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Mausoleo Ossario Garibaldino — Attraction in Rome

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Mausoleo Ossario Garibaldino
Description
Nearby attractions
Fontana dell'Acqua Paola
Via Garibaldi, 00153 Roma RM, Italy
Basilica of Santa Maria in Trastevere
Piazza di Santa Maria in Trastevere, 00153 Roma RM, Italy
Tempietto del Bramante
Piazza di S. Pietro in Montorio, 2, 00153 Roma RM, Italy
Janiculum Hill
Municipio I, 00165 Roma RM, Italy
Museo di Roma in Trastevere
Piazza di S. Egidio, 1/b, 00153 Roma RM, Italy
Botanical Garden of Rome
Largo Cristina di Svezia, 23 A, 00165 Roma RM, Italy
Fontana di Santa Maria in Trastevere
Piazza di Santa Maria in Trastevere, 00153 Roma RM, Italy
Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina
Largo di Porta S. Pancrazio, 00153 Roma RM, Italy
Villa Sciarra
V.le delle Mura Gianicolensi, 11, 00152 Roma RM, Italy
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Piazza Trilussa, 00153 Roma RM, Italy
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Tonnarello | Paglia
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Via Goffredo Mameli, 23, 00153 Roma RM, Italy
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Donna Camilla Savelli
Via Garibaldi, 27, 00153 Roma RM, Italy
Domus Monami Luxury Suites
Via Giacomo Medici, 1a, 00153 Roma RM, Italy
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Via Goffredo Mameli, 40, 00153 Roma RM, Italy
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Via Goffredo Mameli, 11, 00153 Roma RM, Italy
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Via Goffredo Mameli, 47, 00153 Roma RM, Italy
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Mausoleo Ossario Garibaldino things to do, attractions, restaurants, events info and trip planning
Mausoleo Ossario Garibaldino
ItalyLazioRomeMausoleo Ossario Garibaldino

Basic Info

Mausoleo Ossario Garibaldino

Mausoleo Ossario Garibaldino, Via Garibaldi, 29, 00153 Roma RM, Italy
4.5(127)
Open until 4:30 PM
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spot

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Info

Cultural
Scenic
Family friendly
Accessibility
attractions: Fontana dell'Acqua Paola, Basilica of Santa Maria in Trastevere, Tempietto del Bramante, Janiculum Hill, Museo di Roma in Trastevere, Botanical Garden of Rome, Fontana di Santa Maria in Trastevere, Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina, Villa Sciarra, Ponte Sisto, restaurants: Tonnarello | Paglia, La Canonica, Tonnarello Scala, Nannarella, Tonnarello PoP, Otello, Rione 13 Ristorante, Il Tulipano Nero, Le Levain Roma, Proloco Trastevere
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Basilica of Santa Maria in Trastevere

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(8.5K)

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Tempietto del Bramante

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4.8

(85)

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Janiculum Hill

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Catacombs: The Coolest Underground Tour in Rome
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Fri, Dec 5 • 3:00 PM
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Pasta-making class, wine tasting and dinner
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Fri, Dec 5 • 3:30 PM
00044, Frascati, Lazio, Italy
View details
Pasta and Pizza cooking class with wine and more
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Sun, Dec 7 • 10:30 AM
00142, Rome, Lazio, Italy
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Tonnarello | Paglia

La Canonica

Tonnarello Scala

Nannarella

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Le Levain Roma

Proloco Trastevere

Tonnarello | Paglia

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4.7

(31.1K)

Open until 12:00 AM
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La Canonica

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4.5

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Tonnarello Scala

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4.8

(6.5K)

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Nannarella

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PunakaikiPunakaiki
Tra la primavera e l’estate del 1849, le truppe francesi inviate da Luigi Napoleone Bonaparte (il futuro Napoleone III) misero sotto assedio la città per ripristinare con le armi il potere temporale pontificio e deporre la Repubblica Romana, nata pochi mesi prima a seguito dei grandi moti rivoluzionari che nel 1848 avevano infiammato una gran parte dell’Europa. Nella difesa disperata di Roma guidata da Giuseppe Garibaldi, Porta San Pancrazio e il Gianicolo svolsero un ruolo di primaria importanza per la loro posizione strategica. Dopo la presa di Porta Pia, emerse l’esigenza di commemorare il sacrificio di tutti coloro che avevano combattuto per portare a compimento il processo di unificazione della penisola italiana. Giuseppe Garibaldi e suo figlio Menotti furono tra i promotori della legge che decretò il Gianicolo come luogo della memoria. Nel 1879 fu quindi realizzato un primo semplice sepolcreto, con una lapide posta sul muro adiacente alla chiesa di San Pietro in Montorio: qui furono radunate molte salme di rivoluzionari e combattenti sepolti fino ad allora al Verano, sui luoghi delle battaglie presso le Mura, a Villa Borghese, alla Giustiniana e in alcune vigne tra San Pancrazio e Porta Maggiore. Il monumento attualmente visibile, con la sua mole candida immersa nel verde del colle, risale invece agli anni del regime fascista. Fu Ezio Garibaldi, allora presidente della “Società dei Reduci Patrie Battaglie” intitolata al nonno, a proporne la costruzione al governo, che accettò facendosi carico dei costi. Progettato dall’architetto Giovanni Jacobucci, il Mausoleo Ossario Garibaldino fu inaugurato solennemente il 3 novembre del 1941 dopo due anni di lavori. Un austero quadriportico in travertino con tre archi a tutto sesto per lato racchiude un’ara ricavata da un unico blocco di granito rosso, arricchito da figurazioni allegoriche ispirate all’antichità romana, tra cui la lupa capitolina, l’aquila imperiale, scudi, insegne e gladi. Questi motivi si ripetono in tutto l’apparato decorativo del Mausoleo. Agli angoli del quadriportico, quattro piedistalli in travertino sorreggono bracieri bronzei decorati con teste di lupa, che ancora oggi vengono accesi nel corso delle ricorrenze ufficiali. Sui piedistalli sono ricordate le battaglie più significative per la liberazione di Roma mentre sull’attico della facciata principale sono scolpiti, in rilievo, la scritta “Ai caduti per Roma 1849-1870”, e il motto “Roma o morte”. Sul retro del quadriportico una doppia rampa di scale scende alla cripta sacrario destinata ad accogliere i nomi e i resti dei caduti nelle battaglie per Roma Capitale, dalle drammatiche giornate dell’assedio della città nel 1849 agli scontri di Porta Pia del 1870. Lungo le pareti rivestite in marmi policromi sono disposti 36 loculi chiusi da lapidi che ricordano i nomi di oltre 1.600 caduti, tra cui Angelo Brunetti (più noto come Ciceruacchio), Enrico Dandolo, Luciano Manara, Emilio Morosini, Giuditta Tavani Arquati e Colomba Antonietti Porzi. Al centro della cripta è posto il sarcofago in porfido con le spoglie di Goffredo Mameli, il giovane poeta autore dell’Inno d’Italia, morto nel 1849 a soli 22 anni in seguito alle ferite riportate proprio sul Gianicolo.
Andrea ChiarielloAndrea Chiariello
Il Mausoleo Ossario Garibaldino si trova in Via Garibaldi, nella parte del Rione Trastevere che si estende sul Gianicolo. La necessità di raccogliere i diversi volontari garibaldini morti nei moti e nelle battaglie per unificare l'Italia nacque negli anni Settanta del XIX Secolo, quando in tutto il paese iniziarono a essere promossi i primi ossari commemorativi delle battaglie. Nel caso del Gianicolo, furono proprio Giuseppe Garibaldi ed il figlio Menotti a farsi promotori di una legge per raccogliere sul colle i resti dei caduti. Tuttavia, individuare le salme dei garibaldini non era cosa semplice: molti giacevano tumulati nei cimiteri o vicino ai luoghi di battaglia. Fu per questo inizialmente realizzato solo un piccolo cimitero in attesa di terminare la lunga opera di ricerca. La difficoltà di rintracciare i caduti rallentò non poco la realizzazione di un grande ossario, ma quest'idea venne ripresa negli anni Trenta del Novecento, promossa da Ezio Garibaldi, nipote di Giuseppe Garibaldi ed all'epoca a capo della Società dei Reduci Patrie Battaglie. Il governo approvò la proposta di Ezio Garibaldi di realizzare il mausoleo nella zona del Gianicolo conosciuta come Colle del Pino, dove era posta una batteria di artiglieria, e si era svolta la parte finale della battaglia, il 30 giugno 1849. Dopo aver accettato di sostenerne i costi la Società affidò l'incarico per la costruzione del monumento al socio architetto Giovanni Jacobucci. Il mausoleo venne inaugurato il 3 Novembre del 1941 da Benito Mussolini dopo due anni di lavori. È costituito da un grande quadriportico in travertino con tre archi per ogni lato, posto su una scalinata al centro di un'area recintata. Sull'attico vi è la scritta AI CADUTI PER ROMA, mentre lateralmente il motto ROMA O MORTE. Nel mezzo del quadriportico si trova una grande ara, realizzata in granito rosso proveniente da Baveno, in cui sono raffigurate insegne dell'Antica Roma con la lupa capitolina e l'aquila imperiale, affiancate da gladii, l'ara è sormontata da teste di leone. Agli angoli del Mausoleo si trovano quattro piedistalli in travertino su cui sono posti altrettanti bracieri in bronzo. Sui piedistalli sono scritte le battaglie combattute per liberare Roma: 1849 Vascello, San Pancrazio, Palestrina, Velletri, Monti Parioli, Villa Spada; 1862 Aspromonte; 1867 Monte Rotondo, Mentana, Villa Glori, Casa Ajani; 1870 Porta Pia, San Pancrazio. Nel Sacrario, posto al livello interrato, sono presenti 36 loculi in cui sono ricordati i nomi di 1600 caduti, la volta è rivestita di mosaici d'oro, mentre al centro è presente un grande pilastro circolare
Stefano ManzoStefano Manzo
Al Gianicolo uno dei colli di Roma (non fa parte dei sette più famosi), situato nel Rione XIII di Trastevere incontriamo il Mausoleo Ossario Garibaldino, posto nel luogo dove avvennero le ultime battaglie fra il preponderante esercito francese e quello della Repubblica romana guidata da Giuseppe Garibaldi. Questo bellissimo monumento in travertino, con una architettura tipica dell’epoca, fu progettato dall'architetto Giovanni Jacobucci (n.1895 – m.1970) e inaugurato in modo solenne nel 1941. Si tratta di una scalinata quadrata, dove ad ogni lato su dei piedistalli sono posti dei bracieri bronzei, che porta ad un quadriportico dove per ogni lato sono presenti tre archi a tutto sesto. Al centro si trova un monolite in granito rosso, dove sui quattro lati sono rappresentati alcuni simboli dell’antica Roma, quali la Lupa Capitolina, delle protomi leonine, unite da festoni vegetali, gladio ed altro, ripetuti per tutto il monumento. L’elemento suggestivo si trova nella parte posteriore del monumento dove attraverso una doppia rampa di scale si scende nella cripta dove si trova l’ossario vero e proprio e vi si accede passando per un imponente portale bronzeo. Entrando si rimane abbagliati dal mosaico del soffitto con le tessere tutte dorate e poi attoniti dalle molte lapidi disposte su ogni lato dove sono iscritti oltre 1600 caduti (nelle battaglie avvenute per Roma Capitale dal 1849 al 1870), Sulla parete di fondo troviamo il bel sarcofago in granito rosso che contiene i resti di Goffredo Mameli morto nel 1849, proprio sul Gianicolo a soli 22 anni e che è famoso per essere l’autore di “Fratelli d’Italia”, l’inno del paese dal 1946 con l’avvento della Repubblica Italiana, fra due bassorilievi a forma di aquile troviamo una suggestiva frase della madre del grande eroe. Una bellissima visita che deve essere da monito per quanto è costata in termini di vite umane l’unità d’Italia.
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Tra la primavera e l’estate del 1849, le truppe francesi inviate da Luigi Napoleone Bonaparte (il futuro Napoleone III) misero sotto assedio la città per ripristinare con le armi il potere temporale pontificio e deporre la Repubblica Romana, nata pochi mesi prima a seguito dei grandi moti rivoluzionari che nel 1848 avevano infiammato una gran parte dell’Europa. Nella difesa disperata di Roma guidata da Giuseppe Garibaldi, Porta San Pancrazio e il Gianicolo svolsero un ruolo di primaria importanza per la loro posizione strategica. Dopo la presa di Porta Pia, emerse l’esigenza di commemorare il sacrificio di tutti coloro che avevano combattuto per portare a compimento il processo di unificazione della penisola italiana. Giuseppe Garibaldi e suo figlio Menotti furono tra i promotori della legge che decretò il Gianicolo come luogo della memoria. Nel 1879 fu quindi realizzato un primo semplice sepolcreto, con una lapide posta sul muro adiacente alla chiesa di San Pietro in Montorio: qui furono radunate molte salme di rivoluzionari e combattenti sepolti fino ad allora al Verano, sui luoghi delle battaglie presso le Mura, a Villa Borghese, alla Giustiniana e in alcune vigne tra San Pancrazio e Porta Maggiore. Il monumento attualmente visibile, con la sua mole candida immersa nel verde del colle, risale invece agli anni del regime fascista. Fu Ezio Garibaldi, allora presidente della “Società dei Reduci Patrie Battaglie” intitolata al nonno, a proporne la costruzione al governo, che accettò facendosi carico dei costi. Progettato dall’architetto Giovanni Jacobucci, il Mausoleo Ossario Garibaldino fu inaugurato solennemente il 3 novembre del 1941 dopo due anni di lavori. Un austero quadriportico in travertino con tre archi a tutto sesto per lato racchiude un’ara ricavata da un unico blocco di granito rosso, arricchito da figurazioni allegoriche ispirate all’antichità romana, tra cui la lupa capitolina, l’aquila imperiale, scudi, insegne e gladi. Questi motivi si ripetono in tutto l’apparato decorativo del Mausoleo. Agli angoli del quadriportico, quattro piedistalli in travertino sorreggono bracieri bronzei decorati con teste di lupa, che ancora oggi vengono accesi nel corso delle ricorrenze ufficiali. Sui piedistalli sono ricordate le battaglie più significative per la liberazione di Roma mentre sull’attico della facciata principale sono scolpiti, in rilievo, la scritta “Ai caduti per Roma 1849-1870”, e il motto “Roma o morte”. Sul retro del quadriportico una doppia rampa di scale scende alla cripta sacrario destinata ad accogliere i nomi e i resti dei caduti nelle battaglie per Roma Capitale, dalle drammatiche giornate dell’assedio della città nel 1849 agli scontri di Porta Pia del 1870. Lungo le pareti rivestite in marmi policromi sono disposti 36 loculi chiusi da lapidi che ricordano i nomi di oltre 1.600 caduti, tra cui Angelo Brunetti (più noto come Ciceruacchio), Enrico Dandolo, Luciano Manara, Emilio Morosini, Giuditta Tavani Arquati e Colomba Antonietti Porzi. Al centro della cripta è posto il sarcofago in porfido con le spoglie di Goffredo Mameli, il giovane poeta autore dell’Inno d’Italia, morto nel 1849 a soli 22 anni in seguito alle ferite riportate proprio sul Gianicolo.
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Il Mausoleo Ossario Garibaldino si trova in Via Garibaldi, nella parte del Rione Trastevere che si estende sul Gianicolo. La necessità di raccogliere i diversi volontari garibaldini morti nei moti e nelle battaglie per unificare l'Italia nacque negli anni Settanta del XIX Secolo, quando in tutto il paese iniziarono a essere promossi i primi ossari commemorativi delle battaglie. Nel caso del Gianicolo, furono proprio Giuseppe Garibaldi ed il figlio Menotti a farsi promotori di una legge per raccogliere sul colle i resti dei caduti. Tuttavia, individuare le salme dei garibaldini non era cosa semplice: molti giacevano tumulati nei cimiteri o vicino ai luoghi di battaglia. Fu per questo inizialmente realizzato solo un piccolo cimitero in attesa di terminare la lunga opera di ricerca. La difficoltà di rintracciare i caduti rallentò non poco la realizzazione di un grande ossario, ma quest'idea venne ripresa negli anni Trenta del Novecento, promossa da Ezio Garibaldi, nipote di Giuseppe Garibaldi ed all'epoca a capo della Società dei Reduci Patrie Battaglie. Il governo approvò la proposta di Ezio Garibaldi di realizzare il mausoleo nella zona del Gianicolo conosciuta come Colle del Pino, dove era posta una batteria di artiglieria, e si era svolta la parte finale della battaglia, il 30 giugno 1849. Dopo aver accettato di sostenerne i costi la Società affidò l'incarico per la costruzione del monumento al socio architetto Giovanni Jacobucci. Il mausoleo venne inaugurato il 3 Novembre del 1941 da Benito Mussolini dopo due anni di lavori. È costituito da un grande quadriportico in travertino con tre archi per ogni lato, posto su una scalinata al centro di un'area recintata. Sull'attico vi è la scritta AI CADUTI PER ROMA, mentre lateralmente il motto ROMA O MORTE. Nel mezzo del quadriportico si trova una grande ara, realizzata in granito rosso proveniente da Baveno, in cui sono raffigurate insegne dell'Antica Roma con la lupa capitolina e l'aquila imperiale, affiancate da gladii, l'ara è sormontata da teste di leone. Agli angoli del Mausoleo si trovano quattro piedistalli in travertino su cui sono posti altrettanti bracieri in bronzo. Sui piedistalli sono scritte le battaglie combattute per liberare Roma: 1849 Vascello, San Pancrazio, Palestrina, Velletri, Monti Parioli, Villa Spada; 1862 Aspromonte; 1867 Monte Rotondo, Mentana, Villa Glori, Casa Ajani; 1870 Porta Pia, San Pancrazio. Nel Sacrario, posto al livello interrato, sono presenti 36 loculi in cui sono ricordati i nomi di 1600 caduti, la volta è rivestita di mosaici d'oro, mentre al centro è presente un grande pilastro circolare
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Al Gianicolo uno dei colli di Roma (non fa parte dei sette più famosi), situato nel Rione XIII di Trastevere incontriamo il Mausoleo Ossario Garibaldino, posto nel luogo dove avvennero le ultime battaglie fra il preponderante esercito francese e quello della Repubblica romana guidata da Giuseppe Garibaldi. Questo bellissimo monumento in travertino, con una architettura tipica dell’epoca, fu progettato dall'architetto Giovanni Jacobucci (n.1895 – m.1970) e inaugurato in modo solenne nel 1941. Si tratta di una scalinata quadrata, dove ad ogni lato su dei piedistalli sono posti dei bracieri bronzei, che porta ad un quadriportico dove per ogni lato sono presenti tre archi a tutto sesto. Al centro si trova un monolite in granito rosso, dove sui quattro lati sono rappresentati alcuni simboli dell’antica Roma, quali la Lupa Capitolina, delle protomi leonine, unite da festoni vegetali, gladio ed altro, ripetuti per tutto il monumento. L’elemento suggestivo si trova nella parte posteriore del monumento dove attraverso una doppia rampa di scale si scende nella cripta dove si trova l’ossario vero e proprio e vi si accede passando per un imponente portale bronzeo. Entrando si rimane abbagliati dal mosaico del soffitto con le tessere tutte dorate e poi attoniti dalle molte lapidi disposte su ogni lato dove sono iscritti oltre 1600 caduti (nelle battaglie avvenute per Roma Capitale dal 1849 al 1870), Sulla parete di fondo troviamo il bel sarcofago in granito rosso che contiene i resti di Goffredo Mameli morto nel 1849, proprio sul Gianicolo a soli 22 anni e che è famoso per essere l’autore di “Fratelli d’Italia”, l’inno del paese dal 1946 con l’avvento della Repubblica Italiana, fra due bassorilievi a forma di aquile troviamo una suggestiva frase della madre del grande eroe. Una bellissima visita che deve essere da monito per quanto è costata in termini di vite umane l’unità d’Italia.
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Tra la primavera e l’estate del 1849, le truppe francesi inviate da Luigi Napoleone Bonaparte (il futuro Napoleone III) misero sotto assedio la città per ripristinare con le armi il potere temporale pontificio e deporre la Repubblica Romana, nata pochi mesi prima a seguito dei grandi moti rivoluzionari che nel 1848 avevano infiammato una gran parte dell’Europa. Nella difesa disperata di Roma guidata da Giuseppe Garibaldi, Porta San Pancrazio e il Gianicolo svolsero un ruolo di primaria importanza per la loro posizione strategica. Dopo la presa di Porta Pia, emerse l’esigenza di commemorare il sacrificio di tutti coloro che avevano combattuto per portare a compimento il processo di unificazione della penisola italiana. Giuseppe Garibaldi e suo figlio Menotti furono tra i promotori della legge che decretò il Gianicolo come luogo della memoria. Nel 1879 fu quindi realizzato un primo semplice sepolcreto, con una lapide posta sul muro adiacente alla chiesa di San Pietro in Montorio: qui furono radunate molte salme di rivoluzionari e combattenti sepolti fino ad allora al Verano, sui luoghi delle battaglie presso le Mura, a Villa Borghese, alla Giustiniana e in alcune vigne tra San Pancrazio e Porta Maggiore. Il monumento attualmente visibile, con la sua mole candida immersa nel verde del colle, risale invece agli anni del regime fascista. Fu Ezio Garibaldi, allora presidente della “Società dei Reduci Patrie Battaglie” intitolata al nonno, a proporne la costruzione al governo, che accettò facendosi carico dei costi. Progettato dall’architetto Giovanni Jacobucci, il Mausoleo Ossario Garibaldino fu inaugurato solennemente il 3 novembre del 1941 dopo due anni di lavori. Un austero quadriportico in travertino con tre archi a tutto sesto per lato racchiude un’ara ricavata da un unico blocco di granito rosso, arricchito da figurazioni allegoriche ispirate all’antichità romana, tra cui la lupa capitolina, l’aquila imperiale, scudi, insegne e gladi. Questi motivi si ripetono in tutto l’apparato decorativo del Mausoleo. Agli angoli del quadriportico, quattro piedistalli in travertino sorreggono bracieri bronzei decorati con teste di lupa, che ancora oggi vengono accesi nel corso delle ricorrenze ufficiali. Sui piedistalli sono ricordate le battaglie più significative per la liberazione di Roma mentre sull’attico della facciata principale sono scolpiti, in rilievo, la scritta “Ai caduti per Roma 1849-1870”, e il motto “Roma o morte”. Sul retro del quadriportico una doppia rampa di scale scende alla cripta sacrario destinata ad accogliere i nomi e i resti dei caduti nelle battaglie per Roma Capitale, dalle drammatiche giornate dell’assedio della città nel 1849 agli scontri di Porta Pia del 1870. Lungo le pareti rivestite in marmi policromi sono disposti 36 loculi chiusi da lapidi che ricordano i nomi di oltre 1.600 caduti, tra cui Angelo Brunetti (più noto come Ciceruacchio), Enrico Dandolo, Luciano Manara, Emilio Morosini, Giuditta Tavani Arquati e Colomba Antonietti Porzi. Al centro della cripta è posto il sarcofago in porfido con le spoglie di Goffredo Mameli, il giovane poeta autore dell’Inno d’Italia, morto nel 1849 a soli 22 anni in seguito alle ferite riportate proprio...

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The Mausoleo Ossario Garibaldino is a powerful and moving place, steeped in history and symbolism. Located on Janiculum Hill, it honors the soldiers who fought and died for the unification of Italy under Garibaldi. The setting is beautiful — surrounded by trees, quiet paths, and sweeping views over Rome — but there’s also a deep sense of reverence in the air.

The monument itself is solemn and impressive, with detailed sculptures and inscriptions that tell the story of sacrifice and patriotism. Walking through the area, you can almost feel the spirit of those who helped shape modern Italy.

It’s not as crowded as other Roman landmarks, which makes it perfect for a peaceful visit and quiet reflection. Combining it with a walk to Fontana dell’Acqua Paola nearby creates one of the most meaningful experiences in the city.

A must-see for anyone interested in history, culture, or simply the quieter, more reflective...

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Il Mausoleo Ossario Garibaldino si trova in Via Garibaldi, nella parte del Rione Trastevere che si estende sul Gianicolo. La necessità di raccogliere i diversi volontari garibaldini morti nei moti e nelle battaglie per unificare l'Italia nacque negli anni Settanta del XIX Secolo, quando in tutto il paese iniziarono a essere promossi i primi ossari commemorativi delle battaglie. Nel caso del Gianicolo, furono proprio Giuseppe Garibaldi ed il figlio Menotti a farsi promotori di una legge per raccogliere sul colle i resti dei caduti. Tuttavia, individuare le salme dei garibaldini non era cosa semplice: molti giacevano tumulati nei cimiteri o vicino ai luoghi di battaglia. Fu per questo inizialmente realizzato solo un piccolo cimitero in attesa di terminare la lunga opera di ricerca. La difficoltà di rintracciare i caduti rallentò non poco la realizzazione di un grande ossario, ma quest'idea venne ripresa negli anni Trenta del Novecento, promossa da Ezio Garibaldi, nipote di Giuseppe Garibaldi ed all'epoca a capo della Società dei Reduci Patrie Battaglie. Il governo approvò la proposta di Ezio Garibaldi di realizzare il mausoleo nella zona del Gianicolo conosciuta come Colle del Pino, dove era posta una batteria di artiglieria, e si era svolta la parte finale della battaglia, il 30 giugno 1849. Dopo aver accettato di sostenerne i costi la Società affidò l'incarico per la costruzione del monumento al socio architetto Giovanni Jacobucci. Il mausoleo venne inaugurato il 3 Novembre del 1941 da Benito Mussolini dopo due anni di lavori. È costituito da un grande quadriportico in travertino con tre archi per ogni lato, posto su una scalinata al centro di un'area recintata. Sull'attico vi è la scritta AI CADUTI PER ROMA, mentre lateralmente il motto ROMA O MORTE. Nel mezzo del quadriportico si trova una grande ara, realizzata in granito rosso proveniente da Baveno, in cui sono raffigurate insegne dell'Antica Roma con la lupa capitolina e l'aquila imperiale, affiancate da gladii, l'ara è sormontata da teste di leone. Agli angoli del Mausoleo si trovano quattro piedistalli in travertino su cui sono posti altrettanti bracieri in bronzo. Sui piedistalli sono scritte le battaglie combattute per liberare Roma: 1849 Vascello, San Pancrazio, Palestrina, Velletri, Monti Parioli, Villa Spada; 1862 Aspromonte; 1867 Monte Rotondo, Mentana, Villa Glori, Casa Ajani; 1870 Porta Pia, San Pancrazio. Nel Sacrario, posto al livello interrato, sono presenti 36 loculi in cui sono ricordati i nomi di 1600 caduti, la volta è rivestita di mosaici d'oro, mentre al centro è presente un grande...

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