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Mosè di Michelangelo — Attraction in Rome

Name
Mosè di Michelangelo
Description
Moses is a sculpture by the Italian High Renaissance artist Michelangelo, housed in the church of San Pietro in Vincoli in Rome.
Nearby attractions
Basilica of San Pietro in Vincoli
Piazza di San Pietro in Vincoli, 4/A, 00184 Roma RM, Italy
Colosseum
Piazza del Colosseo, 1, 00184 Roma RM, Italy
Fountain of the Catechumens
Piazza della Madonna dei Monti, 00184 Roma RM, Italy
Chiesa di Santa Maria ai Monti
Via della Madonna dei Monti, 41, 00184 Roma RM, Italy
Parco del Colle Oppio
Vle del Monte Oppio, 00184 Roma RM, Italy
Roman Forum
00186 Rome, Metropolitan City of Rome Capital, Italy
Domus Aurea
Vle della Domus Aurea, 00184 Roma RM, Italy
Giardinetto del Monte Oppio
Via del Monte Oppio, 00184 Roma RM, Italy
Church of Saints Sergius and Bacchus
Piazza della Madonna dei Monti, 3, 00184 Roma RM, Italy
Arch of Constantine
Piazza del Colosseo, 00184 Roma RM, Italy
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Via Cavour, 215, 00184 Roma RM, Italy
Amici Pizza & Burger
Via Leonina, 77, 00184 Roma RM, Italy
La Nuova Piazzetta
Vicolo del Buon Consiglio, 23/a, 00184 Roma RM, Italy
La Vecchia Roma
Via Leonina, 10, 00184 Roma RM, Italy
La Licata
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Pizzeria Boccaccia
Via Leonina, 73, 00184 Roma RM, Italy
La Base Ristorante
Via Cavour, 272, 00185 Roma RM, Italy
Tin House
Via Leonina, 30, 00184 Roma RM, Italy
Afrik Cavour Kitchen 254 Nigerian and Intercontinental Food
Via Cavour, 254, 00184 Roma RM, Italy
Cuoco & Camicia
Via di Monte Polacco, 2/4, 00184 Roma RM, Italy
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Keywords
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Mosè di Michelangelo
ItalyLazioRomeMosè di Michelangelo

Basic Info

Mosè di Michelangelo

Piazza di San Pietro in Vincoli, 4/A, 00184 Roma RM, Italy
4.9(3.2K)
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Ratings & Description

Info

Moses is a sculpture by the Italian High Renaissance artist Michelangelo, housed in the church of San Pietro in Vincoli in Rome.

Cultural
Accessibility
attractions: Basilica of San Pietro in Vincoli, Colosseum, Fountain of the Catechumens, Chiesa di Santa Maria ai Monti, Parco del Colle Oppio, Roman Forum, Domus Aurea, Giardinetto del Monte Oppio, Church of Saints Sergius and Bacchus, Arch of Constantine, restaurants: Benso 215, Amici Pizza & Burger, La Nuova Piazzetta, La Vecchia Roma, La Licata, Pizzeria Boccaccia, La Base Ristorante, Tin House, Afrik Cavour Kitchen 254 Nigerian and Intercontinental Food, Cuoco & Camicia
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4.8

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Fountain of the Catechumens

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4.5

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(441)

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Sat, Dec 6 • 10:00 AM
00044, Frascati, Lazio, Italy
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La Nuova Piazzetta

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Benso 215

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Reviews of Mosè di Michelangelo

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5.0
1y

Un opera che merita essere ammirata per ore e ore! Si ritiene che dopo 25 anni dall' inizio della sua costruzione Michelangelo, con la sua abilità, abbia girato la testa del suo personaggio e anche aggiunto dei dettagli su tutto il corpo che hanno reso questo movimento molto più naturale: 1) La barba della statua è stata tirata verso destra e non a sinistra perché altrimenti sarebbe venuto a mancare il marmo per rifarla perpendicolare come era nella prima versione. 2) Al fine di realizzare al meglio la torsione del corpo, il trono su cui Mosè è seduto è stato abbassato a sinistra di ben 7 centimetri, mentre per appoggiare indietro il piede sinistro l’artista è stato costretto a stringere il ginocchio rispetto al destro di circa 5 centimetri per poter dare un giusto effetto ottico al resto dell’opera. 3) Infine, una larga cintura che scompare del tutto nella parte anteriore. Sono molti gli aneddoti sorti intorno al “Mosè“: nel braccio del Mosè, che tiene il mignolo sollevato, è possibile individuare il piccolo muscolo dell’avambraccio che si contrae soltanto quando si solleva il mignolo. Si dice che Michelangelo osservando il proprio capolavoro abbia gridato alla statua: “Perché non parli?” e, di fronte al mutismo del Mosè, Michelangelo ebbe uno scatto di rabbia, assestandogli una vigorosa martellata sul ginocchio, che presenterebbe tutt’oggi una crepa. In realtà, quella presente sul ginocchio destro del Mosè è soltanto una venatura naturale del marmo che lo attraversa.  Esiste una leggenda romana secondo la quale nella folta barba riccioluta dI Mosè sarebbero stati scolpiti i volti di Giulio II e di una donna sua amante. La statua è stata psicanalizzata da Freud che, attraverso le espressioni della statua ed una lettura delle scritture, ha interpretato che questo Mosè mostra 3 stati d’animo diversi. Per lui, le linee che si vedono sul volto del personaggio biblico rappresentano la sua vittoria contro la rabbia. La parte centrale della statua (i muscoli soprattutto) mostrano gli ultimi istanti del suo tentativo di sopprimere l’impulso rabbioso contro gli infedeli adoratori del Vitello d’Oro (il piede non è appoggiato completamente a terra, come se un secondo prima avesse voluto scagliarsi con tutta la forza contro di loro). L’accarezzarsi la barba simboleggia la tranquillità che ha avuto la meglio sugli istinti aggressivi. All’epoca della sistemazione del monumento, due finestre davano un’illuminazione naturale durante l’intera giornata. La statua di Mosè che, non a caso, ha la testa rivolta alla finestra della sinistra, poi chiusa nel 1865, è stata concepita per entrare in risonanza con la luce che, filtrata dalle finestre della chiesa, illuminava la statua generando un effetto mistico e coinvolgente. Per tanto, Michelangelo aveva studiato le variazioni luministiche e aveva utilizzato differenti tecniche di lavorazione del marmo, con gradi di finitura diversi, per esaltare il rapporto della luce con la materia; trattando in maniera diversa le superfici del marmo: lustrando con il piombo solo le parti della scultura che ricevevano la luce diretta, mentre le altre sono state lasciate a una finitura di sabbia e pomice, così da conferire alla scultura il carattere pittorico, con effetto finale di un chiaroscuro sul marmo. Dopo 2 secoli la finestra è stata virtualmente riaperta  grazie alle più innovative tecnologie digitali, sono state progettate e realizzate fonti di illuminazione sostitutive delle finestre originarie, non più esistenti, che ripropongono la luce naturale del tempo di Michelangelo simulando il percorrere delle ore della giornata. Si alternano così i colori dell'alba, del giorno, del tramonto e del crepuscolo, riproducendo la particolare luce che nel Cinquecento illuminava il...

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5.0
5y

Il maestoso gruppo marmoreo del Mosè di Michelangelo si trova all’interno della Basilica francescana di San Pietro in Vincoli, la quale si trova nel centro storico di Roma, Rione I (Monti).

Nella Basilica, sono presenti diverse opere che incantano il visitatore, per la maestria di chi le ha realizzate, di rilievo artisti quali il Guercino, Antoniazzo Romano, Andrea Bregno, Il Domenichino e di molti altri.

Ma l’opera che emerge su tutte le altre è il rinascimentale Mausoleo di Giulio II, che ha avuto una storia travagliata e che inizialmente doveva essere posto nella Basilica di San Pietro.

Nel corso della sua realizzazione, vi sono ben cinque contratti, il primo del pontefice Giulio II nel 1505 al grande Michelangelo Buonarroti, l'artista dopo aver avuto l'assenso del papa per il suo progetto, si preoccupò personalmente di procurarsi e far trasportare i migliori marmi di Carrara.

In origine venne pensata come un’opera colossale ma con il tempo e varie peripezia, fu interrotta e poi alla ripresa notevolmente ridimensionata quindi solo il famoso Mosè è stato completamente realizzato da Michelangelo (orientativamente nel 1515), con una altezza imponente circa 2,3 metri, lo rappresentò seduto con una folta e lunga barba con lo sguardo fiero rivolto verso la sinistra, mentre con la mano destra regge le tavole della legge e “gioca” con la sua barba, donandogli un aspetto imponente degno della sua figura biblica.

Fu talmente attento ai particolari che la superficie della statua fu trattata con diversi arnesi a seconda della posizione, per poter riflettere la luce in modo diverso, in modo che un visitatore attento ne potesse cogliere appieno la superlativa bellezza, incredibile solo pensarci.

Le altre statue della composizione che si presenta su due ordini, sono state da lui iniziate Lia e Rachele che sono ai lati del Mosè e terminate da Raffaello di Montelupo o eseguite totalmente dai suoi allievi.

Nell’ordine superiore si trova il Pontefice (anche quest'opera è stata almeno eseguita in parte da Michelangelo) che appare in una posa particolare, sdraiato su un fianco, quasi nell’atto di risorgere dal suo sarcofago, alle sue spalle una statua che rappresenta la Madonna con in braccio il Bambino Gesù. Alla sinistra di chi guarda vi è la Sibilla e alla destra un profeta.

L’opera venne completata nel 1545, quasi 40 anni dopo l'inizio del progetto, quasi tutta la sua vita artistica. Ai nostri giorni la possiamo ammirare nel transetto destro, dove possiamo contemplare un’opera maestosa e di grandissima bellezza, che da sola vale la visita in questa splendida Basilica.

Voglio concludere con un simpatico aneddoto sulla statua del Mosè. Si narra che il grande scultore una volta finita l’opera la guardasse con grande ammirazione e vista la sua perfezione e il grande realismo, con un gesto di stizza, ne colpì il ginocchio con uno scalpello e le disse “perché non parli?”. Anche se sulla statua non sono stati trovati segni evidenti di questa azione piace immaginare che sia una storia vera.

Se quanto letto ha suscitato in te curiosità e meraviglia, ti invito a esplorare le altre mie recensioni per scoprire i tesori senza tempo che Roma ha da offrire. Ogni angolo della città ha una storia da raccontare e un'emozione...

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5.0
6y

A master piece of Michelangelo. Commissioned by pope Julius in 1505. He is depicted with horns in his head as depicted in exodus chapter 34. the Moses in marble, a statue of five braccia, Seated in a serious attitude, he rests with one arm on the tables, and with the other holds his long glossy beard, the hairs, so difficult to render in sculpture, being so soft and downy that it seems as if the iron chisel must have become a brush. The beautiful face, like that of a saint and mighty prince, seems as one regards it to need the veil to cover it, so splendid and shining does it appear, and so well has the artist presented in the marble the divinity with which God had endowed that holy countenance. The draperies fall in graceful folds, the muscles of the arms and bones of the hands are of such beauty and perfection, as are the legs and knees, the feet were adorned with excellent shoes, that Moses may now be called the friend of God more than ever, since God has permitted his body to be prepared for the resurrection before the others by the hand of...

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Un opera che merita essere ammirata per ore e ore! Si ritiene che dopo 25 anni dall' inizio della sua costruzione Michelangelo, con la sua abilità, abbia girato la testa del suo personaggio e anche aggiunto dei dettagli su tutto il corpo che hanno reso questo movimento molto più naturale: 1) La barba della statua è stata tirata verso destra e non a sinistra perché altrimenti sarebbe venuto a mancare il marmo per rifarla perpendicolare come era nella prima versione. 2) Al fine di realizzare al meglio la torsione del corpo, il trono su cui Mosè è seduto è stato abbassato a sinistra di ben 7 centimetri, mentre per appoggiare indietro il piede sinistro l’artista è stato costretto a stringere il ginocchio rispetto al destro di circa 5 centimetri per poter dare un giusto effetto ottico al resto dell’opera. 3) Infine, una larga cintura che scompare del tutto nella parte anteriore. Sono molti gli aneddoti sorti intorno al “Mosè“: nel braccio del Mosè, che tiene il mignolo sollevato, è possibile individuare il piccolo muscolo dell’avambraccio che si contrae soltanto quando si solleva il mignolo. Si dice che Michelangelo osservando il proprio capolavoro abbia gridato alla statua: “Perché non parli?” e, di fronte al mutismo del Mosè, Michelangelo ebbe uno scatto di rabbia, assestandogli una vigorosa martellata sul ginocchio, che presenterebbe tutt’oggi una crepa. In realtà, quella presente sul ginocchio destro del Mosè è soltanto una venatura naturale del marmo che lo attraversa.  Esiste una leggenda romana secondo la quale nella folta barba riccioluta dI Mosè sarebbero stati scolpiti i volti di Giulio II e di una donna sua amante. La statua è stata psicanalizzata da Freud che, attraverso le espressioni della statua ed una lettura delle scritture, ha interpretato che questo Mosè mostra 3 stati d’animo diversi. Per lui, le linee che si vedono sul volto del personaggio biblico rappresentano la sua vittoria contro la rabbia. La parte centrale della statua (i muscoli soprattutto) mostrano gli ultimi istanti del suo tentativo di sopprimere l’impulso rabbioso contro gli infedeli adoratori del Vitello d’Oro (il piede non è appoggiato completamente a terra, come se un secondo prima avesse voluto scagliarsi con tutta la forza contro di loro). L’accarezzarsi la barba simboleggia la tranquillità che ha avuto la meglio sugli istinti aggressivi. All’epoca della sistemazione del monumento, due finestre davano un’illuminazione naturale durante l’intera giornata. La statua di Mosè che, non a caso, ha la testa rivolta alla finestra della sinistra, poi chiusa nel 1865, è stata concepita per entrare in risonanza con la luce che, filtrata dalle finestre della chiesa, illuminava la statua generando un effetto mistico e coinvolgente. Per tanto, Michelangelo aveva studiato le variazioni luministiche e aveva utilizzato differenti tecniche di lavorazione del marmo, con gradi di finitura diversi, per esaltare il rapporto della luce con la materia; trattando in maniera diversa le superfici del marmo: lustrando con il piombo solo le parti della scultura che ricevevano la luce diretta, mentre le altre sono state lasciate a una finitura di sabbia e pomice, così da conferire alla scultura il carattere pittorico, con effetto finale di un chiaroscuro sul marmo. Dopo 2 secoli la finestra è stata virtualmente riaperta  grazie alle più innovative tecnologie digitali, sono state progettate e realizzate fonti di illuminazione sostitutive delle finestre originarie, non più esistenti, che ripropongono la luce naturale del tempo di Michelangelo simulando il percorrere delle ore della giornata. Si alternano così i colori dell'alba, del giorno, del tramonto e del crepuscolo, riproducendo la particolare luce che nel Cinquecento illuminava il complesso scultoreo.
Stefano ManzoStefano Manzo
Il maestoso gruppo marmoreo del Mosè di Michelangelo si trova all’interno della Basilica francescana di San Pietro in Vincoli, la quale si trova nel centro storico di Roma, Rione I (Monti). Nella Basilica, sono presenti diverse opere che incantano il visitatore, per la maestria di chi le ha realizzate, di rilievo artisti quali il Guercino, Antoniazzo Romano, Andrea Bregno, Il Domenichino e di molti altri. Ma l’opera che emerge su tutte le altre è il rinascimentale Mausoleo di Giulio II, che ha avuto una storia travagliata e che inizialmente doveva essere posto nella Basilica di San Pietro. Nel corso della sua realizzazione, vi sono ben cinque contratti, il primo del pontefice Giulio II nel 1505 al grande Michelangelo Buonarroti, l'artista dopo aver avuto l'assenso del papa per il suo progetto, si preoccupò personalmente di procurarsi e far trasportare i migliori marmi di Carrara. In origine venne pensata come un’opera colossale ma con il tempo e varie peripezia, fu interrotta e poi alla ripresa notevolmente ridimensionata quindi solo il famoso Mosè è stato completamente realizzato da Michelangelo (orientativamente nel 1515), con una altezza imponente circa 2,3 metri, lo rappresentò seduto con una folta e lunga barba con lo sguardo fiero rivolto verso la sinistra, mentre con la mano destra regge le tavole della legge e “gioca” con la sua barba, donandogli un aspetto imponente degno della sua figura biblica. Fu talmente attento ai particolari che la superficie della statua fu trattata con diversi arnesi a seconda della posizione, per poter riflettere la luce in modo diverso, in modo che un visitatore attento ne potesse cogliere appieno la superlativa bellezza, incredibile solo pensarci. Le altre statue della composizione che si presenta su due ordini, sono state da lui iniziate Lia e Rachele che sono ai lati del Mosè e terminate da Raffaello di Montelupo o eseguite totalmente dai suoi allievi. Nell’ordine superiore si trova il Pontefice (anche quest'opera è stata almeno eseguita in parte da Michelangelo) che appare in una posa particolare, sdraiato su un fianco, quasi nell’atto di risorgere dal suo sarcofago, alle sue spalle una statua che rappresenta la Madonna con in braccio il Bambino Gesù. Alla sinistra di chi guarda vi è la Sibilla e alla destra un profeta. L’opera venne completata nel 1545, quasi 40 anni dopo l'inizio del progetto, quasi tutta la sua vita artistica. Ai nostri giorni la possiamo ammirare nel transetto destro, dove possiamo contemplare un’opera maestosa e di grandissima bellezza, che da sola vale la visita in questa splendida Basilica. Voglio concludere con un simpatico aneddoto sulla statua del Mosè. Si narra che il grande scultore una volta finita l’opera la guardasse con grande ammirazione e vista la sua perfezione e il grande realismo, con un gesto di stizza, ne colpì il ginocchio con uno scalpello e le disse “perché non parli?”. Anche se sulla statua non sono stati trovati segni evidenti di questa azione piace immaginare che sia una storia vera. Se quanto letto ha suscitato in te curiosità e meraviglia, ti invito a esplorare le altre mie recensioni per scoprire i tesori senza tempo che Roma ha da offrire. Ogni angolo della città ha una storia da raccontare e un'emozione da regalare.
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Stefano Manzo

Stefano Manzo

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