Dopo tre ristoranti senza disponibilità per un tavolo libero di venerdì sera; in via S. Frediano abbiamo trovato un ristorante semi vuoto e siamo entrati senza controllare il menù riportato esternamente (al momento occupato da una coppia di turisti); l'arredamento era "minimalista" e con i tavoli senza tovaglia e posate, ci ha dato "l'idea di una trattoria" e con l'accoglienza molto gentile, ci siamo comunque accomodati. Dopo un assaggio di benvenuto con polenta e topping per arricchire il sapore; i menù erano suddivisi in 3 varianti; di pesce, o di carne o vegetariano dal costo fisso di € 50 e per entrambi (due commensali) doveva essere uguale. Indecisi per i nostri gusti differenti, abbiamo optato per il 4° menù "alla carta" (più scelta) ma dai prezzi decisamente superiori alla media (molto) ed abbiamo deciso, come di nostra preferenza, per un antipasto ed un secondo; Carciofi alla griglia per entrambi ed il "manzo sui carboni" per me ed il "piccione a 360°" per lei; dalla presentazione minuziosa delle pietanze, abbiamo avuto conferma che non si trattava di una "semplice Osteria" ma di un "Ristorante Gourmet" di alto livello (direi dalle porzioni e dall'esposizione culinaria, "quasi stellato"). Il "piccione a 360° con zucca e cioccolato" è stato servito in quattro portate differenti e dai sapori particolari che lasciava senza parole Lei; eccezionale le tagliatelle al sugo di piccione ed il macaron con paté di piccione e cioccolato. All'arrivo del "piccione in salmì", mi è stato servito il "manzo ai carboni", ricoperto con una fetta sottile di groppa di cinta senese; morbidezza e gusto straordinario della carne, accompagnata da una sfogliatina di patate con insalatina di erbe spontanee. Pietanze molto elaborate (molto) e dal gusto mai sentito in precedenza ed ahimè, per il sottoscritto, di "quantità insufficiente" per sentirmi appagato completamente. L'introduzione del dolce, del "gelato di mandorle e tallo" è stata minuziosa e istruttiva (come per i precedenti piatti per valorizzare le materie prime reperibili stagionalmente); mai ascoltato un mâitre disquisire con dovizia di particolari e provenienza dei prodotti per un dessert ed ho percepito una reale passione per tale presentazione. Una nuova esperienza culinaria che abbiamo apprezzato e per terminare in bellezza, visto il "caffè più costoso al mondo" nel menù, mi son detto perché no ?!; il caffè "kopi luwak" l'avevo visto anni fa su un documentario in TV e la curiosità mi ha spinto ad assaggiarlo [per chi non lo conosce; per ottenere il caffè di Zibetto, i chicchi vengono ingeriti ed evacuati dai Luwak (nome indonesiano di questo piccolo animale). Si tratta di un piccolo zibetto che vive nelle foreste indonesiane, i cui enzimi gastrici sono in grado di donare al caffè un aroma incomparabile, cioccolatoso e una corposità senza uguali]. Bhè!, purtroppo il mio palato non è stato in grado di percepire un tale aroma ma è un esperimento che non potevo farmi sfuggire; come ad esempio assaggiare un bicchiere di Sassicaia a Bolgheri e non sentire una differenza con un rosso di Montalcino che preferisco a prescindere, rispetto al primo. Nonostante il costo oneroso della cena, siamo stati molto bene e certamente consiglio questo Ristorante per gli appassionati di vera arte culinaria, d'altronde la qualità ha il...
Read moreWe went here with a large group of people (30) with a well-balanced, set menu: cold and warm antipasti, first and second course, and desert. Regular and vegetarian. Not an easy assignment, but the food was lovely, and a daring choice for a mix of visitors from all over Europe. The menu started with an excellent steak tartare, followed by subtle calf thymus on a skewer accompanied by a piece of oven-prepared pumpkin with sesame (?) seeds. First course, rotini (perhaps a bit too 'al dente') laced with a little bit of a strong and delicious ragu, second course a delicate piece of pork belly, slowly roasted in the oven, crunchy crust, soft inside, accompanied with a lightly stewed leaf of Savoy cabbage. Not something I would normally choose, but surprising and very nice. Desert was a piece of rich, very dark chocolate cake, well accompanied with a firm creamy liquor I did not recognize, and served with a few preserved sour cherries. It was a very pleasant experience. Service was immaculate. Highly...
Read moreNon penso di aver mai dato cinque stelle ad un locale, ma penso che questo le meriti tutte. Di passaggio a Pisa, cercavamo qualche locale carino dove poter mangiare. Con l'aiuto di Tripadivisor abbiamo girato tra le viuzze che segnalavano questo o quel locale che purtroppo però, data l'ora, era pieno. Già il nome del locale mi è piaciuto tantissimo, però appena varcata la soglia è come se fossi entrata in un'altra epoca. Sì, perchè abituata a camerieri che corrono da tutte le parti, qui sembra che il tempo vada più piano e questo fa sì che si gusti al meglio la sosta. Abbiamo preso un antipasto formato da una fetta di salame al finocchietto, una pallina di pane fritto sulla quale erano state adagiate 4 fette di prosciutto (la pallina non era affatto unta) ed un'altra fetta di affettato del quale però purtroppo non ricordo il nome. Di primo ho preso un piatto di paccheri con vongole e funghi. Cotti giusti, porzione abbondante e gusto che ti rimane in bocca tra un boccone e l'altro.Mi è piaciuta molto l'idea di portare una ciotola con vari pezzettini di pane, mi è piaciuto ancor di più il fatto che il cameriere, accortosi che lo avevamo finito non ha esitato a portarcene un altro. Per dessert ho preso una pallina di gelato alla ricotta di capra con miele e pinoli. Buonissimo. I camerieri sono molto gentili e parlano sia inglese che francese. Non esitano a fermarsi al tavolo a spiegare questo o quel piatto oppure a fare due chiacchiere con i clienti. La vera chicca però di questo locale è il bagno. Purtroppo spesso trovo locali arredati con gusto ma che peccano nella gestione del bagno. Qui invece è tutto studiato nei minimi particolari, dall'abbinamento dei colori delle piastrelle, alle porte alla pulizia. Se passate da Pisa non potete non...
Read more