Dalla fine del I° sec. d.C, ha inizio la diffusione nell'Impero Romano del culto misterico di Mitra, il cui nome significa "contratto", dio dell'onestà, dell'amicizia e dei patti, di antichissime origini indo-iraniche. Il culto si diffuse nelle regioni occidentali dell'Impero, grazie ai legionari romani che lo avevano conosciuto durante le campagne in Oriente, incrementando notevolmente la sua importanza dal II° al IV° secolo. Religione professata prevalentemente in ambito militare e amministrativo, con la rigida esclusione della componente femminile, il mitraismo fu oggetto di favore e protezione di molti imperatori. Il Mitreo Barberini, uno dei TRE mitrei DIPINTI giunto fino a noi dall'epoca romana(gli altri DUE si trovano a Marino e a Santa Maria Capua Vetere), riutilizza i resti di un edificio romano del II secolo d.C. e fu scoperto, casualmente, nel 1936, nel corso di lavori edilizi. Consiste in una sala con volta a botte e le tipiche banchine laterali (praesepia). Di grande interesse è la raffigurazione pittorica sulla parete di fondo con al centro la scena di tauroctonia (l'uccisione del toro), mentre un cane e un ser pente succhiano il sangue dell'animale e uno scorpione gli morde i testicoli. Ai lati del riquadro principale, i due dadofori (portatori di fiaccole). Cautes e Cautopates, assistono alla scena, sovra stata dalla volta celeste con simboli astrali. I dieci piccoli quadri che affiancano la rappresentazione centrale narrano la storia sacra del dio. Il monumento è stato più volte oggetto di delicati interventi di restauro, che hanno riportato alla luce particolari nascosti, come le stelle di colore ocra e rosso con tracce di doratura visibili nella scena centrale e la coppia di pesci raffigurata sul lato corto della parete della nicchia. Le manutenzioni annuali consentono un monitoraggio puntuale dell'ambiente e assicurano la conservazione di uno dei più interessanti mitrei presenti...
Read moreOne of the lesser-known and least-visited sites of ancient Rome, this unique place of worship dates back to the pre-Christian era. It is a small building that repurposes structures from the 2nd century AD and was dedicated to the cult of Mithras, a solar deity of Iranian origin. This cult was especially popular among the Roman legions, particularly during the Middle and Late Empire periods. It is definitely a must-see for any tourist or scholar interested in exploring the life of...
Read moreQuesto mitreo, luogo di culto misterico databile attorno al III secolo d.C., è stato ritrovato nel corso di alcuni lavori di restauro in quello che era un'ala dell'enorme complesso seicentesco voluto dalla famiglia Barberini nel Seicento, quando essa era all'apice del suo potere e prestigio. Oggi il Palazzo Barberini è certamente focale di tutta la zona, ma semmai riuscireste ad entrare in questo angusto spazio antico rimarrete davvero stupefatti, e per diverse motivazioni. Innanzitutto potrete entrare in contatto con uno dei mitrei di Roma, luoghi dedicati al culto del Dio Mitra, una divinità orientale e non romana che spopolò nell'Urbe e tra la popolazione soprattutto nel II e III secolo d.C. Di mitrei ce ne sono molti a Roma, ma questo è praticamente unico per un motivo: gli affreschi che lo decorano. Spesso, infatti, i mitrei visibili oggi ci permettono a malapena di comprendere come si sviluppava l'ambiente dal punto di vista archeologico, così come ci danno appena qualche accenno sull'iconografia delle decorazioni presenti, spesso cancellate dalla storia. Ma qui vi sono ancora le pitture policrome originali a gettare nuova luce sul culto di Mitra, un culto di cui, essendo misterico, ancora oggi conosciamo poco. E così vedere la divinità nel suo tradizionale atto, il sacrificio sacro di un toro dal cui sangue sarebbe sgorgata la vita, brilla letteralmente per la freschezza dei colori. Davvero impressionante,...
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