Di fronte alla celebre Fontana di Trevi sorge la chiesa dei Ss.Vincenzo e Anastasio (nella foto sopra), che vanta una delle più belle facciate barocche di Roma. Fino al XIV secolo era conosciuta solamente come “S.Anastasio de Trivio” ma anche con il titolo, mantenuto fino al 1876, di “Parrocchia Pontificia”, sia perché situata non distante dal palazzo del Quirinale, allora residenza papale, sia perché nell’abside si conservano, in appositi loculi, i “precordi” (ossia gli organi racchiusi nella cavità toracica vicino al cuore) che venivano tolti prima di imbalsamare il corpo dei pontefici. Sisto V fu il primo ad inaugurare l’uso nel 1590, mantenutosi fino a Leone XIII, morto nel 1903: questa macabra tradizione fu infatti interrotta dal papa successivo, Pio X. La chiesa fu completamente ricostruita tra il 1644 ed il 1650 da Martino Longhi il Giovane per volere del cardinale Mazzarino, come testimoniato dallo stemma sormontato dal cappello cardinalizio che una coppia di angeli tiene in bella mostra al centro del triplice frontone. La facciata, ad edicola su due ordini e ricoperta di travertino, presenta inoltre alcune particolarità: innanzitutto la presenza di ben 18 colonne che valsero alla chiesa l’appellativo di “Canneto”: 10 nell’ordine inferiore e 6 nell’ordine superiore, più 2 poste ai lati del grande finestrone centrale. Inoltre, la presenza di due statue di donna a seno nudo che sostengono, a braccia alzate, la trabeazione del secondo ordine e la presenza di un busto femminile sopra il portale, al centro del secondo timpano arcuato, esempi unici a Roma per una chiesa. Il busto sembra riferirsi ad una nipote del cardinale, per alcuni Maria Mancini, amante di Luigi XIV e moglie del principe Lorenzo Onofrio Colonna, per altri invece l’affascinante Ortensia, la quale, rifiutata dallo zio a due illustri e ricchi pretendenti quali Carlo II d’Inghilterra e Pedro II di Portogallo, si sposò con il marchese Armand de la Porte de la Meilleraye, dal quale poi si separò per andare a vivere con il cavaliere de Saint-Evremond in Inghilterra: comunque entrambe tutt’altro che sante! L’interno, ad aula con tre cappelle per lato, custodisce un affresco del pittore Francesco Manno raffigurante i “Ss.Vincenzo, Anastasio e Camillo”, mentre sull’altare maggiore vi è una pala di...
Read moreOh, è importante non è solo il palco per la fontana. Chiesa divisiva da sempre, simbolo dei potenti (tanto da essere considerata la chiesa parrocchiale del vicino Quirinale quando era residenza papale) è stata da sempre sberleffata con soprannomi quali "il canneto" (per via di quelle 18 colonne sotto e altre 8 sopra che apparivano eccessive in uno spazio così stretto) o anche "chiesa delle frattaglie" (perché qui venivano trasportati fino a inizio 900 gli organi interni dei papi morti, rimossi per la loro imbalsamazione). Non a caso il popolino faceva riferimento alle sacre budella che lo stesso poeta Belli aveva in maniera irriverente definito in un sonetto un "museo de corate" (la coratella è un tipico piatto romano a base di interiora). Eppure questa bella chiesa soffre del suo vantaggio principale ovvero la sua posizione. Praticamente in un angolo di fronte alla fontana di Trevi viene utilizzata come luogo di riposo o come sopralzo per selfie che abbiano la fontana senza la folla come sfondo. E così nessuno fa caso a quella facciata potentemente barocca dove spicca il busto di una donna sulla quale molte ipotesi (e molte illazioni) sono state fatte nel corso dei secoli. Conosciuta per tutto il Medio Evo come “Sant’Anastasio de Trivio” (il trivio - come il bivio era l'incrocio di due strade - era l'incrocio di tre strade e da questo deriverebbe il toponimo Trevi, NdR), era dedicata al martire persiano Anastasio e solo successivamente gli vienne affiancato anche il santo spagnolo Vincenzo. A metà del Seicento, la chiesa primigenia venne abbattuta e ricostruita da Martino Longhi il Giovane dietro commissione del cardinale Mazzarino, primo ministro del re francese Luigi XIV che non sembrò scandalizzato dal fatto che il secondo ordine della facciata presentasse due figure femminili a seno nudo, particolare quasi inconcepibile per una chiesa. Qui è sepolta la principessa Wolkonskij, animatrice dei salotti letterari e proprietaria della splendida villa sull'acquedotto romano. Interno molto ricco ma limitato nello spazio per cui sembra un po' eccessivo e sicuramente non aiuta il raccoglimento ma comunque merita una visita. Informazioni utili? Allora lasciate un like e guardate le altre recensioni fatte su...
Read moreLa Chiesa di SS. Vincenzo e Anastasio, si trova nel centro storico di Roma, Rione II (Trevi), in Vicolo dei Modelli n.72, nei pressi della maestosa e famosissima Fontana di Trevi.
La chiesa era già presente nel X secolo, poi nel corso dei secoli ha subito vari restauri, ricostruzioni e titolazioni, l’attuale Chiesa di architettura Barocca è stata commissionata dall’importante Cardinale Giulio Mazzantino (1602 –1661) ed è stata costruita dall’architetto Martino Longhi il Giovane (inizio lavori 1644 terminata il 1650.
La Chiesa aveva il titolo di “Parrocchia Pontificia” poiché in appositi loculi, venivano conservati gli organi interni dei Papi; ne sono presenti ben venticinque, a partire da Papa Sisto V (m.1590) fino al Papa Leone XIII (m.1903), la procedura prevedeva che alla morte dei Papi, venivano eviscerati e le parti interne venivano così imbalsamate e poste in questa Chiesa.
Tra le varie “stranezze” e particolarità presenti nella straordinaria facciata è presente il busto del cardinale e quello di una sua nipote verosimilmente Ortensia Mancini (di condotta non irreprensibile), ed è probabilmente l’unico esempio a Roma di Laica presente sulla facciata di una chiesa, per concludere le volute dell’ordine superiore sono rappresentate da due giovani fanciulle.
L’interno si presenta con la pianta a navata unica, con tre cappelle per lato, con abside semicircolare.
Al presbiterio si accede salendo un gradino ed è delimitato da una graziosa balaustra marmorea, si presenta ricco di colonne, lesene e marmi policromi.
In esso si trova l’Altare Maggiore in marmo, alle spalle sulla parete curva dell’abside la grande Pala la quale raffigura “Il martirio di San Vincenzo e Sant'Anastasio” (1778) del pittore Francesco Pascucci (1748 - 1803).
Il soffitto è coperto con volta a botte, riccamente decorata con al centro un grande dipinto murale
All’interno della Chiesa, entrando sulla sinistra, in alto, è posta una targa in marmo bianco la quale ricorda che in questo luogo vi è stato sepolto il grande “Pittor de Trestevere” Bartolomeo Pinelli, anche se le sue spoglie non sono mai state trovate.
Una visita molto interessante e ricca di storia, chiaramente bisogna andare a vedere anche la meravigliosa e vicina...
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