Read moreCAPITOLO 1 Questa storia ha inizio una mattina di maggio, una di quelle mattine luminose, con il cielo dipinto. Le mani nelle tasche, lo zaino sulle spalle, cammino senza pensare, un passo dopo l'altro. Manca un mese alla fine della scuola ed ha fatto improvvisamente caldo, ma io porto ancora la felpa, la mia preferita, quella gialla con il cappuccio. Venezia è umida al mattino e io ho sempre le mani fredde. Oggi compito di italiano. Se fossi un fumetto tutti potrebbero leggere sopra la mia testa una vignetta che dice: “Io lo odio il lunedì!”. Non me la cavo troppo bene in italiano, sono dislessico, che suona un po’ come “sono polacco”, ma peggio, perché la mia è una lingua sconosciuta, talmente straniera che la capisco solo io. Comunque, da grande voglio fare il giornalista, ci sarà pure un modo per uscirne. Mentre salgo gli scalini del Ponte delle Guglie improvvisamente un tizio, con addosso una felpa gialla simile alla mia, mi investe in pieno. Lo guardo dritto in faccia e mi pare di conoscerlo. Anche nei suoi occhi vedo passare lo stesso pensiero mentre mi aiuta a rialzarmi. Poi, improvvisamente mi abbraccia, e corre via. Lo seguo con lo sguardo mentre scende di corsa i gradini a grandi passi. Nessuno ha fatto caso allo scontro, tra i turisti indaffarati a salire e scendere. Mi è venuto addosso con tale forza e se ne é andato senza neanche scusarsi, a dire il vero adesso avrei voglia di tirargli un pugno in faccia. Mi ripulisco i pantaloni, infilo le mani nelle tasche e riprendo a camminare. Isabella è già arrivata. Ci aspettiamo tutte le mattine davanti al portone della scuola, giusto per scambiare due parole, ma proprio due: io non parlo molto e lei bisbiglia. È di certo per questo che mi piace stare in sua compagnia. Io odio i rumori forti, la musica troppo alta e quelli che mentre parlano sovrappongono le loro voci. Mi giro e indico il luogo in cui è successo. Mi giro nuovamente verso il ponte e lo vedo anch'io. Insiste la Isa. Mi avvicino allo zaino, che è appoggiato sugli ultimi scalini del ponte. Si avvicina anche lei e ci accucciamo per esaminarlo meglio, senza toccarlo, come due eschimesi intorno al fuoco. Bisbiglia Isabella, e la sua voce è ancora più flebile del solito. Dico io. Blu, con due tasche grandi e una piccola con un simbolo cucito sopra. Non rispondo. Afferro lo zaino e me lo butto su una spalla, sull’altra ho già il mio. Ora sono uno accanto all'altro, perfettamente uguali. Si sta facendo tardi e tra non molto suonerà la campanella. Guardo continuamente l’orologio: la puntualità, una delle mie ossessioni. Isabella mi spinge verso il portone dell'ingresso secondario, che è sempre chiuso ed ha uno scalino che sembra fatto apposta per sedersi. Stiamo lì, in silenzio, con lo zaino in braccio. Ora anche Isabella guarda l'orologio. Ripete. Passo le dita sulla tasca esterna, posso sentire il profilo di una bottiglietta d'acqua. Quello è il posto dove la metto anch’io. Non lo voglio fare. Io stesso non potrei sopportare l’idea che qualcuno mi toccasse lo zaino, perciò non lo voglio fare. Entriamo a scuola con lo zaino in mano....
Ponte in pietra; struttura in mattoni e pietre, balaustre in pietra d’Istria a colonnine. Sui due fianchi del ponte, lo stemma della famiglia Da Ponte, un leone marciano scalpellato, e dieci mascheroni, inoltre il ponte è abbellito con le caratteristiche guglie. Sulle basi delle guglie sono incise le seguenti scritte: “MDLXXX / DOMINICO PISANI / PETRO CONTARENO / FRANCISCO ROTA 3 / PROUISORIBVS / COMVNIS / RESTAURATVM / ANNO / MDCCLXXVII”, “MDLXXX”, “MARCHVS BRISIENSIS / .NGENIARVS OFII / PROVISORI / COMVNIS”, “QVEM LJGNEA STRV / CTVRA MARCVS IVSTI / NIANVS COMM. VENET / PROVISOR ELEGANTI / FORMA COSTRVEN / DVM SVRAVERATUNNO / MDXLV / FRANCSCVS EIVS FILVS / CVM IN EODEM MUMER / LA.DEVM / REFIGI / ENDVM MANDAVIT ANN / XM INCARNM DLXXX / MENSEM M”.
CANNAREGIO (Sestiere, Fondamenta, Ponte, Canale, Chiovere di). Vogliono alcuni che Cannaregio sia corruzione di Canal Regio, titolo attribuito, per la sua ampiezza, a quel braccio di canale che. partendosi da San Geremia, sbocca per San Giobbe in laguna. Ma, bene riguardando, si vede che meglio tal titolo si addirebbe al prossimo Canal Grande, oppure al Canal della Giudecca. Altri con più ragione sostengono che questo luogo venisse anticamente chiamato Cannarecium, e quindi Cannaregio dalle molte canne chi vi allignavano. Infatti, una cronaca, citata dal Gallicciolli, che arriva al 1410, dice: Cannaregio, imperciocché era channedo e paludo con channelle. Anzi, secondo alcuni, i Malipiero, venuti da Aitino, qui si stanziarono per fabbricare navigli, e furono i primi ad usare di queste canne per spalmarli. Né vale l’opporre che le canne poco allignino nell’acque salse, poiché, come nota il Filiasi (Memorie Storiche dei Veneti Primi e Secondi), quelle della nostra laguna erano salmastre per i molti fiumi che vi sboccavano, ed appunto per il canale di Cannaregio si vuole che nelle ore di bassa marea corressero il fiumicello Osellino o Marzenego.
Il circondario di cui parliamo si denominava pure nei primi tempi Paluello, e contava allora pochissimi fabbricati.
Il Ponte di Cannaregio fu fatto per la prima volta in legno nel 1285, leggendosi in un antico cronista che il doge Giovanni Dandolo, l’anno suddetto, fece fabbricare il ponte di Cannaregio dalla banda di San Geremia dove avanti se passava con una zattara. Dall’iscrizioni poi poste sul medesimo si ricava che sorse in pietra soltanto nel 1580, e che venne restaurato negli anni 1641 e 1777. Si chiama anche Ponte delle Guglie dalle quattro aguglie onde è fregiato.
Presso il Ponte di Cannaregio, sulla Fondamenta verso il Ghetto, si scorge un palazzotto archiacuto con sopra un’arma gentilizia e la seguente iscrizione :
Exiqui Durate Lares Virtute Parati Et Meus Et Sedae Posteritatis Honor. Valerius Superchios P.
L’arma e l’edificio appartenevano appunto a Valerio Soperchio, celebre medico, poeta, ed oratore, venuto nel 1480 da Pesaro ad abitare Venezia, ove morì nel 1540, e fu sepolto ai Servi con iscrizione dettata dal Bembo suo compare.
Ricorda il Gallicciolli che nel 1680, scavandosi il Canale di Cannaregio, si ritrovò un tubo il quale menava acqua dolce, e lo crede lavoro dei tempi Romani. Ma il Oradenigo, nei suoi Casi Memorabili Veneziani, dice all’incontro che per mezzo di questo tubo si soleva introdurre l’acqua in una fontana del celebre giardino appartenente al medico Maffei...
Read morePonte delle Guglie is an nice arch bridge, pedestrian bridge (footbridge) and masonry bridge that was completed in 1823. It lies near the western end of the Cannaregio Canal, and it is one of two bridges to span the Cannaregio Canal. Its real name is actually Ponte di Cannaregio, but no one calls it that, but Guglie because of the 2 obelisks on each entrance side of the bridge (guglie = towers). An earlier wooden bridge was built in 1285. It was replaced by the current stone and brick bridge in 1580. For those arriving on foot from Piazzale Roma or the Venezia Santa Lucia railway station, the bridge leads into the area of the Venetian Ghetto and the Strada Nova that leads to Piazza San Marco. The bridge is located next to the confluence of the Cannaregio Canal and the Grand Canal, near Santa...
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