Il monumento, con i suoi 39 metri d'altezza, troneggia in centro a Corso Vittorio (Emanuele II), da non confondere con Piazza Vittorio (Veneto). L’intenzione del Comune di Torino di elevare un monumento al primo sovrano d’Italia fu anticipata dal re Umberto I (1844-1900) il 23 gennaio 1878, a riparazione del torto subito da Torino quando le spoglie di Vittorio Emanuele II (1820-1878) furono sepolte a Roma. In quella occasione il Re decise di donare alla prima capitale d’ Italia non solo i cimeli del padre, ma anche la considerevole somma di un milione di lire, proprio per realizzare un ricordo perenne al padre. Il fatto che pagasse di tasca sua non deve essere considerato un gran merito visto i modi con cui Umberto I si è "guadagnato lo stipendio" nella sua vita. Il concorso per il monumento, da innalzarsi al centro dell’ex piazza d’Armi, vide la presentazione di ben 46 bozzetti e 8 disegni. Il primo aprile del 1879 sulla Gazzetta Ufficiale del Regno apparve il responso della commissione giudicatrice: a firmare il monumento sarebbe stato il giovane scultore genovese Pietro Costa (1849-1901). A dispetto del dettagliato cronoprogramma che prevedeva la consegna dell’opera entro la fine del 1885, i lavori andarono a rilento a causa delle incomprensioni insorte tra l’artista e l’amministrazione comunale in merito alle tempistiche di realizzazione e alle modalità d’opera. Finalmente, il 9 settembre 1899, dopo addirittura un processo, il monumento fu inaugurato alla presenza del Re e della corte, ma tra mille polemiche e senza il consenso dell’artista. La statua in bronzo del sovrano, in piedi a capo scoperto sopra un tappeto, è sorretta da quattro colonne doriche. Alla base, quattro figure rappresentano l’Unità, la Libertà, la Fratellanza ed il Lavoro. Agli angoli le aquile che sorreggono i festoni evidenziano le date che portarono all’Unità: 1848, 1859, 1866, 1870. Per la sua altezza viene popolarmente chiamato "il Re sui tetti" oppure, dai torinesi, "Barba Vigiu". La statua volge le spalle a occidente, ovvero in direzione della Francia, come sprezzo per i vari contrasti e i faticosi compromessi politici coi cugini d'oltralpe, per ottenere l'indipendenza del Regno d'Italia. Per quanto riguarda la figura politica e morale del personaggio rappresentato, invito alla lettura di "Indietro Savoia! Storia controcorrente del Risorgimento italiano" di...
Read moreIl monumento a Vittorio Emanuele II, all'incrocio fra l'omonimo corso e quello intitolato a Galileo Ferraris, ebbe una lunga e travagliata costruzione durata vent'anni e terminata nel 1899. L’ideatore e finanziatore dell'opera fu il re Umberto I (1844-1900) che il 23 gennaio 1878 donò a Torino, prima capitale d’Italia, non solo i cimeli del padre Vittorio Emanuele II ma anche la notevole somma di un milione di lire per la realizzazione di un monumento commemorativo al primo re d’Italia da erigere nell'area dell'ex piazza d'Armi. Al concorso per la sua realizzazione parteciparono ben 46 bozzetti e 8 disegni e a vincere fu il progetto dello scultore genovese Pietro Costa (1849-1901). Si prevedeva di terminare l'opera per il 1885 ma vi furono ritardi e modifiche oltre a strascichi legali fra Municipio e artista e l'inaugurazione avvenne solo il 9 settembre 1899 alla presenza di Umberto I e della corte ma senza il parere favorevole dell’artista. La statua di Vittorio Emanuele II è sorretta da quattro colonne doriche e alla base, quattro statue allegoriche rappresentano l’Unità, la Libertà, la Fratellanza ed il Lavoro. Agli angoli altrettante aquile sorreggono i festoni con le date simbolo dell’Unità d'Italia: 1848, 1859, 1866, 1870. Alto quasi 40 metri, il monumento celebrativo ha subito nel tempo numerosi restauri conservativi e ha importanza più per ragioni urbanistiche che come opera d'arte (svetta al centro di una rotonda molto trafficata ed è visibile anche ad una certa distanza) tuttavia non manca di un certo fascino come testimonianza del gusto eclettico...
Read moreÈ dedicato a Vittorio Emanuele II, primo re d'Italia. Fu voluto dal figlio, re Umberto I, e da lui pagato a proprie spese. Il monumento, in bronzo e granito, è opera dell'architetto Pietro Costa. Fu eretto tra il 1882 ed il 1899, tra molte difficoltà, contrasti e polemiche con il municipio di Torino. Venne inaugurato il 9 settembre 1899, a vent'anni dalla morte del re. Grandi furono i festeggiamenti per cui il giorno dell'inaugurazione corso Vittorio Emanuele II e via Roma furono illuminati a festa. La statua del re s'innalza maestosa su alte colonne doriche. Nei gruppi scultorei collocati alla base del monumento sono rappresentati: l'Unità, la Fratellanza, il Lavoro e la Libertà. Il monumento raggiunge la considerevole altezza di 39 metri. Per la sua altezza viene popolarmente chiamato "il Re sui tetti" oppure, dai torinesi, "Barba Vigiu". Il monumento volge le spalle a occidente, ovvero in direzione della Francia, come sprezzo a causa dei vari contrasti e dei faticosi compromessi politici che i Savoia dovettero contrarre col Paese d'oltralpe, per ottenere l'indipendenza del...
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