La casa di Giorgio de Chirico occupa i tre piani superiori del seicentesco Palazzetto dei Borgognoni al n°31 di Piazza di Spagna. L’artista ha vissuto qui gli ultimi trent’anni della sua vita, insieme con la seconda moglie Isabella Pakzswer Far che continuò ad abitarvi fino al 1990, anno della sua scomparsa. Arrivato a Roma nel 1944, dopo un lungo girovagare tra diverse città Europee e un soggiorno importante a New York, de Chirico risiede definitivamente nella casa di Piazza di Spagna dal 1948, all’età di sessant’anni. L’abitazione, collocata in una posizione “strategica”, nel cuore di quello che fu considerato il centro culturale e artistico della città fin dal Seicento – con gli ateliers di Via Margutta e Via del Babuino, le gallerie, lo storico Caffè Greco in Via Condotti, nonché l’affascinante scenario di Trinità dei Monti e di Villa Medici – rappresentò per l’artista maturo il luogo ideale dove stabilirsi e continuare a lavorare. Inaugurata il 20 novembre 1998, anniversario ventennale della scomparsa del Pictor Optimus, la Casa-Museo offre un’occasione esclusiva di avvicinarsi al mondo privato e quotidiano dell’artista, nonché di accedere al suo originale immaginario artistico, in un sorprendente e suggestivo intreccio tra arte e vita. Il restauro degli ambienti e degli arredi, di tipico gusto anni Cinquanta, ove è stato possibile sono stati eseguiti con rigore filologico, secondo foto d’epoca e testimonianze storiche. I sontuosi ambienti del piano principale ci immergono in una visione rubensiana di grandi saloni di stile seicentesco, con un cospicuo numero di opere, alcune in preziose cornici dorate, tende damascate color rosso (rifatte in base a quelle originali), argenti, putti in legno, tavolini di marmo e poltroncine stile Luigi XVI: la parte più vitale della casa, vivace luogo di incontri e ricevimenti. Dipinti e sculture sono esposti con l’obiettivo di far conoscere al pubblico i diversi soggetti e temi elaborato dal Maestro, conducendoci lungo un percorso affascinante: dalla selezione di opere degli anni ’40 e ’50 – tra le quali alcuni mirabili d’apres dai Grandi Maestri, ritratti di Isabella e autoritratti – passando per il particolare corpus delle “Vite silenti” esposte nella sala da pranzo, fino alla produzione pittorica degli ultimi dieci anni della sua carriera, il periodo cosiddetto “Neometafisico”, visibile nella parte nuova della casa acquistata verso la fine degli anni Sessanta. Infine, le sculture in bronzo, poi dorato o argentato, come presenze silenziose disseminate nei vari ambienti, raccontano i miti classici reinterpretati secondo l’immaginario dechirichiano o i personaggi della sua personale mitografia. Al secondo piano, troviamo gli ambienti più intimi della casa, le stanze da letto e lo studio dell’artista. Quest’ultimo, ricostituito nel modo più vicino possibile a quello esistente quando ci lavorava de Chirico, rappresenta senza dubbio il luogo più suggestivo: la luce che filtra dall’ampio lucernario del soffitto si posa sul cavalletto e sui numerosi oggetti del mestiere – pennelli, colori, cornici, e la tavolozza usato dal Maestro – lasciati lì come pronti per il prossimo lavoro. Diversi modelli in gesso di statue antiche, gladiatori e cavalli, sovrastano la biblioteca personale...
Read moreLa Fondazione Giorgio e Isa de Chirico si trova nel centro storico di Roma, Rione IV (Campo Marzio), ospitata nei due piani superiori del seicentesco Palazzetto dei Borgognoni, in Piazza di Spagna, 31.
La guida con grande competenza, ha narrato in modo esaustivo e coinvolgente la vita e gli aneddoti del pittore, illustrando parallelamente i suoi variegati percorsi artistici, avvalendosi anche delle immagini esemplificative presenti sul tablet, la visita è durata circa un’ora.
Come ci è stato detto vi è stata una grande attenzione a mantenere il più possibile le sale nel loro stato originario, lasciando la mobilia e le opere, avvalendosi per questo anche della documentazione fotografica, in alcuni casi esempio con la carta da parati non è stato possibile essendosi irrimediabilmente deteriorata.
Percorrendo le varie Sale che componevano la sua abitazione si rimane affascinati dalle molte sue opere che in base al tempo che sono state eseguite hanno diversi stili, anche di pittori precedenti, in alcuni casi ispirandosi anche ai soggetti degli stessi, dimostrando una grande versatilità e capacità tecnica.
Nella prima grande sale oltre le opere che si rifanno agli stili dei grandi maestri, vi sono i ritratti della sua seconda moglie Isa, ed autoritratti.
In una seconda sala vi sono altre opere interessanti e infine sempre al 1° piano vi è una parte aggiunta successivamente dove vi sono molte opere del periodo neometafisico, delle quali suggestiva è una grande tela connotata oltre che dalla sua bellezza dalla presenza sul fondo di un antico castello quasi “invisibile”, del quale ancora oggi, della sua insolita presenza, non vi sono spiegazioni plausibili.
Salendo al secondo piano vi sono gli ambienti personali, quali le stanze da letto di De Chirico e della moglie e il suo atelier, nel quale si possono ancora ammirare i suoi strumenti di lavoro come i colori, i pennelli ma anche il suo camice di lavoro e una delle sue ultime opere incompiute.
Biografia: Giorgio de Chirico (1888 - 1978) che aveva compito studi legati alla formazione artistica , nel 1910 dipinse la sua opera metafisica “L'enigma di un pomeriggio d'autunno”, si tratta di una raffigurazione surreale di piazza Santa Croce, con l’artista che “vede“ al di là della realtà, con architetture spoglie, figure statiche, elementi non reali come le vele di una nave. Viaggiò molto sia in Italia ma anche in Europa e New York fino a che nel 1948 venne a vivere in questo luogo, che amava molto il quale fungeva da appartamento, galleria e studio e nel quale visse per trenta anni fino alla sua morte nel 1978.
CURIOSITA’: La sua tomba si trova in una Cappella, Chiesa di San Francesco a Ripa, visitabile solo su richiesta, dove sono presenti anche tre opere donate dalla sua seconda moglie, ormai vedova.
Se quanto letto ti è stato utile e piacevole, ti invito a leggere le altre mie recensioni, anche questo luogo fa parte di un viaggio tra i dettagli che rendono unica l'anima della...
Read moreAl terzo piano del Palazzetto dei Borgognoni, affacciato su quella Piazza di Spagna che egli stesso definì "il centro del centro del mondo", si cela un universo privato e metafisico. È la Casa Museo di Giorgio de Chirico, l'abitazione in cui il Pictor Optimus visse e lavorò per gli ultimi trent'anni della sua vita, dal 1948 fino alla sua morte nel 1978. Oggi questo spazio è custodito e gestito dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, l'ente istituito nel 1986 per volontà della vedova dell'artista, Isabella Far, con lo scopo cruciale di tutelare, autenticare e promuovere l'immensa eredità intellettuale e artistica del Maestro.
La Fondazione svolge un ruolo fondamentale nel contrastare il dilagante fenomeno dei falsi, continuando il meticoloso lavoro di archiviazione e certificazione che garantisce l'integrità del corpus di de Chirico. Ma il suo operato si manifesta al pubblico soprattutto attraverso questo straordinario appartamento-museo, un luogo che congela il tempo e offre un'immersione senza pari nella quotidianità e nella visione dell'artista.
Visitare queste stanze, accessibili unicamente tramite piccole visite guidate su prenotazione obbligatoria, significa entrare non solo in una galleria d'arte, ma in uno scrigno di vita vissuta. L'arredamento, scelto e disposto da de Chirico e dalla moglie, è rimasto intatto, dai saloni di rappresentanza con i divani e gli oggetti personali, alla sala da pranzo dove sono esposte le sue "vite silenti", fino alla sfera più intima della camera da letto. Ogni ambiente espone una selezione di opere dell'artista, focalizzata soprattutto sulla fase neometafisica degli anni Sessanta e Settanta, un periodo in cui de Chirico ritorna sui suoi temi iconici — i manichini, le piazze d'Italia, i gladiatori — con una nuova tavolozza e una velata, costante ironia.
Il culmine della visita è l'atelier al piano superiore. Qui, tutto è esattamente come lo lasciò l'artista: il suo camice da lavoro, i pennelli, i colori sulla tavolozza, le tele iniziate e il grande cavalletto posizionato sotto l'ampio lucernario. È uno spazio saturo di creatività, dove si ha la sensazione tangibile che il Maestro si sia appena assentato.
Tuttavia, è fondamentale notare che la casa-museo osserva una tradizionale chiusura per l'intero mese di agosto. Pertanto, oggi, pur trovandosi nel cuore pulsante di Roma, le sue finestre rimangono chiuse, custodendo in silenzio i suoi enigmi. Per chi pianifica una visita in altri periodi dell'anno, la prenotazione online è un passaggio imprescindibile per accedere a questo gioiello, un'esperienza intima e rivelatrice che svela il mondo interiore di uno dei più grandi e complessi artisti...
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