XV secolo, attribuito a Benozzo Gozzoli, raffigurante la Vergine in trono tra coppie di angeli. Nella cappella fatta costruire dalla compagnia dei pescivendoli in onore di Sant'Andrea è racchiusa una pregevolissima opera d'arte del XVI secolo, attribuita al manierista Giorgio Vasari e raffigurante il Santo. Un meraviglioso crocifisso ligneo del XVI contornato da rilievi in stucco impreziosisce l'interno di questo magnifico edificio religioso.
Michele Soldovieri

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Non conoscevo Santa Sinforosa, non sapevo nemmeno che qui vi fossero le sue reliquie assieme a quelle del marito, San Getulio, e dei figli (sotto l'altare in foto), quando diversi anni fa trovandomi a pregare in questa chiesa, subito dopo per una serie di circostanze acquistai casa proprio nei luoghi di Sinforosa. Questo mi è capitato numerose volte: snodi fondamentali della mia esistenza si sono spesso intersecati con questa Santa e i Suoi luoghi. Santa di cui non sono mai stato devoto prima. Sinforosa era una donna romana-tiburtina, madre di numerosi figli. L'Imperatore Adriano fatta costruire una villa la inaugurò con rito pagano. Consultato l'oracolo, la risposta sarebbe stata: la vedova Sinforosa e i suoi sette figli ci dilaniano ogni giorno invocando il loro Dio. Perciò, se costei coi suoi figli sacrificherà, noi promettiamo di soddisfarti in tutto quello che domandi. Allora Adriano la fece arrestare insieme ai figli, esortandoli perché acconsentissero a sacrificare agli idoli. Visto che non cedevano, dopo averla torturata, le fece legare al collo un masso e la fece precipitare nel fiume. Il fratello Eugenio, principale della Curia Tiburtina, raccolse il cadavere e lo seppellì nel suburbio della medesima città. Il giorno dopo, l'imperatore Adriano fece piantare sette pali intorno al tempio d'Ercole Vincitore (in Tivoli) e su essi fece stendere i figli di Sinforosa che fece poi trucidare. Il giorno seguente l'imperatore Adriano, recatosi al tempio d'Ercole Vincitore, dispose che i cadaveri fossero rimossi e gettati in una fossa sulla via Tiburtina al nono miglio da Roma.

Diverse altre informazioni le trovate sul web. Qui aggiungo che la chiesa ha come parroco Padre Ermete, un grande sacerdote carismatico, e che il mercoledì e il sabato si tengono preghiera comunitaria e messa. E' una delle chiese animate dal gruppo del Rinnovamento dello Spirito 'Comunità Maria'. La chiesa è stata oggetto di restauri, prima del tetto a capriate in legno, poi del presbiterio e il più recente è quello del bel crocifisso del '500 (foto). L'edificio non ha una facciata nel vero senso che si attribuisce a una chiesa: essa infatti è costituita da un muro in mattoncini con al centro il portale in cui sono parte strutturale tre colonne corinzie del Portico d'Ottavia. In tal senso è una delle più suggestive del mondo per sincretismo di elementi pagani e cristiani. All'ingresso frontale sembra un tempio antico. Il nome 'in Pescheria' deriva dal fatto che nelle adiacenze si svolgeva il mercato del pesce, e all'interno c'è lo stemma dell'Università dei Pescivendoli. Pochi lo sanno, ma la chiesa ha un piano inferiore, con un sotterraneo che fu un antico oratorio per la preghiera, la vita comunitaria e le meditazioni. Per chi vuole approfondire determinati temi della fede, soprattutto in relazione alle apparizioni mariane di Medjugorje, di cui si parla spesso qui tra i fedeli, suggerisco i miei libri 'Medjugorje, i Segreti rivelati - Guida ai Tempi Nuovi' e 'Medjugorje, la Via della Redenzione - Guida dentro e fuori di Noi', entrambi in esclusiva su Amazon in...

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The church is normally only open for liturgical activities. On Saturday at 17:30 there is charismatic prayer and Mass, and on Wednesday at 18:00 there is Exposition and Mass. On every third Monday of the month there is prayer and Mass for sick people. Those Roman Catholic visitors who perhaps are unfamiliar with the practice of charismatic prayer need to familiarise themselves with what it entails before attending a liturgy here. The church is closed in August.

The church fabric is mostly 16th century, but the foundation is much older. The interior has some interesting features. The front door is rarely open. For access from the Via del Portico dell'Ottavia, look for a little gateway in a mediaeval house immediately to the left of the portico. This passes through to the Via Sant'Angelo in Pescheria, a dead-end street, and the usual entrance to the church is...

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3y

La Chiesa di Sant'Angelo in Pescheria si trova nel centro storico di Roma, in Via della Tribuna di Campitelli 6, nel Rione XI (Sant'Angelo) nel Ghetto, risulta nascosta poiché adiacente agli importanti resti del propileo del suggestivo Portico d’Ottavia, antico edificio romano del II secolo d.C.

La chiesa venne costruita intorno all’VIII secolo su commissione del papa Stefano II (752 - 757), nel tempo ha subito importanti restauri e ricostruzioni, fra i quali nel XIII secolo i campanile romanico, in seguito crollato.

Nel XVI secolo L’Arciconfraternita dei Pescivendoli fece costruire la Cappella di Sant’Andrea, il loro patrono, nelle vicinanze dal medioevo fino al XIX secolo si teneva il mercato del pesce.

Superato il suggestivo propileo, ci troviamo davanti alla semplice facciata, mattonata insolita per una chiesa, dove alla destra di tre alte colonne marmoree dell’antico tempio, spicca il portale ligneo a cassettoni incorniciato, entrando dopo un piccolo vestibolo si accede nella chiesa.

L’interno si presenta con la pianta rettangolare con tre navate, quella centrale più larga, e suddivise da tre archi a tutto sesto su pilastri con paraste con capitelli.

Il presbiterio, è in corrispondenza dell’Arco di Trionfo ed è sopraelevato per evidenziarne la sacralità rispettò al resto della Chiesa), si accede salendo alcuni gradini ed è delimitato sul fondo da un’abside semicircolare

Il dipinto nel catino dell’Abside è posto al di sopra di un coro ligneo ed è un grande dipinto che raffigura l’Arcangelo Michele che sconfigge il demonio (XVII secolo).

Da segnalare, sulla navata destra, la bellissima cappella di Sant'Andrea, il patrono dei Pescivendoli e fatta erigere dall’omonima confraternita nel XVI secolo.

Sull’altare spicca la pala che raffigura Sant’Andrea apostolo mentre porta la sua Croce (XVI secolo) opera attribuita a Giorgio Vasari.

Particolare lo stemma della confraternita che la rappresenta con un grande pesce nell'acqua.

Il Soffitto è costituito da capriate di...

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